On line il primo sito “ufficiale” sulla carnitina

On line il primo sito “ufficiale” sulla carnitina

On line il primo sito “ufficiale” sulla carnitina
Promosso da Fondazione Sigma-Tau e Fondazione Gianni Benzi-onlus, il sito si propone come uno strumento d’informazione completo e attendibile sulla sostanza implicata nella generazione di energia per l’organismo

Non è soltanto una sostanza a cui gli sportivi ricorrono per aumentare le performance. La carnitina, coinvolta nei processi di conversione del cibo in energia, è ritenuta una sostanza salva-cuore e potrebbe rappresentare la chiave di volta per comprendere i meccanismi di molte malattie, incluse quelle oncologiche.
A essa è dedicata un sito promosso dalla Fondazione Gianni Benzi e dalla Fondazione Sigma-Tau. Il portale, “Carnitina Official Site”, rappresenta una delle più importanti fonti di informazione on line a livello mondiale sulla carnitina.
Articolato in un’area ad accesso libero e in una ad accesso riservato, previa registrazione, a medici, farmacisti e operatori sanitari, contiene testi, video, animazioni e disegni che guidano i visitatori, compresi quelli che non hanno dimestichezza con il mondo della biologia, alla scoperta di una delle sostanze più affascinanti studiate in questi anni.
Ma perché proprio la carnitina?
“È una molecola inserita nei sistemi di produzione energetica di tutti i sistemi viventi, dai batteri alle piante agli animali e che ha accompagnato tutta l’evoluzione sin dall’origine della vita stessa”, ha spiegato Claudio Cavazza, presidente Sigma-Tau. “La carnitina agisce come una sorta di carburatore che assicura una miscelazione ottimale ed equilibrata tra i diversi combustibili, grassi, zuccheri, proteine, che forniscono energia all’organismo”.
“Negli anni ’70 – ha proseguito Menotti Calvani, vice presidente e direttore scientifico della Fondazione Sigma-Tau – venne scoperta la sindrome da deficit di carnitina, una malattia rara, con esito mortale, caratterizzata da infarcimento di grasso in tutti i tessuti. La carnitina permise di salvare moltissime vite umane e, nel 1984 ricevette negli USA la registrazione come farmaco salvavita per una malattia rara”.
Negli anni successivi cominciarono a essere pubblicati lavori che dimostravano che i mitocondri non riuscivano a utilizzare, in condizioni di attività muscolare, il glucosio se non in presenza di concentrazioni adeguate di carnitina: fu l’inizio di un nuova area di interesse della sostanza, che riguardava anche la resa ottimale durante le prestazioni sportive.
Oggi si ritiene che la carnitina sia una chiave per trovare nuovi approcci terapeutici. E il grande interesse della ricerca per questa sostanza ha fatto nascere l’esigenza di mettere ordine attraverso un sito attendibile e aggiornato.
“Sulla carnitina vengono pubblicati in media 400 lavori l’anno su riviste scientifiche internazionali e questo accade da oltre trenta anni", ha aggiunto Menotti Calvani. "La quantità di informazioni che si è accumulata aveva necessità di essere resa disponibili in una forma facilmente accessibile. Inoltre dopo il campionato mondiale di calcio del 1982, vinto dall’Italia secondo alcuni per merito della carnitina, alla scienza ufficiale si è andata accumulando una enorme quantità di informazioni di origine incerta non sempre corrette”.
Anche per questo nasce il sito, che la Fondazione Benzi ha sostenuto proseguendo nel suo impegno di promozione della ricerca farmacologica in settori di particolare interesse sociale quali appunto i farmaci innovativi e i farmaci per le malattie rare, come la carenza da carnitina.
“I farmaci orfani rappresentano ancora oggi una sfida particolarissima sia scientifica – per la difficoltà di studiare e sviluppare farmaci orfani – che sociale – per la difficoltà di renderli disponibili ai pazienti”, ha concluso Vittorio Silano, presidente del comitato scientifico della Fondazione Gianni Benzi-onlus. “In questo contesto, numerose attività sono state organizzate dalla Fondazione per la Ricerca Farmacologica Gianni Benzi-onlus, rivolte prioritariamente ad aumentare le competenze e le conoscenze nello specifico settore dei farmaci orfani”.  

07 Maggio 2010

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