Si dice “stupefatto” Giovanni Monchiero, presidente della Fiaso, dello bocciatura della Ragioneria generale dello Stato al ddl sul governo clinico a causa delle ricadute economiche a carico dello Stato individuate dall’organo di verifica dello Stato. Commentando il trattamento economico del direttore generale previsto nulla norma (cioè agganciandoto a quello delle posizioni apicali della dirigenza medica incrementato del 20%, con un’ulteriore quota, fino al 20%, per obiettivi raggiunti), Monchiero ha affermato che “la Ragioneria dello Stato, purtroppo, ha guardato ai conti economici e non alla sostanza” di una norma “che è un fatto di giustizia ma che risponde anche a un criterio pratico e a una questione di civiltà: non è pensabile che un direttore generale guadagni meno dei suoi collaboratori. Del resto – ha aggiunto – i nostri stipendi sono bloccati dal 2001. Non credo che gli stipendi della Ragioneria dello Stato siano uguali a quelli di dieci anni fa”. Il problema vero del provvedimento, secondo il presidente della Fiaso, è quello “dei direttori sanitari, che in quel ruolo vanno a guadagnare meno di quanto prendevano come capi di strutture complesse o come direttori di dipartimento. Così siamo costretti a nominare direttori sanitari che non sempre hanno sufficiente qualificazione, perché chi ha abbastanza esperienza e qualifica non vuole lavorare per uno stipendio più basso”.