Fuga dagli ospedali pubblici. Nel 2021 in Piemonte 331 dimissioni volontarie. I dati Anaao

Fuga dagli ospedali pubblici. Nel 2021 in Piemonte 331 dimissioni volontarie. I dati Anaao

Fuga dagli ospedali pubblici. Nel 2021 in Piemonte 331 dimissioni volontarie. I dati Anaao
Nel 2015 erano 79, saliti a 272 nel 2018. Poi il salto del 27%, probabilmente a causa della pandemia e dell’ulteriore carico di lavoro e stress. “Nelle ondate successive alla prima, i medici hanno lavorato sempre nella stessa impreparazione e improvvisazione organizzativa di marzo 2020”, sottolinea l'Anaao, che evidenzia come le cattive condizioni di lavoro non solo sviliscano le professionalità, ma impattino negativamente sulla vita dei medici. I DATI ANAAO

In Piemonte nel 2021 nuovo record di medici hanno lasciato gli ospedali pubblici per migrare verso il privato o la medicina generale. E’ quanto emerge dagli ultimi dati elaborati dall’Anaao Piemonte. 

“Il fenomeno delle dimissioni dagli ospedali, con i medici che decidono di abbandonare il tanto ambito e prestigioso posto a tempo indeterminato in ospedale, è una evidenza recente”. La vera impennata c’è stata tra il 2015 e il 2018, quanto il numero di medici che si è dimesso volontariamente è passato dal 79 a 272. “Da sempre un certo numero di medici decide di cambiare lavoro, ma i dati del Conto Annuale del Tesoro e della piattaforma Opessan, evidenziano che dal 2017 in tutta Italia si assiste a una vera e propria esplosione del fenomeno, con un trend in progressivo aumento fino al 2020”, spiega l’Anaao, che evidenzia come tra il 2020 e il 2021 ci sia stato un ulteriore record: da 260 licenziamenti si è arrivati a 331. 

“Degli eroi ci si è presto dimenticati”, commenta la segretaria regionale del sindacato Chiara Rivetti, con riferimento all’impatto della pandemia. “Nelle ondate successive alla prima, i medici hanno lavorato sempre nella stessa impreparazione e improvvisazione organizzativa di Marzo 2020. Letti e professionalità riconvertiti a seconda delle necessità, senza alcuna condivisione delle decisioni. Spostati come pedine, un nome in una casella, non di rado vuota causa infezione da Sars-CoV-2. Alla gestione dei malati Covid, per i medici ospedalieri si è aggiunto il carico della campagna vaccinale e del recupero di drammatiche liste d’attesa. E tutto questo, compreso l’enorme carico emotivo delle morti per Covid, in un contesto che già lamentava pesanti carenze di organico”. 

E dunque, nel 2021, la grande fuga: 331 medici che in Piemonte hanno deciso di lasciare la dipendenza dal SSN e proseguire altrove. Rappresentano il 4% del totale dei medici attivi e rispetto all’anno precedente sono cresciuti del 27%.
Nel 2021, sul totale dei 331 medici che si sono licenziati, risultano 35 quelli che sono passati alla medicina territoriale, un numero superiore a quello rilevato nei due anni precedenti (22 nel 2020 e 23 nel 2019).
Sul totale di questi 35, circa la metà va a fare lo specialista ambulatoriale (17), 4 i Medici di famiglia, 9 i Pediatri di libera scelta. I restanti 5 scelgono di lavorare nella continuità assistenziale.

Valutando la percentuale di medici cessati sul totale dei medici attivi in ciascuna Azienda, risulta che le percentuali più elevate (sopra il 6%) si fotografano presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria e l’ASL di Novara, al pari dello scorso anno ma con percentuali più elevate. Seguono l’ASL di Asti e del VCO che sfiorano il 6%, e l’ASL di Alessandria e di Biella, che hanno percentuali alte e sovrapponibili. 
In generale, il polo alessandrino aveva già mostrato elevate fuoriuscite di medici nel 2020.

Ma Cosa cercano i medici che si licenziano? “La domanda sarebbe d’obbligo, per chi volesse in qualche modo limitare la fuga, salvare la nave che affonda”, osserva Rivetti, che poi spiega: “Cercano orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia. Cercano un sistema che valorizzi le loro competenze, un lavoro che permetta di dedicare più tempo ai pazienti. Vogliono poter avere una vita privata e non sacrificare la famiglia”.

Per Rivetti, “per evitare il disastro serve un cambiamento radicale, che veda i medici ospedalieri come attori e i pazienti come obiettivo. Mentre ad oggi l’obiettivo prioritario è fare annunci, dare l’impressione che tutto funzioni e possibilmente raggiungere il pareggio di bilancio”.

22 Aprile 2022

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