Una realtà che nasce nel lontano 2000 con il primo atto istitutivo da parte della Regione Veneto; in questi anni i bambini presi in cura sono veramente tanti con più di 1600 famiglie con bambini maltrattati in famiglia o vittime di violenza extrafamiliare. Dalle stime fatte dal Dipartimento della Donna e del Bambino in Veneto, una prevalenza di 5 bambini su 1000 sotto i 15 anni che subiscono violenza e un’incidenza di 8 bambini su 10.000 sotto i 15 anni.
Nell’Aou di Padova ci sono stati 260 ricoveri ordinari e 550 ricoveri in day hospital. Mediamente in un mese vengono visitati 35 bambini, mentre sono state erogate 300 consulenze. Una diagnosi su 3 di maltrattamento avviene entro i 3 anni di vita, il 55 per cento dei pazienti sono bambine
“Siamo alle prese con numeri crescenti e con forme di violenza sempre più diverse – dichiara Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento della Donna e del Bambino -. Ad esempio, gli eventi violenti da imputare ad atti di bullismo per il 7 per cento o violenze su bambini da 0-3 anni per il 15 per cento positivi alle analisi tossicologiche del capello, all’abuso di alcool o droghe”.
“La distribuzione per diagnosi che sino ad ora abbiamo trattato, corrisponde, a volte, fino a 4 forme di maltrattamento contemporaneamente – prosegue il professore Perilongo – infatti, dai dati in nostro possesso il 19 per cento corrisponde al maltrattamento fisico in generale; il 5 per cento da imputare alla sindrome del bambino scosso che possono in alcuni casi causare danni permanenti al cervello; il 17 per cento che abbiamo preso in carico va imputata alla trascuratezza grave da parte dei genitori con malnutrizione o mancanza di cure; il 15 per cento al chemical abuse (uso di droghe o alcool); il 16 per cento all’abuso emozionale e bambini contesi (ad esempio fra genitori separati)i; un 11 per cento da imputare all’abuso sessuale, un 7 per cento per atti di bullismo ed in fine oltre un 20 per cento circa non sono da imputare ad atti di violenza veri e propri”.
Per individuare bambini, adolescenti e minori in genere, agli atti di violenza ci vuole tanta esperienza, come aveva spiegato il professore nella sua interlocuzione al telefono, poiché quando si entra nella diagnostica dei bambini maltrattati si entra nelle fasi più cupe dell’essere umano e capirle diventa difficile, anche perché per la maggior parte dei casi i piccoli pazienti non parlano, o addirittura c’è la perdita di coscienza, con una storia anamnestica che non è congruente con il danno presente.
“Le iniziative che dal 2000 ad oggi sono state rilevati – conclude Perilongo – sono state il primo Master Internazionale: Community Protection e Safety Promotion (2001-2003); il primo Corso a scelta Facoltà poi Scuola di Medicina e Chirurgia, con l’avvio nel 2004 ad oggi e il primo programma di Formazione per Specializzandi in Pediatria in Italia con l’avvio dal 2024. Oggi come oggi ogni regione ha un centro specializzato proprio ma in AOU siamo stati i primi nel lontano 2000 a dare le prime cure ai piccoli pazienti arrivando a prendere in carico circa 30-35 bambini al mese, con oltre 300 casi seguiti presso altri ospedali della rete regionale”.
Endrius Salvalaggio