Dg Arnas Brotzu, di Ares, di Areus, dell’Aou Ss e dell’Aou Ca auspicano ad modello di governance sanitaria più efficiente e sinergico
Sempre nella seduta di giovedì scorso, nel parlamentino della Salute si sono confrontati sulla riforma anche i direttori generali delle principali strutture sanitarie dell’isola, l’Arnas Brotzu, l’Ares, l’Areus, l’AOU SS e dell’AOU CA.
La prima ad intervenire è stata il direttore generale dell’Arnas Brotzu di Cagliari, Agnese Foddis, che ha illustrato la gestione del principale ospedale dell’Isola e le difficoltà che il sistema incontra a causa delle note debolezze della cosiddetta sanità territoriale. Ampio spazio è stato dedicato alla problematica della carenza di personale medico e sanitario, con riferimento alle difficoltà nel reclutamento di nuove figure professionali. È emersa dunque la criticità legata alla riorganizzazione della rete sanitaria territoriale (la riduzione dei servizi in determinate aree ha generato un aumento della pressione sulle strutture ospedaliere). Durante la seduta è emerso il problema della governance sanitaria e del rapporto tra programmazione politica e gestione operativa delle strutture. Si è sottolineato che le decisioni devono rispondere in primo luogo alle esigenze dei pazienti e non a logiche esclusivamente amministrative o politiche”.
“Sull’ipotizzato accorpamento dell’ospedale Microcitemico con il Brotzu, la direttrice non ha espresso contrarietà ma ha rimarcato come all’interno del Microcitemico di Cagliari siano presenti attività che dovrebbero essere gestite “dal territorio” e dunque che dovrebbero stare all’interno dell’ospedale (esempio: psichiatria infantile e dermatologia pediatrica)”.
Il direttore dell’Ares (Agenzia regionale della salute), Giuseppe Pintor, “in carica dal 1 settembre 2024, ha affermato di non aver riscontrato, nel Dl 40, disposizioni che rafforzino e amplino ruolo e competenze dell’agenzia e sul delicato rapporto tra Ares e Asl, pur riconoscendo qualche difficoltà nella collaborazione, ha ribadito la necessità di un modello di governance sinergico per migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario regionale. Uno dei punti centrali dell’audizione è stato il tema della sanità digitale. Ares è incaricata della gestione dei fondi Pnrr destinati alla digitalizzazione della sanità: il direttore ha evidenziato l’importanza di un coordinamento centralizzato per garantire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal piano nazionale. Un aspetto critico ha riguardato la carenza di personale qualificato, soprattutto in ambito tecnico e ingegneristico. Pintor ha spiegato come la scarsa disponibilità di professionisti nel mercato del lavoro e la ridotta attrattività del settore pubblico stiano creando difficoltà nel completamento di interventi essenziali”.
Ha posto l’accento sulla necessità di un potenziamento del servizio di emergenza-urgenza, la direttrice dell’Areus (agenzia regionale per l’emergenza urgenza) Simonetta Bettelini, “evidenziando che attualmente vi sono zone della Sardegna, in particolare le aree centrali, dove i tempi di intervento non rispettano gli standard previsti (20 minuti per il pronto intervento). Ha ribadito l’importanza di un incremento delle postazioni avanzate di soccorso (quelle con personale sanitario a bordo, attualmente sono 30, mentre 160 sono quelle con soli volontari) ed ha sottolineato l’impegno per rafforzare i percorsi formativi rivolti ai soccorritori. Infine, è stato affrontato il tema delle convenzioni con gli enti del terzo settore per la gestione delle postazioni del 118, con l’obiettivo di garantire criteri di selezione più chiari e trasparenti, in linea con le normative vigenti”.
La direttrice dell’Aou di Cagliari (azienda ospedaliero universitaria) Chiara Seazzu “ha invece posto l’attenzione sulla criticità legata alla carenza di posti letto (420 posti attivi su 440 autorizzati) sottolineando come il numero attuale non sia sufficiente a gestire il flusso di pazienti che quotidianamente affollano i Pronto Soccorso. Insufficiente è stata giudicata anche la dotazione organica”.
Il direttore dell’Azienda ospedaliero universitaria (AOU) di Sassari, Antonio Spano (azienda con 863 posti letto), “ha insistito sul problema del sovraffollamento del Pronto Soccorso, che registra oltre 70.000 accessi annui, il numero più alto in tutta la regione. Questo afflusso costante si traduce in un’occupazione dei reparti ben oltre la capacità ordinaria: il numero di barelle nei corridoi è passato da 9.000 a fine 2023 a 12.000 a fine 2024, con un incremento superiore al 30%. Tale situazione è aggravata dall’incremento del 10% degli accessi al Pronto Soccorso registrato tra dicembre 2024 e gennaio 2025”.
Il manager dell’AOU sassarese “ha sottolineato come l’origine del problema sia spesso la carenza di servizi territoriali, che costringe i pazienti a rivolgersi alle strutture ospedaliere per patologie che potrebbero essere gestite nella rete territoriale. Inoltre, ha posto l’accento sulla necessità di interventi infrastrutturali: molte delle strutture dell’Aou sono datate, alcune risalenti agli anni ’50, e pur essendo stati avviati lavori di ristrutturazione, il percorso è ancora lungo e richiede ulteriori risorse. Un altro punto cruciale ha riguardato l’organizzazione delle strutture ospedaliere, che si sviluppano su sette plessi distanti tra loro, con un impatto economico rilevante: solo per l’interconnessione tra i vari edifici, il costo annuo supera i 3 milioni di euro”.
“Per quanto riguarda l’equilibrio tra le strutture universitarie e ospedaliere, Spano ha affermato che l’attuale organizzazione dell’Aou garantisce una sostanziale parità tra le due componenti”.
E.C.
11 Febbraio 2025
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