L Regione Sardegna approva il documento sul ‘Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione’. In seguito a ciò, le otto ASL, le aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari e l’Arnas ‘G. Brotzu’ dovranno, entro sei mesi, recepire il nuovo PDTA regionale e declinarlo eventualmente in PDTA locale al fine di tener conto delle proprie specificità aziendali.
“I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) – spiega a Quotidiano Sanità l’assessore alla Salute Armando Bartolazzi – sono patologie complesse causate da un disfunzionale comportamento alimentare che negli ultimi decenni ha registrato un progressivo incremento dei casi tali da generare allarme sociale. Possono dirsi ‘un male del secolo’, più subdolo di altri perché spesso nascosto ma non meno dannoso: colpisce maggiormente la popolazione femminile, si è visto emerge prevalentemente in età evolutiva, ma anche in età matura. Attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica che abbracciano anche problematiche di tipo biologico, psichico, familiare e socio-culturale e che necessitano di trattamenti specializzati e multidisciplinari da parte di équipe che lavorano in modo integrato”.
“Per far fronte a questa patologia – prosegue l’assessore -, la legge n. 234/2021 sul ‘Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024’, in attesa dell’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA), ha previsto l’istituzione, presso il Ministero della Salute, del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Fondo DNA) con una dotazione iniziale di 15 milioni di euro per l’anno 2022 e di 10 milioni di euro per l’anno 2023, mentre per l’anno 2024 la dotazione è stata incrementata di altri 10 milioni di euro attraverso il DL n. 215/2023, convertito dalla legge n. 18/2024. Successivamente, con il decreto ministeriale 8 ottobre 2024, sono stati definiti i criteri, le modalità e le linee di intervento per l’utilizzo del Fondo DNA annualità 2024, e alla Regione Sardegna sono state assegnate risorse per ben 274.205,62 euro”.
“Nell’isola le attività di attuazione del Fondo DNA associate alle annualità 2022-2023 sono state delineate con la delibera n. 35/45 del 22.11.2022, con la quale era stato approvato il ‘Piano di attività biennale sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione’ relativo alla ‘Organizzazione e implementazione della Rete dei Servizi della Regione Sardegna dedicati ai DNA’. Tra le attività e gli obiettivi definiti da questo Piano, vi è anche la formulazione di un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione che definisce il modello di riferimento per il trattamento di tali disturbi”.
“Da qui dunque nasce la necessità di adottare un PDTA regionale come modello di riferimento per i servizi sanitari e sociosanitari impegnati nel trattamento dei DNA, perché sia garantita l’uniformità e la continuità delle cure su tutto il territorio, potenziando interventi di prossimità nonché la possibilità di accesso a servizi più strutturati. Proprio con questa finalità, già dall’anno 2022 è stato costituito un Tavolo tecnico di confronto con le aziende socio-sanitarie locali, le aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari, l’Arnas ‘G. Brotzu’, le società scientifiche e le associazioni del settore, al quale è stato assegnato di predisporre anche il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) specificatamente dedicato alle persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”.
“Il Tavolo tecnico regionale, integrato nell’anno 2023, ha supportato la direzione generale della Sanità nella definizione del succitato PDTA che abbiamo approvato in Giunta e che fornisce concrete indicazioni per garantire percorsi personalizzati e integrati di presa in carico della persona uniformi su tutto il territorio regionale. L’obiettivo è quello di porre al centro delle attività assistenziali la persona con disturbi alimentari e nutrizionali e di garantirle l’accesso ai servizi e alle competenze professionali grazie ad un più adeguato assetto organizzativo, fondato sulla creazione di una rete di assistenza per la patologia, presente e omogenea in tutto il territorio regionale”.
“La Regione finalmente colma un vuoto importante e struttura un percorso completo, dalla diagnosi all’assistenza, che verrà realizzato dalle Asl entro i prossimi sei mesi. Sarà ora compito della direzione generale della Sanità, affiancata sempre dal supporto del Tavolo tecnico regionale, a monitorare l’applicazione delle linee guida in ciascun contesto territoriale” – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda