Disturbi specifici dell’apprendimento. Cozzolino: “Indispensabile dare attuazione alla legge regionale”   

Disturbi specifici dell’apprendimento. Cozzolino: “Indispensabile dare attuazione alla legge regionale”   

Disturbi specifici dell’apprendimento. Cozzolino: “Indispensabile dare attuazione alla legge regionale”   
La disciplina in materia è stata approvata in Sardegna nel 2018, ma ancora non è stato nominato nemmeno il comitato tecnico-scientifico per seguire gli interventi previsti dalla normativa. Il pediatra e consigliere di Orizzonte Comune denuncia: “Le famiglie dei ragazzi con DSA continuano a incontrare difficoltà perché le scuole non accettano i certificati rilasciati da specialisti privati. Urge emanare le linee guida per autorizzare gli specialisti abilitati”.

Sono sette anni che la Regione Sardegna ha approvato con la L.R. n. 15/2018 ‘le norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)’, ma la disciplina ad oggi non è mai stata di fatto attuata e le famiglie che seguono propri cari con questa patologia sono tutt’oggi in difficoltà. A parlarne a Quotidiano Sanità il pediatra e Consigliere Lorenzo Cozzolino (Orizzonte Comune), componente della commissione Salute.

“Con la Legge regionale del 14 maggio 2018, n. 15 dedicata alle persone con disturbi specifici dell’apprendimento – spiega Cozzolino – erano stati previsti interventi a favore delle persone con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, al fine di garantire loro uguali opportunità di sviluppo delle capacità personali, psicologiche, culturali e sociali”.

“In proposito era stato dunque preventivato di promuovere interventi di prevenzione destinati innanzitutto a favorire la diagnosi precoce di DSA e conseguentemente percorsi didattici e abilitativi, attraverso la definizione di modalità e procedure uniformi per la diagnosi e la certificazione tempestiva, anche per gli adulti; ma anche di favorire il successo scolastico e formativo garantendo un apprendimento adeguato e promuovendo lo sviluppo delle potenzialità dell’individuo affetto da DSA, riducendo la dispersione scolastica. Ancora, attraverso sempre la disciplina della legge regionale, era stato pensato di formare e sensibilizzare insegnanti, genitori e operatori socio-sanitari riguardo le problematiche legate ai DSA, di incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi socio-sanitari, favorendo la creazione di reti, nonché di ridurre i disagi relazionali ed emozionali e prevenire che la condizione di persona con DSA si trasformi in una disabilità, con conseguenti limitazioni nelle attività quotidiane e problematiche psicopatologiche e disadattive”.

“Per l’accertamento e la certificazione dei disturbi di apprendimento – prosegue il consigliere -, erano inoltre state considerate misure organizzative necessarie affinché l’attivazione del percorso diagnostico di DSA e il rilascio della relativa certificazione fossero tempestivi. In ambito scolastico, l’attivazione del percorso diagnostico era stato previsto fosse preceduta da interventi educativo-didattici e dalle procedure di riconoscimento precoce in armonia alla legge n. 170 del 2010 sulle nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. Non solo, ai sensi del decreto legislativo n. 502/1992 i servizi pubblici e i soggetti accreditati dal SSR dovevano essere tenuti a rilasciare la certificazione sia a seguito del percorso diagnostico conforme ai criteri diagnostici del DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e dell’ICD10 (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati), con valutazione funzionale basata sul modello della classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF), sia a seguito di una valutazione multidisciplinare che includeva almeno un neuropsichiatra infantile (o neurologo per gli adulti), uno psicologo, un logopedista (o foniatra per gli adulti) ed eventualmente altre figure professionali”.

“Attraverso la legge approvata era stato stabilito che la certificazione dovesse essere prodotta in tempo utile per l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste nel contesto scolastico, universitario e lavorativo, e che la certificazione per gli studenti dell’ultimo ciclo scolastico dovesse essere prodotta non oltre il 31 marzo, in vista degli esami di Stato”.

“Tutto questo ad oggi si è rivelato però un’utopia per le famiglie che seguono propri cari con problemi di DSA. Perché è rimasto tutto bloccato. Con la delibera n. 23/26 del 6 luglio 2023, la Giunta regionale, nella passata legislatura, aveva tentato di istituire il Comitato tecnico-scientifico sui DSA, che doveva essere composto da rappresentanti delle associazioni di famiglie e persone con DSA, operatori delle équipe multidisciplinari di Neuropsichiatria, un componente dell’Ufficio scolastico regionale, rappresentanti degli assessorati competenti, membri dell’ANCI, e altri esperti di DSA. Ma in concreto non era poi stata completata la nomina dei membri del suddetto Comitato”.

“In seguito dunque alla mancata applicazione della legge regionale n. 15/2018, le famiglie dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, anche per l’anno scolastico in corso, continuano a incontrare gravi difficoltà in quanto le scuole non accettano i certificati rilasciati da specialisti privati, poiché l’assessorato non ha ancora emanato le linee guida e non ha provveduto alla nomina del Comitato tecnico-scientifico, necessario per stabilire l’elenco degli specialisti autorizzati a rilasciare le certificazioni”.

“Ecco allora che la soluzione al problema diventa indispensabile, ed è per questo motivo che mi son fatto portavoce in Consiglio regionale e nella Commissione Salute delle famiglie in gravi difficoltà, si può ben comprendere. Auspico che la sensibilizzazione portata in merito possa essere presto colta dall’assessorato alla Sanità affinché gli uffici preposti a seguire la delicata materia possano intraprendere in tempi ragionevoli tutti quei provvedimenti mirati a garantire che la Legge n. 15/18 venga effettivamente e definitivamente attuata, così come la nomina del Comitato tecnico-scientifico e la successiva emanazione delle linee guida per l’autorizzazione degli specialisti abilitati a rilasciare le certificazioni necessarie alle persone che ne hanno necessità” – conclude Cozzolino.

Elisabetta Caredda

Elisabetta Caredda

27 Febbraio 2025

© Riproduzione riservata

Piano sanitario nazionale. Monni (Toscana): “Va aggiornato, serve integrazione”
Piano sanitario nazionale. Monni (Toscana): “Va aggiornato, serve integrazione”

Il nuovo piano sanitario nazionale? Che sia “sempre più integrato: un’integrazione vera tra sanitario e socio-sanitario” per l’assessore al diritto alla salute e alle politiche sociali della Toscana, Monia Monni....

Firmato l’Air Pediatria. Bartolazzi: “Dopo 15 anni si rafforza l’assistenza ai bambini sardi”
Firmato l’Air Pediatria. Bartolazzi: “Dopo 15 anni si rafforza l’assistenza ai bambini sardi”

E’ stato approvato ieri dalla Giunta regionale l’Accordo Integrativo Regionale (AIR) per la Pediatria di libera scelta, completando il percorso avviato con la firma del 18 novembre 2025 da parte...

Riforma professioni sanitarie. Le Regioni al Governo: “Rischio invasione competenze e costi insostenibili”
Riforma professioni sanitarie. Le Regioni al Governo: “Rischio invasione competenze e costi insostenibili”

Arrivano le osservazioni delle Regioni sul ddl Delega al Governo in materia di professioni sanitarie e disposizioni relative alla responsabilità professionale". E non mancano le critiche e preoccupazioni su alcuni...

Tumore del retto. Studio italiano ‘NO-CUT’ dimostra che un paziente su quattro può guarire senza chirurgia
Tumore del retto. Studio italiano ‘NO-CUT’ dimostra che un paziente su quattro può guarire senza chirurgia

Una rivoluzione significativa sta cambiando la gestione del carcinoma del retto. Sono appena stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Oncology i risultati dello studio clinico NO-CUT, coordinato da ricercatori...