La Regione recepisce gli accordi della Conferenza unificata Stato-Regioni riguardo all’assistenza sanitaria per i minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità giudiziaria che sono stati aggiornati in virtù di nuove normative riguardanti la giustizia minorile e di iniziative mirate a seguire l’evolversi dei fenomeni di disagio e devianza minorile e giovanili. Questi fenomeni comportamentali, sempre più associati a diverse espressioni di disagio psico-sociale, rendono doverosa la previsione di modelli organizzativi tali da favorire, a livello territoriale, la presa in carico integrata della persona con l’intento di evitare una frammentazione degli interventi specie per le situazioni multiproblematiche.
L’assessore Armando Bartolazzi spiega a Quotidiano Sanità: “Abbiamo recepito in seduta di Giunta gli accordi della Conferenza unificata Stato-Regioni, il Repertorio atto n. 45/CU del 19.04.2023 che vede aggiornare ed integrare le Linee di indirizzo per l’assistenza sanitaria ai minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità giudiziaria di cui all’accordo Repertorio atto n. 82/CU del 26 novembre 2009, e il Repertorio atto n. 15/CU del 24 febbraio 2025, che riguarda l’integrazione all’allegato A dell’accordo Rep. n. 45/CU/2023”.
“Entrando nello specifico – prosegue l’assessore -, l’accordo n. 45/CU del 19 aprile 2023 evidenzia come la presa in carico integrata preveda una forte sinergia fra il sistema della Giustizia, le aziende sanitarie e gli enti locali, per cui si rende necessaria l’attivazione di équipe integrate interistituzionali, che sono costituite da operatori di tutte le tre istituzioni, che ne indicheranno i membri. Le équipe saranno in grado di affrontare tutti gli aspetti socio-sanitari legati alla persona nel suo percorso, anche nell’eventuale passaggio alla giovane età adulta, elaborando uno specifico piano terapeutico riabilitativo individuale (PTRI)”.
“Per quanto riguarda invece l’Accordo n. 15/CU del 24 febbraio 2025, esso prevede che, ai minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità giudiziaria, sia sempre garantita dalle ASL una iniziale valutazione medica generale delle condizioni e dei bisogni psicofisici entro le 24 ore dall’ingresso nella specifica struttura. La predetta prestazione medica è altresì garantita per tutti gli inserimenti negli istituti penali per i minorenni (IPM) e centri di prima accoglienza (CPA) dal Presidio sanitario attivo presso le stesse suddette strutture. La valutazione sanitaria del minorenne deve vagliare lo stato di salute nel suo complesso, includendo sia la dimensione fisica che quella psicologica. Al minorenne sottoposto a provvedimento dell’Autorità giudiziaria, anche in caso di collocamento in CPA o Comunità, è assicurata una rivalutazione sanitaria periodica in presenza di specifiche indicazioni sanitarie o quando lo esigono le circostanze, con visite di controllo da parte dell’équipe integrata interistituzionale di riferimento, anche al fine di attuare tutti gli interventi necessari”.
“Ricordo che la iniziale valutazione medica generale delle condizioni e dei bisogni psicofisici del minore, che dovrà inoltre fornire indicazioni sulla individuazione della comunità più adeguata e, se necessario, della comunità terapeutica o sociosanitaria, tenuto conto delle esigenze del minore nel suo complesso, è effettuata anche nei casi di applicazione di misure privative della libertà personale, come la permanenza in casa, le prescrizioni ecc., come previsto dalla legge”.
“Premesso tutto ciò, le nostre ASL avranno dunque il compito di costituire un’equipe multidisciplinare di operatori in grado di affrontare sia gli aspetti legati ad un eventuale disturbo psichico, sia quelli relativi alle eventuali dipendenze da sostanze e/o comportamentali. Ciò mediante il coordinamento di un dirigente sanitario che potrà essere un psicologo, un neuropsichiatra infantile o psichiatra, che provvederà alla valutazione diagnostica e ad elaborare l’eventuale piano terapeutico; laddove ritenuto necessario, nei tempi dettati dai provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, il dirigente potrà provvedere all’inserimento del minore in una comunità terapeutica e ancora, nel caso in cui l’Autorità giudiziaria abbia disposto l’inserimento in comunità, ad individuare la struttura comunitaria più adeguata”.
“Oltre poi il compito di elaborare gli strumenti previsti nei suddetti accordi, alle ASL è demandato l’impegno anche di attivare un servizio ambulatorio infermieristico per effettuare i prelievi del sangue ed il trasporto del materiale biologico, sangue e urine, degli ospiti dell’Istituto penale per minorenni (IPM) – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda