Accertato in Sardegna il primo caso di Lumpy Skin Disease (LSD), o Dermatite Nodulare Contagiosa, in un allevamento bovino situato nel territorio regionale del nuorese, ad Orani. La diagnosi è stata confermata nella tarda serata di sabato dai laboratori di riferimento nazionali. Si tratta della prima conferma sul territorio nazionale della malattia.
Sul focolaio confermato di dermatite nodulare contagiosa dei bovini giungono rassicurazione dalla Asl di Nuoro: “Nessun rischio di trasmissione della malattia per l’uomo – spiegano dalla azienda sanitaria il Commissario straordinario dell’Asl 3, Angelo Zuccarelli, e il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Serafinangelo Ponti, che nel comunicare la conferma da parte del Centro di Referenza Nazionale della presenza del Lumpy Skin Disease (LSD) in un allevamento bovino in agro del Comune di Orani, hanno rassicurato i cittadini, ricordando che non è trasmissibile all’uomo -. La Struttura Complessa di Sanità Animale del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl 3, al fine di scongiurare la diffusione del virus responsabile della malattia, già in fase di sospetto del focolaio, ha istituito una zona soggetta a restrizioni prevedendo il divieto di movimentazione dei bovini (specie recettiva alla malattia), degli ovi-caprini, degli equidi e dei suidi nei 52 comuni del territorio di competenza”.
“La trasmissione tra i bovini – sottolineano Zuccarelli e Ponti – avviene principalmente attraverso artropodi (zanzare, zecche, mosche e culicoidi) il cui ruolo è essenzialmente meccanico. A seguito del periodo di incubazione che varia tra le 2 e le 4 settimane, l’animale infetto manifesta febbre, aumento della salivazione, lacrimazione, scolo nasale mucoso, cheratite e linfoadenomegalia. Nel 40-50% degli animali infetti si sviluppa il classico quadro sintomatologico caratterizzato dall’eruzione di lesioni cutanee noduliformi dolenti. Negli animali gravidi l’infezione può causare aborto. La morbilità varia tra il 5 ed il 45%, la mortalità invece non supera il 10%”.
“Si invitano tutti gli allevatori a informare immediatamente la Struttura complessa Sanità Animale di qualsiasi sospetto di malattia e rispettare scrupolosamente le prescrizioni impartite dai Veterinari ufficiali, così come previsto dalla normativa vigente” – terminano il Commissario e il Direttore della Asl.
Per la parte che ad esso compete si è attivato immediatamente anche l’assessorato alla Sanità “con il solo sospetto di un singolo animale, prima ancora che ci fosse la conferma diagnostica dai laboratori di Teramo – spiega in una nota l’assessore Armando Bartolazzi -.
“La Lumpy Skin Disease – prosegue l’assessore – è una malattia virale che colpisce i bovini e i bufali, caratterizzata dalla comparsa di noduli sulla pelle, febbre e riduzione della produzione di latte, e può portare anche alla morte degli animali. Sebbene non sia trasmissibile all’uomo, la LSD ha un impatto economico significativo sugli allevamenti a causa delle perdite produttive e delle restrizioni al commercio. È fondamentale dunque agire con la massima tempestività e rigore per contenere la diffusione di questa patologia”.
“Nel contesto della normativa europea sulla sanità animale la malattia è categorizzata come malattia di categoria A ovvero malattie elencate che normalmente non si manifestano nell’ Unione Europea e per le quali, una volta rilevate, devono essere adottate immediatamente misure di eradicazione. E così è stato. Sono state immediatamente messe in atto tutte le procedure previste dai protocolli nazionali ed europei per la gestione dei focolai di LSD, comprese le indagini epidemiologiche per ricostruire la catena di contagio. La collaborazione di tutti gli allevatori è cruciale in questo momento, tant’è che sotto il profilo delle misure di prevenzione e controllo, l’Assessorato rivolge alcune urgenti raccomandazioni agli allevatori”.
“Per rafforzare la biosicurezza occorre limitare l’ingresso di persone e veicoli non essenziali negli allevamenti, disinfettare accuratamente mezzi di trasporto e attrezzature, garantire l’isolamento dei nuovi animali introdotti in azienda per un periodo di osservazione. Necessario il monitoraggio attento degli animali con la sorveglianza quotidiana dello stato di salute dei capi, prestando particolare attenzione alla comparsa di sintomi sospetti come febbre, noduli cutanei (specialmente su testa, collo, schiena, perineo, mammella e zampe), lacrimazione, scolo nasale e zoppie”.
“La segnalazione di casi sospetti deve essere immediata: in caso di sospetto clinico, anche lieve, o di mortalità anomala, bisogna contattare celermente i servizi Veterinari delle ASL di competenza territoriale. La LSD è trasmessa principalmente da insetti ematofagi (zanzare, mosche, zecche), dunque è raccomandata l’adozione di misure per ridurre la presenza di questi ‘insetti vettori’ negli allevamenti, come l’uso di insetticidi e l’eliminazione di ristagni d’acqua”.
“Infine, è significativo mantenere aggiornate le registrazioni degli animali presenti in azienda e la tracciabilità, quindi i loro movimenti. Verranno poi fornite ulteriori comunicazioni non appena saranno disponibili nuovi aggiornamenti, la collaborazione di tutti è fondamentale per tutelare il patrimonio zootecnico della Sardegna – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda