Trapianti. Bartolazzi: “In Sardegna trend solido con tassi di consenso superiori alla media nazionale”

Trapianti. Bartolazzi: “In Sardegna trend solido con tassi di consenso superiori alla media nazionale”

Trapianti. Bartolazzi: “In Sardegna trend solido con tassi di consenso superiori alla media nazionale”
L’assessore risponde a un’interrogazione sul rilancio del Centro trapianti dell’isola e sulla riorganizzazione della terapia intensiva postoperatoria del Brotzu. “Nel 2024 eseguiti all’Arnas Brotzu in totale 75 trapianti: 36 trapianti di rene, 33 trapianti di fegato, 6 trapianti cuore. Sulla terapia intensiva postoperatoria non è prevista alcuna sostituzione della T.I.P.O. con una terapia intensiva pediatrica, ci sarà una pianificazione complessiva”.

All’ordine del giorno nella seduta d’Aula consiliare dedicata al Question time, che viene svolta ogni ultimo martedì di ogni mese, l’assemblea legislativa, in presenza dell’assessore alla Sanità, ha trattato l’interrogazione a risposta immediata 192/A ‘sul rilancio del Centro trapianti della Sardegna e sulla riorganizzazione della terapia intensiva postoperatoria dell’Azienda di rilievo nazionale ed alta specializzazione (ARNAS) G. Brotzu’.

A prendere parola sul suddetto Atto il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, primo firmatario dell’interrogazione, che rivolgendosi all’assessore Bartolazzi (si apprende dal sommario della seduta) ha spiegato: “In particolare mi preme volgere l’attenzione alle attività di terapia intensiva post-operatoria. Il tema del centro trapianti negli ultimi cinque anni ha avuto dei problemi che hanno portato la sua operatività e in definitiva i suoi numeri ad essere ormai sotto il livello di sopravvivenza. Dagli anni Ottanta ad oggi, è stata una eccellenza della nostra sanità, ma negli ultimi anni siamo arrivati al punto che nella nostra Isola, sono quasi più i fegati ad essere trapiantati che i reni. Alcune decisioni strategiche, su tutte la decisione di aprire al Brotzu una terapia intensiva post-operatoria, una decisione saggia presa oltre 10 anni fa, non sono mai state implementate. O meglio, all’ospedale Brotzu esistono i letti, esistono le postazioni, esiste un luogo dedicato a quel tipo di attività, non è però poi stata portata avanti quella\ politica. Mancano i medici, mancano gli infermieri, manca, in definitiva, un servizio strategico che non serve solo a chi è appena uscito dagli interventi, ma anche per tutelare quei pazienti particolarmente fragili che spesso e volentieri, soprattutto quando hanno raggiunto una certa età, hanno necessità di ricoveri in terapia intensiva o subintensiva. Oggi quei ricoveri, per capirci, vengono ospitati all’ospedale oncologico Businco che nulla c’entra con quel tipo di attività”.

“Oltre ciò – ha evidenziato Agus -, un altro punto di criticità, e chiudo assessore, riguarda il fatto che pur essendo noi una Regione in cui è altissimo il tasso di consenso alla donazione, siamo anche una Regione dove i prelievi sono in rapida diminuzione, in alcuni casi, rianimazioni importanti, tra le più importanti del nostro territorio, segnano tassi di donazione vicini allo zero. Se a fronte di alti consensi non si eseguono i prelievi, evidentemente è perché nelle rianimazioni queste attività non vengono portate avanti. Per cui, accanto alle domande che abbiamo inserito nel testo scritto presentato come interrogazione, una domanda che tutti noi dobbiamo porci riguarda l’integrità e il proseguimento dell’attività del centro trapianti. Oggi la classe dirigente dell’Isola, in questa fase deve chiedersi: abbiamo la forza per mantenerlo? È strategico per la nostra Regione? Vogliamo continuare a fare quelle attività che hanno portato la nostra sanità al rango anche di eccellenza a livello nazionale su alcune attività e che hanno visto nella nostra Isola grandi professionisti, cito su tutti Alessandro Ricchi, a cui probabilmente la sanità sarda ha reso un omaggio inadeguato rispetto alla caratura della sua professionalità e al suo sacrificio insieme alla sua equipe. E quindi questa è la domanda che dobbiamo porci per questa fase e soprattutto per il futuro. Grazie”.

Rispondendo all’interrogazione, l’Assessore Armando Bartolazzi ha spiegato: “In riscontro all’Atto in oggetto, sulla base degli elementi forniti dell’ARNAS Brotzu e relativi allegati del centro regionale trapianti della Sardegna, riguardo alla prima richiesta ‘quali azioni concrete la Regione stia mettendo in campo per salvaguardare e potenziare l’attività del centro trapianti della Sardegna, valorizzando l’elevato tasso di consenso alla donazione e incrementando il numero di interventi effettuati’, si significa che il centro regionale trapianti ha chiarito che il dato riportato nell’interrogazione indicato come tasso di consenso alla donazione di organi, è relativo alle dichiarazioni di volontà registrate in Comune al momento del rinnovo della carta d’identità. Sotto tale aspetto, la Sardegna registra percentuali di consenso in vita da parte dei cittadini superiore rispetto alla media nazionale, ciò in quanto nel 2023 la percentuale di consensi era del 76.5 per cento, mentre l’interrogazione riporta il 78.2 verso il 68,5 che è il dato medio nazionale. Nell’anno 2024 la percentuale di consenso sempre espresso dai cittadini nei comuni sardi è stata del 72.3 per cento, in calo rispetto al 2023 verso il 63.7 del dato nazionale medio. Relativamente invece al dato delle opposizioni in Sardegna dei potenziali donatori, ovvero dei pazienti deceduti nelle terapie intensive e segnalati come potenziali donatori di organi, questo è stato nel 2023 pari al 30.4 per cento, verso il dato medio nazionale del 30.3 e nel 2024 del 32.5 per cento verso il 28.7 per cento del valore medio nazionale. Il maggior dato di opposizione alla donazione registrata in Sardegna nell’ambito dei potenziali donatori segnalati nel 2024 rispetto al 2023 ed anche rispetto al dato nazionale, potrebbe avere come valida motivazione il maggior numero di segnalazioni avutesi nel corso del 2024, pari a 117, valore più alto in assoluto in Sardegna dall’inizio di questa attività, che ha collocato la nostra Regione tra le prime Regioni in Italia per tasso di segnalati per milioni di persone”.

“Per quanto attiene l’attività di trapianto – approfondisce l’assessore -, il Centro regionale trapianti ha precisato che nel 2024 i trapianti complessivi eseguiti al Brotzu sono stati 75, non 62 come riportato nell’interrogazione, così suddivisi: 36 trapianti di rene, 33 trapianti di fegato e 6 trapianti di cuore; nel 2023 i trapianti sono stati 74, 30 trapianti di rene, 30 di fegato, 7 trapianti di cuore e 2 combinati fegato – rene; nel 2022 sono stati 74, più o meno equivalenti tra trapianti di rene e di fegato; nel 2021, 75. Insomma si assiste a un mantenimento più o meno costante negli anni del numero di trapianti attestato intorno al 73-74. Da sottolineare, inoltre, il numero di cornee prelevate nel corso del 2024, pari a 25 tessuti corneali, contro le 23 del 2023 e le 10 del 2018. Sulla base dei dati forniti dal Centro regionale trapianti e sopra riportati, si può affermare che il numero dei trapianti in Sardegna si sia negli ultimi anni consolidato, risultando comunque tale dato medio in aumento rispetto al 2018, anche considerando il 2020, anno della pandemia, che comunque ha registrato una sostanziale tenuta del sistema”.

“Il Centro regionale trapianti ha inoltre fatto presente che nel 2024 sono stati eseguiti 90 trapianti di cellule staminali ematopoietiche, di cui 35 allotrapianti su adulti e 3 pediatrici, 49 autotrapianti su adulti e 3 pediatrici, verso 84 trapianti nel 2023, di cui 35 allotrapianti su adulti e 6 pediatrici e 39 autotrapianti su adulti e 4 pediatrici. Quindi anche questa attività di trapianto di cellule emopoietiche è abbastanza consistente in Sardegna. Per quanto riguarda l’attività di informazione e sensibilizzazione alla donazione di organi, si precisa che nel 2024 il Centro regionale trapianti ha contribuito alla realizzazione di progetti presentati dall’associazione che operano in assenza di scopo di lucro nell’ambito della rete trapiantologica della Sardegna, tramite l’erogazione di contributi derivati dai fondi che la Regione Sardegna assegna al Centro regionale trapianti per la promozione della donazione ed orientati a sensibilizzare la popolazione su questi temi. Vi sono stati 9 progetti presentati, 7 dei quali sono stati portati a termine. L’azienda ha altresì comunicato che è imminente la pubblicazione dell’avviso con l’invito a presentare le proposte progetto, per le quali verrà erogato il contributo con le stesse modalità”.

“Volgo ora il riscontro sul quesito numero due riguardante la veridicità e fondatezza della notizia relativa al fatto che la terapia intensiva post operatoria del Brotzu sarà sostituita negli spazi attualmente occupati dalla terapia intensiva pediatrica, e quali misure intendano adottare per garantire le continuità e l’efficienza delle cure post trapianto per i pazienti. In merito, l’ARNAS Brotzu ha significato che la terapia intensiva post operatoria, cosiddetta ‘TIPO’, non è operativa in quanto sono ancora in corso le procedure di reperimento del personale medico infermieristico necessario secondo i requisiti previsti dai vigenti criteri di accreditamento regionale e nazionale che prevedono 20 infermieri, 11 Oss e 11 dirigenti medici specialisti in anestesia e rianimazione; questo è un punto critico, quello del personale. La sopra citata azienda ha confermato la volontà di rendere operativa la ‘TIPO’ e mettere a disposizione la terapia intensiva per pazienti adulti, in particolare per garantire la piena funzionalità del percorso post operatorio e post trapianto che rappresenta un punto di eccellenza per l’azienda stessa”.

“L’ARNAS Brotzu ha chiarito inoltre che si rende necessaria e strategica l’identificazione di spazi idonei per l’attivazione di una terapia intensiva pediatrica al fine di rispondere in modo adeguato e strutturato alle esigenze assistenziali in ambito pediatrico. La progettualità della terapia intensiva pediatrica sarà portata avanti senza compromettere la funzionalità della terapia intensiva per adulti e sarà oggetto di una valutazione tecnica e organizzativa approfondita nell’ottica della realizzazione dell’ospedale pediatrico; quindi le due terapie intensive sono distinte. L’attivazione di una terapia intensiva pediatrica presenta un’importante criticità legata al reperimento di competenze in ambito medico e infermieristico altamente specializzato, con esperienza specifica in anestesia e rianimazione pediatrica, caratterizzata da un’elevata complessità clinica e assistenziale. In sintesi l’azienda ha concluso che non è prevista alcuna sostituzione delle ‘TIPO’ con la terapia intensiva pediatrica, bensì una pianificazione complessiva che tenga conto delle esigenze cliniche, della disponibilità di risorse professionali e della sostenibilità organizzativa” – ha concluso Bartolazzi.

Elisabetta Caredda

Elisabetta Caredda

26 Giugno 2025

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