“La piattaforma per il monitoraggio delle liste d’attesa è stata realizzata in 6 mesi, un tempo breve, è aggiornata con le prestazioni da gennaio a maggio 2025. Le regioni inseriscono i dati ancora a macchia di leopardo, ma sono state caricate 24 mln di prestazioni da erogatori pubblici e privati. La piattaforma ci permette di monitorare le prime visite e gli accertamenti diagnostici e abbiamo un quadro preciso per migliorare e ridurre quello che è un problema annosa dei cittadini, come ho sempre detto. Avere i tempi, chi li rispetta in relazione alla classe di priorità e l’entità dei ritardi, capire bene se c’è chi tiene ancora le agende chiuse. Da questo quadro partiamo per migliorare il servizio: se ci sono nelle regioni tempi lunghi o se mancano macchinari ‘ad hoc’ per gli esami o personale, se ci sono negligenze scattano i poteri sostitutivi del ministero per aiutare e supportare le regioni nell’interesse unico dei cittadini”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi a ’24 Mattino’ in onda su Radio24
“Ci sono trend positivi – ha proseguito – che ci confermano che la strada intrapresa è quella giusta: il Lazio ha centralizzato il Cup e si si sono ridotte le attese per le mammografie e le visite cardiologiche; stessa cosa ha fatto la Liguria – ha elencato il ministro – con una riduzione del 50% delle liste d’attesa; va molto bene la Toscana; in Piemonte negli ultimi 4 mesi ci sono state aperture straordinarie nel weekend e sono state fatte 65mila prestazione in più; il Veneto ci sono alcune visite, cito la visita dermatologica che ha avuto un miglioramento dei tempi del 20%. Quindi quando la legge contro le liste d’attesa viene applicata funziona”.
“Io credo – ha detto Schillaci – che lo Stato debba avere un potere di controllo e di indirizzo per assicurare il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione. Oggi non avviene e il problema delle liste d’attesa è l’esempio eclatante. Io mi batto per l’accesso alle cure sia uguale in qualunque regione e – soprattutto nel rispetto della Costituzione – non dove dipendere dalla capacità economia del cittadino. L’articolo 32 dice che lo Stato si deve occupare degli indigenti ed è quello che sto facendo da quando sono ministro. Quando parliamo di riforma strutturale del Ssn è chiaro che va fatta, dopo 47 anni deve essere ammodernato rispettando i principi base di universalità e gratuità delle cure. Abbiamo preparato due collegati alla finanziaria, uno che presenteremo a breve e riguarda il riordino delle professioni sanitarie. In un mondo che è cambiato la sanità del terzo millennio ha necessità di avere professionisti sanitari nuovi e con competenze diverse. E l’altro sul rafforzamento della rete ospedaliera e della rete territoriale, questo serve per rendere più efficiente il sistema”.
Il Ministro ha parlato anche di carenza di personale: “La carenza degli infermieri è un problema importante, riguarda l’Italia ma anche l’Europa e altre nazioni. Dobbiamo rendere più attrattiva questa professione, questo significa sicuramente avere retribuzioni più alte. Oggi gli infermieri in Italia in base ai dati Ocse sono tra i meno pagati in Ue, ma dobbiamo valorizzare anche il percorso di laurea e su questo stiamo lavorando da tempo con l’Ordine degli infermieri. Però nel brave periodo per potenziare l’assistenza territoriale e se vogliamo far partire le Case e gli Ospedali di comunità” attivate con il Pnrr “abbiamo necessità nel breve periodo di ricorrere all’estero per reclutare il personale infermieristico e rivolgerci a chi ha un percorso formativo fatto sulla falsariga di quello italiano”.