Avere in Italia un servizio pubblico nazionale di psicologia: è l’obiettivo della campagna “Diritto a stare bene” a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare presentata oggi in Senato. Un testo che istituisce una presenza costante nelle comunità: scuole e università, luoghi di lavoro e dello sport, ospedali e carceri, potenziando e integrandosi con l’esistente e disegnando i servizi assenti. La campagna punta a raccogliere le 50mila firme necessarie per portare la proposta in Parlamento e rendere il benessere psicologico un diritto garantito a tutte e a tutti.
Il testo della proposta di legge nasce dal lavoro portato avanti per oltre tre anni da un Comitato Scientifico composto da accademici, professionisti ed esperti nel campo dei diritti, della ricerca e dei servizi pubblici. La campagna di raccolta firme è diretta e coordinata da Pubblica, ente del terzo settore senza scopo di lucro che lavora per contribuire ad allargare lo spazio dei diritti ed è finanziata con il supporto di Project System, primo fondo filantropico italiano dedicato all’attivismo civico.
Un testo che vuole chiudere con l’attuale insufficienza e frammentazione dei servizi di psicologia attraverso interventi coordinati sulle comunità, sostenuti da un adeguato investimento finanziario da 3,3 miliardi di euro annui che coprono ogni aspetto della rete: dalla formazione specialistica retribuita sul modello di quella dei medici specializzandi all’immissione in ruolo del personale, dal Bonus Psicologo potenziato all’istituzione su base nazionale dello psicologo delle cure primarie, prevedendo dal lato delle coperture l’utilizzo di fondi europei per specifici progetti e prefigurando una serie di risparmi sistemici sulla spesa sanitaria e previdenziale.
Investire in psicologia, infatti, abbatte le liste d’attesa e riduce i costi della sanità pubblica: non è uno slogan è il risultato di uno studio con dati analizzati dall’Università Sapienza condotto su oltre 3400 utenti della piattaforma UnoBravo. I partecipanti avevano tutti intrapreso un percorso psicologico da almeno sei mesi ed emerso che gli accessi al pronto soccorso si sono dimezzati. Meno esami di laboratorio e persino meno farmaci. Tutto questo si traduce in meno pressione sul sistema sanitario, meno attese, meno costi.
“Questa iniziativa testimonia il vostro impegno per il diritto di tutti a prendersi cura del proprio benessere psicologico” ha detto in un video messaggio Maria Teresa Bellucci, vice ministro Lavoro e Politiche sociali. “Non posso che concordare con quanto scrivete nel vostro manifesto – ha proseguito – il benessere psicologico non è un lusso e senza stare bene non c’è vera libertà. Questi principi che animano il vostro impegno sono anche la bussola che orienta l’azione di Governo” e “verso politiche che pongano la persona al centro”.
“Ho firmato la proposta di legge di iniziativa popolare. È la prima che firmo da tanti anni. Lo faccio con convinzione” ha detto Luigi Di Maio, rappresentante speciale UE per il golfo persico, già ministro del Lavoro e delle Politiche sociali in un video messaggio. “Questa proposta di legge cerca di fare un altro passo in avanti dopo già i grandi successi che avete ottenuto nell’istituire politiche pubbliche a sostegno delle cure psicologiche” ha aggiunto Di Maio.
“L’America mette i dazi. La Cina ha l’export. I paesi arabi hanno il petrolio. E noi? L’Europa ha un tesoro inutilizzato. Sono le persone e il loro potenziale, dichiara Francesco Maesano, coordinatore nazionale della campagna, dando il via alla raccolta delle firme. L’Italia è il secondo paese in Europa per numero di NEET, cioè di giovani che non lavorano e non studiano. Parliamo di dispersione scolastica e lavorativa. Tradotto: spendiamo molto per formare giovani che non riusciamo a orientare, motivare e attivare. Noi proponiamo di investire sugli studenti e sui lavoratori, su noi stessi, perché quello sul capitale umano è l’unico investimento che abbiamo a disposizione per tornare a crescere. E proponiamo di farlo concentrando le risorse su una vera rete psicologica nazionale pubblica che prevenga la violenza e l’esclusione sociale dove nascono e intervenga davvero per tagliare i costi della domanda di salute inappropriata ma soprattutto liberi il potenziale congelato delle persone”.
Insieme a Francesco Maesano sono intervenuti i coordinatori della campagna Michela Di Trani e Paride Braibanti, Elisabetta Camussi e David Lazzari del comitato scientifico della proposta di legge, Giuseppe Curcio per l’Associazione Italiana di Psicologia e Linda Laura Sabbadini ChairW20.
La struttura della Rete Psicologica Nazionale è stata pensata per prevenire il disagio e intervenire prima che diventi emergenza, violenza, malattia fisica o psichica. E per promuovere il benessere, l’inclusione e la crescita del capitale umano. Un investimento pubblico adeguato che una volta a regime, ridurrà la pressione sul sistema sanitario e sulle liste di attesa: nelle scorse settimane sono stati resi pubblici gli esiti di uno studio dell’Università Sapienza di Roma e UnoBravo sull’impatto della cura della salute mentale sull’accesso ai servizi sanitari in Italia. Dai dati emerge che i soggetti che hanno intrapreso un percorso di supporto psicologico di almeno sei mesi hanno dichiarato una riduzione nell’utilizzo di prestazioni sanitarie: accessi al pronto soccorso, visite specialistiche ed esami da laboratorio. In particolare, proprio sugli accessi al pronto soccorso, nel campione analizzato si è evidenziata una diminuzione del 50%, del 15% degli esami e del 10% delle visite specialistiche. Numeri che raccontano l’impatto immediato dell’investimento in psicologia sulla spesa sanitaria, producendo un calo netto e significativo per le liste d’attesa.
Il progetto prevede l’introduzione su scala nazionale dello Psicologo di Base, la stabilizzazione e il potenziamento del “Bonus Psicologo”, il riconoscimento e l’accreditamento del ruolo del Terzo Settore e l’istituzione di un’Autorità Garante con lo scopo di vigilare sulla tutela dei diritti psicologici e la riforma della formazione specialistica universitaria per gli psicologi, analoga a quella dei medici specializzandi, con contratti di formazione-lavoro retribuiti.