Sono oltre 500 i medici e altrettanti gli infermieri gettonisti nel Lazio. I dati, al 31 marzo 2025, sono stati presentati dall’assessore all’Inclusione Sociale e Servizi Alla Persona della Regione, Massimiliano Maselli in occasione di una interrogazione, negli scorsi giorni, presentata dalla consigliera del Pd Eleonora Mattia. In Aula, Maselli ha spiegato che al fine di descrivere un quadro. esaustivo del fenomeno di cui stiamo parlando, la Direzione Salute ha condotto una rilevazione presso tutte le aziende sanitarie del Lazio, “non limitandosi solo a quelle ospedaliere, in quanto maggiore è la difficoltà ad attrarre personale qualificato, come sappiamo bene, nei centri più piccoli e periferici gestiti dalle ASL”. Da tale indagine è emerso che laddove l’azienda non riesca a coprire i turni di personale medico, o infermieristico, con il solo personale in servizio, e attivando le modalità di reclutamento ordinarie, si ricorre a due distinte soluzioni. La prima consiste nella stipula di contratti di lavoro autonomo, libero-professionali, direttamente con il medico o con l’infermiere, ai sensi del decreto legislativo 165 del 2001; la seconda soluzione, in caso di necessità e urgenza, risiede nell’affidare a terzi, mediante contratto di appalto, i servizi medici ed infermieristici a società che si occupano di reclutare e fornire il personale per la copertura dei turni, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legge 34/23 convertito nella legge 56 del 2023 (si parla di personale impiegato ma non necessariamente a tempo pieno).
I numeri, dunque, dicono che al 31 marzo 2025 risultavano in forza presso le aziende i seguenti liberi professionisti

e attivi i seguenti contratti di fornitura di prestazioni.

Un intervento, quello di Maselli, limitato alla presentazione dei dati (che non sono neanche illustrati in Aula ma successivamente consegnati in Consiglio) e che non ha soddisfatto la consigliera Mattia, che nella sua interrogazione chiedeva “i dati completi sugli affidamenti a terzi di servizi medici e infermieristici presso ciascuna delle aziende ospedaliere del Lazio relativi all’ultimo triennio”. Nel documento fornito dalla Giunta Rocca invece, lamenta la consigliera in una nota post seduta, “non sono specificate informazioni essenziali come il numero dei turni né la tipologia dei contratti (ad esempio se full time o part time) né, soprattutto, i prezzi di riferimento per i quali i ‘gettonisti’ sono stati contrattualizzati, lacuna che non rende possibile un adeguato tracciamento dei costi, l’importo economico complessivo del fenomeno per le casse regionali e del fabbisogno di personale effettivi”.
Ma soprattutto, per Mattia, la Giunta Rocca dovrà spiegare “come intenda far fronte al venire meno dei medici e infermieri attualmente impiegati come liberi professionisti, dopo il prossimo 31 luglio, data a partire dalla quale il Ministero della Salute, con il decreto del 17 giugno 2024, ha disposto lo stop ai gettonisti. Rischiamo così, nel pieno dell’emergenza caldo e delle carenze di organico, da quelle croniche a quelle legate alle ferie del personale, di non poter garantire adeguatamente il servizio della sanità pubblica a Roma e in tutto il Lazio nel pieno del Giubileo e del flusso di pellegrini e turisti. Mancano ormai pochi giorni al 31 luglio e il presidente Rocca, che ha la delega alla Sanità, ancora non ha fornito una soluzione per garantire i livelli assistenziali durante questo cambio di passo, volto a favorire l’impiego di personale strutturato. Con le risorse spese per i gettonisti si potrebbero invece finanziare indennità e nuove assunzioni per il Pronto Soccorso, visto che nel Lazio il pagamento dell’indennità di Pronto Soccorso, prevista a livello statale, è stato sospeso dalla Regione fino alla firma del rinnovo contrattuale”, conclude Mattia sollevando un tema già al centro di numerose polemiche.