Ancora niente di fatto per la nuova rete ospedaliera siciliana. L’approvazione dell’atto potrebbe slittare e la notizia non dispiace ai Comuni e sindacati, secondo cui gli approfondimenti da fare sono ancora tanti ed è necessario un maggiore confronto.
“Apprendiamo dalla stampa che la Regione Siciliana potrebbe avere l’intenzione di rinviare l’approvazione della nuova rete ospedaliera siciliana. L’ANCI Sicilia esprime apprezzamento per tale possibile decisione del Governo regionale in quanto consentirebbe di aprire una fase di confronto più ampia e approfondita con i territori, nel rispetto del ruolo istituzionale dei Comuni e della loro associazione di rappresentanza”, dice ANCI Sicilia in una nota.
“La salute è un diritto fondamentale e la programmazione sanitaria deve tener conto delle specificità dei singoli territori – sottolinea l’Ufficio di Presidenza di ANCI Sicilia –. Il possibile rinvio rappresenterebbe un’opportunità per costruire un dialogo concreto, fondato su dati, esigenze locali e modelli organizzativi condivisi”. L’Associazione dei Comuni siciliani auspica che, proprio in questi mesi, sia possibile aprire un confronto strutturato con gli enti locali, “al fine di garantire un’equa distribuzione dei servizi sanitari e un miglioramento complessivo dell’offerta ospedaliera, specie nelle aree interne e nei comuni più fragili, spesso penalizzati da tagli e carenze croniche di personale e strutture”.
Nel caso in cui questo rinvio avvenisse, dunque, ANCI Sicilia si dichiara disponibile a collaborare con l’Assessorato regionale alla Salute “per contribuire con spirito costruttivo alla definizione di una rete ospedaliera realmente vicina ai bisogni delle comunità”.
I dirigenti della Uil si dichiarano “aperti al confronto purché reciproco”. “Apprendiamo che l’Assessorato alla Sanità ha esitato una nuova versione della rete ospedaliera rispetto a quella illustrataci negli incontri precedenti. In quella sede la UIL ha dato piena disponibilità ad aprire un dialogo e un confronto con per meglio argomentare alcune proposte – su tutte – l’istituzione di un tavolo tecnico permanente che ad oggi, non ha trovato riscontro”, riferiscono in una nota il Segretario Generale Uil Sicilia Luisella Lionti, il segretario Uil-fpl Totò Sampino e il Coordinatore Regionale per l’area medica Fortunato Parisi.
“La nostra organizzazione sindacale – proseguono – ritiene utile che insieme alla rimodulazione della rete ospedaliera si affronti la problematica inerente la Medicina Territoriale. Da tempo chiediamo di lavorare alla rete territoriale anche alla luce delle nuove disposizioni introdotte dal D.M. 77/2022 con la nascita dei cosiddetti Ospedali di Comunità e delle Case si Comunità. Strutture che entro il 2026 dovranno necessariamente entrare in funzione con il coinvolgimento di medici di Famiglia, professionisti del settore infermieristico e altre figure specialistiche. Cosi come si è in attesa del nuovo Piano della Salute Mentale che oggi opera con gravi difficoltà sul territorio per la carenza di personale. Pertanto – concludono – confermiamo la nostra propensione al dialogo costruttivo purché da parte del governo regionale e in modo particolare dell’assessorato, ci sia altrettanta disponibilità all’ascolto per emendare laddove necessario la proposta della nascenda rete ospedaliera”.
Per la Fp Cgil Sicilia, “la maratona che sta vedendo protagonista il progetto di nuova rete ospedaliera varato dall’assessorato regionale della Salute senza alcun confronto con le parti sociali e i territori rischia di trasformarsi in un gioco dell’oca”. Il sindacato chiede di ripartire “dal metodo, dal confronto fra le parti”, per arrivare ad una proposta di merito che tenga conto delle criticità del servizio sanitario regionale.
“È necessario – dicono il segretario generale Gaetano Agliozzo e la segretaria regionale Monica Genovese – ripartire dai bisogni epidemiologici della popolazione e, quindi, dalla definizione di un Piano che da anni non si è più fatto, incrociando le emergenze dei territori, in termini di mancanza di posti letto e strutture fatiscenti, con le condizioni di lavoro del personale sanitario. Servono più medici, più infermieri, più personale socio-sanitario, a cui garantire migliori condizioni contrattuali insieme alla sicurezza. E oggi, a 50 anni dall’istituzione dei consultori, chiediamo più consultori, più diritti, più prevenzione, più cura, rivendicando l’applicazione della legge che prevede un consultorio ogni 20.000 abitanti. E nel contempo, questo assessorato non può più bypassare il tema degli accreditamenti alle strutture della sanità privata, per i quali deve avere come requisito obbligatorio l’applicazione dei contratti di lavoro delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.
Infine, per Agliosso e Genovese “bisogna fare chiarezza sui veri investimenti fatti all’interno della Missione 6 Salute del Pnrr. Continuare a presentare le Case di Comunità come esempio di integrazione socio-sanitaria quando ancora materialmente non esistono è un’ulteriore beffa ai danni dei siciliani”.
Rete ospedaliera siciliana, slitta l’approvazione. D’accordo Anci, Cisl e Cgil: “Serve un confronto più ampio e approfondito”
Comuni e sindacati contestano il fatto che le notizie arrivino dalla stampa ma ritengono positiva la notizia del possibile rinvio: “Rappresenterebbe un’opportunità per costruire un dialogo concreto, fondato su dati, esigenze locali e modelli organizzativi condivisi”, dice Anci Sicilia. Uil: “Confermiamo la nostra propensione al dialogo costruttivo purché da parte del governo regionale ci sia altrettanta disponibilità all’ascolto” Fp Cgil: “Una maratona che rischia di trasformarsi in un gioco dell’oca. Bisogna ripartire dal metodo, con un vero confronto”.