Gentile Direttore,
oggi, come da molti anni ormai, la sanità ha, purtroppo, come unico punto di riferimento e di fruizione i Pronto Soccorso per qualsiasi domanda di salute. Tutto cambia, ma nulla cambia intorno ai Pronto Soccorso: la cosiddetta “Sanità di Prossimità”, le Cure Primarie, le Liste d’attesa, la cronica carenza di posti letto e via dicendo. Vicenda trita e ritrita nella paludata retorica degli impegni, degli annunci di cambiamento, quanto non addirittura delle rivoluzioni annunciate etc.
Un sistema ormai strutturato e radicato, con al centro una perniciosa contrapposizione di poteri, contropoteri, di veti, di lobby piccole e grandi, che ha definitivamente ingessato lo stato delle cose, peraltro nell’inconsapevolezza della popolazione, nel frattempo sempre più consumatrice di domanda di salute e che dà per scontato ciò che non lo è più affatto. E neanche ormai ci si pone dove sia il limite di una tale degenerazione comodamente accettata ed assimilata a “normalità”. E mentre il Titanic affonda “l’orchestrina di bordo” continua ad “allietare” il naufragio, dietro una regia, nazionale e regionale che misura la sua impotenza, ma nel contempo esercita il suo ruolo.
Tutti fingono più o meno consapevolmente di non vederne il punto di rottura, vivacchiando alla giornata, sapendo già che il sistema è irriformabile e che, diversamente, costerebbe molto sul piano politico. E mentre i Politici abbondano, gli Statisti mancano.
Letteralmente schiacciati in questa morsa fra Ospedalità e Territorio ci sono le vite ed il lavoro di tantissimi cittadini, dei Primari, i Medici, gli Infermieri, il Personale ausiliario che quotidianamente si “sbattono” nella trincea dei Pronto Soccorso. E che ormai sono strastufi e logorati da un modo ed una misura di lavorare il quadruplo al posto di altri, i cui carichi di lavoro, sono invece prestabiliti e commisurati alle risorse disponibili e/o anacronistici perché fermi ad una concezione lavorativa di 60 anni fa. E anche di pagarne il prezzo medico-legale di un rischio clinico inaccettabile.
L’inverno demografico va di pari passo con il gelo sanitario. Se da un lato si ammette – con Bandi di concorso, Avvisi per medici di Emergenza-urgenza, contratti Libero-Professionali per 9 Pensionati – che sono a rischio i Livelli minimi di sicurezza, dall’altro, manca la spinta necessaria per correlare alla gravità della situazione l’individuazione di misure straordinarie che questa fase storica necessita.
E sempre più urgente, in assenza di capacità di Governo ai vari i livelli, ripensare a tale servizio: non più Pronto Soccorso, ma “Emergenza- Urgenza–Cure Intermedie e Primarie” e rimodulare risorse, personale, competenze per risposte a più livelli: quello che continua ovviamente non solo a non farsi, ma neanche a pensarsi.
L’amara conclusione: il Diritto alla Salute sancito costituzionalmente, come ed in che misura potrà essere garantito? Semplicemente non lo sarà. Perché una Sanità ProntoSoccorsocentrica è fuori da ogni logica e modello di gestione clinico-assistenziale e di sistema. Ed è bene che tutti ne abbiano piena contezza: utenza e decisori a tutti i livelli. Intanto, la musica dell’Orchestrina continua ad “allietare” il naufragio in corso…
Dott. Raffaele Gaudio
Segreteria Aziendale FISMU-FVM Lecce
Responsabile Nazionale PP.SS. FISMU