Gentile Direttore,
vorrei portare l’attenzione sul ruolo che la Medicina Interna Ospedaliera potrebbe avere anche nello sviluppo della Nuova Sanità Territoriale come delineata dal DM 77/22.
La Medicina Interna è la Disciplina Specialistica che si occupa del Paziente Complesso con Pluripatologia; il suo scopo è il Percorso Diagnostico e Terapeutico sul Singolo Paziente visto globalmente come portatore di Patologie Acute e Croniche che si combinano in diversi stadi e che richiedono interventi diversi e contemporanei specifici per quel singolo Ammalato.
La Medicina Interna è presente da sempre praticamente in tutti gli Ospedali dove gestisce i Ricoveri di Pazienti Acuti Complessi provenienti dai Pronto Soccorso; in molti Ospedali di Base e di Prossimità la Medicina Interna rappresenta una fondamentale e spesso unica Area di Cura H24. Nell’ambito dell’Organizzazione Ospedaliera la Funzione degli Internisti è ben nota e largamente utilizzata.
A seconda dei Modelli Ospedalieri gli Internisti possono occuparsi anche di Medicina d’Urgenza, di Medicina Perioperatoria, di Medicina “Hi-Care” e possono gestire Attività Ambulatoriali di vario tipo tra cui quelle prevalenti per lo Scompenso Cardiaco Cronico ed il Diabete Mellito che a loro volta definiscono e condizionano il decorso di anni del Paziente Cronico.
La gestione della Cronicità è da tempo al centro dell’attenzione dei Sistemi Sanitari ed è sicuramente l’anello di congiunzione tra la Medicina Ospedaliera (Riacutizzazioni) e la Medicina Territoriale (Casa come luogo di Cura).
La presenza di Internisti in tutti gli Ospedali (cosa che non avviene per le Specialistiche di Branca) li pone in condizioni di vicinanza fisica e funzionale con le AFT della Medicina Generale e con le nuove Case di Comunità e questo è di per se’ favorente rispetto alla creazione di Reti Cliniche Integrate e Strutturate con la Medicina Territoriale.
Oltre alla proiezione nelle Case di Comunità di Attività Ambulatoriali mirate alle condizioni Croniche si potrebbe facilmente attivare una modalità di “Consulto Internistico per le AFT” che si basi sul Consulto tra Colleghi Medici di Medicina Generale e Medici Internisti (“Peer to Peer”) su singoli Casi Clinici per definire insieme Percorsi individuali di Diagnosi e Cura compreso il Ricovero Ospedaliero, se necessario, ma anche la razionalizzazione della Pluriterapia (“Deprescription”), aspetto questo fondamentale di Appropriatezza e Sicurezza della Cura.
La Medicina Interna Ospedaliera può quindi aumentare l’efficacia della Medicina Territoriale tenendo conto che nelle Case di Comunità è prevista anche una funzione di Diagnostica Strumentale e sono presenti gli Infermieri di Famiglia e Comunità che debbono essere indirizzati e supportati per una gestione efficace delle condizioni croniche nel Territorio.
Sarà interessante vedere se queste potenzialità saranno colte nello sviluppo a breve termine del nostro Sistema Sanitario indotto dal DM 77 e dalla realizzazione degli Obiettivi PNRR connessi.
Paolo Corradini
Internista Ospedaliero
Servizio Sanitario Toscano