Farmindustria: “Rafforzare competitività e investimenti”

Farmindustria: “Rafforzare competitività e investimenti”

Farmindustria: “Rafforzare competitività e investimenti”

“Le carenze di farmaci rappresentano un rischio serio da affrontare con il massimo impegno, come già avviene in Italia grazie alla collaborazione tra Governo, Istituzioni, Industria e Filiera distributiva. Per dare una riposta strutturale alle carenze, nell’attuale quadro geoconomico, è fondamentale, in particolare, disporre di regole più efficaci che rafforzino attrattività e competitività del ruolo dell’Ue nella gestione dei medicinali critici. Una strategia solida a livello europeo richiede misure volte a potenziare l’autonomia strategica, consolidare le produzioni e rafforzare le filiere, riducendo così la dipendenza, diretta e indiretta, dai Paesi extra-UE, da cui oggi proviene circa il 74% dei principi attivi e degli intermedi utilizzati nei farmaci più diffusi”. E’ il commento all’ANSA di Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, a seguito della pubblicazione del report sulle misure dell’Ue per garantire la disponibilità dei medicinali della Corte dei conti europea (Cce).

“Il rischio di carenze – prosegue Cattani – nasce dallo squilibrio tra la crescente domanda globale e i limiti della produzione, messa sotto pressione da forti rincari dei costi. Si tratta di uno shock che colpisce in modo particolare l’Unione Europea, riducendone competitività e capacità di approvvigionamento. Dal 2021 l’aumento dei prezzi dell’energia e i suoi effetti a cascata hanno provocato un incremento generalizzato dei costi produttivi. L’industria farmaceutica, da oltre tre anni, sostiene un aggravio strutturale di circa il 30% rispetto al 2021, mentre i prezzi dei farmaci, essendo regolati da negoziazioni, restano stabili o in diminuzione”.

A questo, sottolinea, “si sommano gli attuali rischi geopolitici e scenari commerciali, che contribuiscono ad allungare i tempi e ad aumentare ulteriormente i costi dei trasporti”. La soluzione a un tema così rilevante avverte, “non può passare da strumenti ‘ordinari’, ma da un cambio di paradigma strutturale. Al problema delle carenze si deve rispondere potenziando l’espansione della capacità produttiva e con regole per attrarre investimenti. I grandi sistemi economici mondiali stanno già introducendo incentivi per favorire nuovi investimenti, mentre l’Europa non sembra muoversi con la stessa determinazione in questo senso”.

17 Settembre 2025

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