Nessun ospedale fatiscente, nessuna infestazione, nessuna chiusura in vista. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha voluto lanciare oggi in Aula alla Camera, rispondendo all’interrogazione di Enrico Cappelletti (M5S) sulla situazione dell’ospedale San Luca di Trecenta, in provincia di Rovigo. Una risposta dettagliata, che punta a smentire con dati e azioni concrete le denunce su uno stato di degrado della struttura e sul rischio di depotenziamento del presidio.
Gemmato, richiamando innanzitutto la competenza regionale sull’organizzazione dei servizi sanitari, ha riportato le informazioni fornite dalla Regione Veneto, a partire dalla questione più delicata: lo stato strutturale dell’ospedale. “Il San Luca è regolarmente manutenuto, soprattutto per quanto riguarda gli impianti – ha spiegato – ed è da ritenersi perfettamente funzionante e sicuro per l’utilizzo”.
Una dichiarazione che si accompagna all’elenco degli interventi eseguiti nel post-Covid: tra questi, 11 nuovi posti letto di terapia intensiva, ascensori dedicati per i percorsi protetti di pazienti infetti e personale, spazi riorganizzati al piano seminterrato per le esigenze del personale sanitario. Segnali di un presidio in trasformazione, che punta a riprendere e ampliare le proprie funzioni.
E infatti, accanto alle opere strutturali, si registra una riattivazione progressiva dei reparti: la riabilitazione, la procreazione medicalmente assistita, il blocco operatorio (utilizzato come degenza intensiva durante la pandemia e ora in fase di ritorno all’attività chirurgica), la radiologia con nuovi aggiornamenti tecnologici. Tutto questo, ha precisato Gemmato, è accompagnato da un’azione sul fronte del personale, grazie a nuovi reclutamenti e a soluzioni organizzative come l’esternalizzazione di alcuni servizi medici.
Anche sul fronte dei numeri l’ospedale sembra reggere: 113 i posti letto attivi, suddivisi tra medicina generale, week surgery, riabilitazione, rianimazione e ospedale di comunità. A ciò si aggiunge il punto di primo intervento (PPI), operativo h24 e 7 giorni su 7, con la presenza continua del SUEM e, durante il giorno nei feriali, anche di un medico di pronto soccorso dedicato. Una soluzione ibrida, che – ha evidenziato il sottosegretario – garantisce circa 10.000 accessi l’anno, con una media di 25-30 pazienti al giorno.
Per evitare sovraccarichi e accessi impropri, è stato inoltre attivato un Punto di Continuità Assistenziale in prossimità del PPI, a supporto della popolazione locale. Sul piano delle specialità, spicca il centro di PMA di terzo livello, recentemente ristrutturato, e la week surgery che, coinvolgendo più discipline (dalla chirurgia vascolare alla ginecologia), registra un’attività in costante crescita.
Infine, una nota che intende chiudere le polemiche legate all’igiene e alla presenza di infestazioni. “Non risultano casi di topi negli ospedali veneti”, ha affermato con decisione Gemmato, ricordando che la ULSS ha in essere convenzioni con imprese specializzate in disinfestazione, attive anche nelle aree ospedaliere.