Gentile Direttore,
la prescrizione dí radiografie agli arti per “traumi minori” da parte degli infermieri di triage, in Pronto Soccorso, promossa con delibera dell’Assessore alla Salute del Trentino, ci lascia stupiti e sgomenti, oltre che un po’ arrabbiati.
Sono anni che le autorità sanitarie di diverse regioni promuovono il task shifting (cioè la delega di competenze mediche a chi non è medico) della professione medica da parte degli infermieri; lo ha fatto prima la Regione Toscana con i protocolli “See & Treat”, poi la regione Emilia Romagna con gli algoritmi avanzati per gli infermieri del 118 e le linee guida per i cateteri venosi centrali, infine questa delibera del Trentino.
Tante sono le perplessità per quest’ultima: come si fa a giudicare e stabilire il cosiddetto “trauma minore” se non sulla base di una anamnesi, una semeiotica fisica, una diagnosi? Quali sarebbero i protocolli clinici scientificamente validati sulla cui base l’infermiere decide?
Le radiografie prescritte dai colleghi infermieri le referterà il medico radiologo? E se il medico non concorda con la prescrizione dell’infermiere professionale? Chi interpella? L’ortopedico per un trauma che non ha ancora visto?
Quindi un medico esegue un atto medico diagnostico prescritto da un non medico?
E ancora: perché valorizzare alcune professionalità sanitarie e svilirne altre? Sarebbe interessante anche valutare il punto di vista medico legale, considerato che l’infermiere professionale non può eseguire né una diagnosi, né prescrivere esami.
E l’infermiere professionale vuole assumersi la responsabilità di una prescrizione medica, con tutte le conseguenze in caso di errori o complicanze, solo per compiacere la sua Azienda di appartenenza, che vuole fare bella figura riducendo i tempi di attesa in Pronto Soccorso, senza però agire sulle vere cause di queste?
Ma sarebbero ancora tante le considerazioni nel merito specifico della delibera.
Però ce n’è una che vale per tutti: se per la legge dello Stato esiste un articolo del Codice Penale che vieta l’abuso di professione medica (348 C.P.) e solo alla professione medica sono riservate le attività di diagnosi e terapia, come è oggi possibile che le Regioni continuino a fare delibere di questo genere, che altro non sono che delega di atto medico a chi medico non è?
E chi lo esercita altro non fa che violare l’art. 348 C.P.
Ma chi dovrebbe controllare e far rispettare la legge non se ne accorge? O chiude un occhio?
E che cosa fa l’Ordine dei Medici di Trento, che dovrebbe far rispettare il codice di deontologia medica, che all’art. 13 recita “il medico non delega atti di sua competenza a chi non è medico”? Ha addirittura espresso parere positivo sulla sperimentazione!
E soprattutto chi dovrebbe vigilare sul rispetto del codice di deontologia medica, che che cosa dice o fa?
I sindacati medici hanno fatto sentire la loro voce, e ringraziamo la Dott.sa Sonia Brugnara di CIMO Medici del Trentino, ma stiamo aspettando di sentire presto la voce della FNOMCEO!
Dott. Salvatore Lumia
Presidente Regionale Federazione CIMO-FESMED (Anpo – Ascoti, Cimo, Cimop, Fesmed) Emilia Romagna
Dott. Luca Spinardi
Segretario Regionale Federazione CIMO-FESMED (Anpo – Ascoti, Cimo, Cimop, Fesmed) Emilia Romagna
Dott. Alberto Zaccaroni
Vice Presidente Vicario Regionale Federazione CIMO-FESMED (Anpo – Ascoti, Cimo, Cimop, Fesmed) Emilia Romagna
Dott. Massimo Laus
VicePresidente Regionale Federazione CIMO-FESMED (Anpo – Ascoti, Cimo, Cimop, Fesmed) Emilia Romagna
Dott. Marco Gaspari Pellei
Responsabile Settore Emergenze/Urgenze Federazione CIMO-FESMED (Anpo – Ascoti, Cimo, Cimop, Fesmed) Emilia Romagna