Invecchiamento della popolazione: senza riforme la sfida per la sanità e le finanze pubbliche rischia di essere insostenibile

Invecchiamento della popolazione: senza riforme la sfida per la sanità e le finanze pubbliche rischia di essere insostenibile

Invecchiamento della popolazione: senza riforme la sfida per la sanità e le finanze pubbliche rischia di essere insostenibile
Un nuovo rapporto Ocse dipinge un quadro chiaro: le società stanno invecchiando rapidamente, con profonde implicazioni per la spesa pubblica in pensioni, sanità e long-term care. L'Italia si trova in prima linea in questa transizione demografica, con una pressione fiscale già tra le più elevate. La ricetta per sostenibilità? Un mix di riforme: promuovere l'invecchiamento in salute, riformare le pensioni, migliorare l'efficienza del SSN, potenziare l'occupazione degli over 55 e allargare le basi tributarie. IL REPORT

La longevità è una conquista della nostra epoca, ma il suo prezzo per le casse pubbliche rischia di diventare insostenibile. Mentre l’Italia fatica a riformare il suo welfare, un rapporto dell’Ocselancia l’allarme: l’invecchiamento della popolazione è una bomba a orologeria per le finanze pubbliche dei paesi avanzati. Il nostro Paese, con uno dei tassi di dipendenza degli anziani più alti al mondo e un debito pubblico già elevato, è chiamato a una sfida di resilienza senza precedenti. Tra pensioni, sanità e assistenza agli anziani non autosufficienti, la spesa pubblica è destinata a lievitare. Come affrontare la tempesta perfetta?

La popolazione globale sta invecchiando a ritmi sostenuti, trainata dall’aumento dell’aspettativa di vita e dal calo dei tassi di fertilità. Questo il punto di partenza del rapporto Ocse “Ageing populations, their fiscal implications and policy responses”, che analizza le ricadute di questo fenomeno epocale sulle finanze pubbliche.

Il rapporto colloca l’Italia tra i paesi che stanno affrontando le transizioni demografiche più rapide e significative. Il nostro tasso di dipendenza degli anziani (over 65 su popolazione in età lavorativa) è tra i più elevati dell’area OECD e si prevede che salirà dal 33% del 2022 a un preoccupante 79% entro il 2060. Parallelamente, la popolazione in età lavorativa (20-64 anni) è destinata a contrarsi, riducendo il bacino di contribuenti e il potenziale di crescita economica.

L’invecchiamento esercita una pressione diretta su tre voci di spesa pubblica cruciali:

-La spesa pensionistica pubblica in Italia, già tra le più alte in percentuale del PIL, è destinata a crescere ulteriormente in assenza di interventi correttivi.

-La spesa sanitaria pubblica è inevitabilmente influenzata dalla demografia. Sebbene non sia l’unico driver (contano anche reddito, tecnologia ed effetti Baumol), una popolazione più anziana richiede più prestazioni sanitarie. L’Ocse stima che, senza politiche per un “invecchiamento in salute”, la spesa sanitaria pubblica continuerà a salire. Questa è la voce di spesa che cresce più rapidamente. Con l’aumento della popolazione over 80, la domanda di assistenza a lungo termine esploderà. Il rapporto evidenzia che, anche con il supporto pubblico, i costi out-of-pocket per l’assistenza domiciliare in Italia rimangono elevati per molti anziani, mettendo a rischio l’accessibilità delle cure.

La risposta necessaria: un approccio multidimensionale
L’Ocse delinea una strategia articolata per “adattarsi” all’invecchiamento, dato che il margine per “mitigarlo” (attraverso un aumento della fertilità o dell’immigrazione) è limitato. Le raccomandazioni chiave per l’Italia includono:

-Investire in prevenzione e stili di vita sani a tutte le età per ridurre la pressione sui sistemi sanitari. Politiche efficaci potrebbero ridurre la spesa sanitaria pubblica dello 0,4% del PIL entro il 2040.

-Aumentare l’età effettiva di pensionamento, allineandola all’aumento dell’aspettativa di vita, e ridurre i percorsi di pensionamento anticipato. Secondo le proiezioni OECD, riforme in questa direzione potrebbero ridurre la pressione fiscale media di circa il 2% del PIL nel 2060, con risparmi anche maggiori per paesi come l’Italia.

– Contrastare la spesa inefficace (stimata in circa un quinto del totale), potenziare l’assistenza territoriale e l’integrazione tra sanità e sociale, e investire in tecnologie e nella formazione del personale, anche nel settore LTC dove le carenze di operatori sono acute.

-Rimuovere le barriere all’occupazione degli over 55, come il pensionamento obbligatorio, e promuovere la formazione continua per adattare le competenze alla domanda del mercato del lavoro.

-Per far fronte all’aumento della spesa, i governi potrebbero dover considerare un ampliamento delle basi imponibili, ad esempio razionalizzando le agevolazioni IVA o valutando tasse su proprietà immobiliari e successioni, che hanno un minore impatto negativo sulla crescita.

Il messaggio dell’Ocse è inequivocabile: l’invecchiamento non è una prospettiva futura, ma una realtà che sta già plasmando le nostre economie e le nostre società. Per l’Italia, paese particolarmente esposto, l’inerzia non è un’opzione. La sostenibilità del welfare e della finanza pubblica richiede un’azione politica coraggiosa, tempestiva e coordinata su più fronti, dalla sanità al lavoro, dalle pensioni alla fiscalità. Il tempo a disposizione per attuare queste riforme, e farlo in modo equo, si sta rapidamente esaurendo.

22 Ottobre 2025

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