“Salute: un diritto o privilegio?”. In Sardegna confronto con Cartabellotta, Speranza e Bartolazzi

“Salute: un diritto o privilegio?”. In Sardegna confronto con Cartabellotta, Speranza e Bartolazzi

“Salute: un diritto o privilegio?”. In Sardegna confronto con Cartabellotta, Speranza e Bartolazzi
Promosso dal senatore Marco Meloni (Pd) e moderato dalla presidente della commissione Salute del Consiglio regionale, Carla Fundoni (Pd), il confronto tra assessore, ex ministro e presidente Fondazione Gimbe ha affrontato temi come le criticità del Ssn a quasi 50 anni dalla sua istituzione e la possibile estensione, con la manovra nazionale, del fondo per i farmaci innovativi alla Sardegna e alle regioni speciali

“Salute: un diritto o privilegio?”. È la domanda intorno alla quale si è svolto, lo scorso 24 ottobre – nell’ambito delle due giornate di incontri tematici al centro d’arte e cultura dell’Exmà di Cagliari organizzati dal Senatore Marco Meloni (PD) – il confronto che ha visto protagonisti la presidente della commissione Salute del Consiglio regionale Carla Fundoni (PD), l’assessore regionale della Sanità Armando Bartolazzi, il Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, l’ex ministro della Salute e deputato PD, Roberto Speranza.

“Il tema che oggi affrontiamo – ha spiegato Marco Meloni nel suo intervento – angoscia tutti noi. Immagino che l’assessore alla Sanità Bartolazzi senta quotidianamente la responsabilità di garantire che il sistema salute funzioni, che le persone possano avere accesso alle cure appropriate a prescindere dalla propria condizione sociale ed economica. Una responsabilità che riguarda chi amministra tutte le regioni italiane ma che in Sardegna ha degli accenti anche più preoccupanti”. Il senatore ha poi contestato “la destra al Governo del Paese” perché “riteniamo che stia decidendo silenziosamente che non debba esistere più il sistema sanitario universalistico, modificando le leggi o definanziando la sanità”.

Una buona notizia, per la Sardegna, potrebbe però arrivare presto: “La proposta di estendere il fondo per i farmaci innovativi anche alla Sardegna e alle regioni speciali, che abbiamo presentato qualche mese fa insieme ai senatori Antonio Nicita e Beatrice Lorenzin, è prevista dal testo della legge sulla manovra finanziaria bollinato dalla Ragioneria di Stato e inviato dal Ministero dell’Economia alla Presidenza del Consiglio dei ministri, e che è ora pronto per iniziare l’iter parlamentare”, ha fatto sapere il senatore. Una misura che “se dovesse giungere a compimento, ed è presumibile, sarebbe per noi un motivo di grande soddisfazione”, con un impatto importante sulla Sardegna, “dove il peso di alcune patologie è oggettivamente esistente e pressante, come nel caso della talassemia”.

Per la presidente della commissione Salute, Carla Fundoni, “l’analisi deve partire dal fatto che la nascita del Ssn si basa e qualifica per alcuni importanti paradigmi che impongono l’uguaglianza e la accessibilità di tutti i cittadini alle cure. Sicuramente la pandemia, che l’on. Speranza ha vissuto in prima persona come Ministro, ha enfatizzato quelle che erano già le fragilità del nostro sistema nazionale e ha scardinato determinati anticorpi che permettevano a tutte le strutture sanitarie delle nostre Regioni di contenere queste criticità. Investire sul Ssn è l’obiettivo che tutti dovremo avere, ma la Manovra del Governo non fa ben sperare in una proiezione triennale di investimenti sul Ssn che consentano al sistema appunto di sorreggersi”.

“Il Pnrr – ha aggiunto Fundoni – può essere sicuramente una scommessa vincente del nostro Paese, ma anche su questo fronte i dati dicono che ci sia un po’ di ritardo nella spendita dei fondi e sulla resa di quello che riguarda soprattutto la sanità territoriale. Quindi, cosa fare? Bisogna cercare di capire a livello nazionale quali sono sono problematiche organiche e fisiologiche in tutte le regioni, e quelle che possono essere invece le criticità che la nostra regione manifesta più di altre: vuoi per l’insularità, per il contesto orografico del territorio, per la carenza di personale che da noi raggiunge numeri importanti, come nel caso dei medici di medicina generale, per la problematica delle liste di attesa, per la spesa regionale per la mobilità passiva dei pazienti che cercano fuori dalla nostra isola cure mediche che da noi non riescono ad avere, soprattutto su tematiche di tipo oncologico”.

Nel corso della discussione, l’Assessore Armando Bartolazzi (leggi l’approfondimento), riguardo alle criticità sull’aumento dei costi delle metodologie diagnostiche e di quelli dei farmaci innovativi, ha ricordato che in Sardegna qualcosa è stato comunque fatto: “Abbiamo somministrato per la prima volta la terapia genica per la SMA a una bambina di 18 mesi, terapia che costa circa 1 milione e mezzo di euro” e “ne vorremo fare di più, ci stiamo provando. Sto negoziando anche con le company per cercare di capire se si riesce a far abbassare il prezzo di questi farmaci”.

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta (leggi l’approfondimento), ha accennato come “nel 2024 ci sono state 5,8 milioni di persone che hanno rinunciato alle prestazioni o hanno limitato le proprie spese sanitarie in maniera costante durante l’anno. Di fatto in un sistema universalistico, i cittadini indigenti a cui la Repubblica dovrebbe garantire le cure gratuite, oggi non riescono a pagarle di tasca propria”. Cartabellotta ha evidenziato come “questo sia il vero problema della Sanità, che non siamo più in grado oggi di sostenere un sistema universalistico. L’Istat qualche settimana fa ci ha detto che oggi 5,7 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà assoluta”.

L’ex ministro Roberto Speranza (leggi l’approfondimento) ha ricordato il periodo di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia Covid quando lui proprio era al Governo. Auspicava che quell’esperienza potesse far sviluppare maggiormente “la consapevolezza che il servizio sanitario nazionale fosse la cosa più preziosa che abbiamo”. I fondi allora giungevano: “In quegli anni arriviamo al 7,4% in relazione al PIL e in più ci sono stati quasi 20 miliardi di fondi straordinari del PNRR in un colpo solo, più i fondi ordinari”. Chiusa però la fase dell’emergenza “mi sono accorto è cominciata una fase di disinvestimento”, deludendo le aspettative nel mantenere alta l’attenzione dei finanziamenti nei servizi essenziali che la Sanità deve poter offrire a tutti i cittadini.

Elisabetta Caredda

Elisabetta Caredda

29 Ottobre 2025

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