Gentile Direttore,
con riferimento alla Delibera di Giunta pubblicata dalla Provincia Autonoma di Trento n.1401 del 19 settembre 2025 di approvazione del “progetto di estensione agli infermieri di triage e post triage di Pronto Soccorso della richiesta di radiografie in situazioni di traumi minori e secondo protocolli condivisi”, della quale più volte ci si è confrontati in questo importante spazio dedicato dalla presente rivista da Lei diretta, l’Associazione Nazionale Fisiatri ritiene doveroso porre un plauso all’azione messa in campo dall’Associazione Nazionale di Diagnostica per Immagini dell’Area Radiologica, la quale sollevando numerose eccezioni sollevate nei confronti della Delibera menzionata, a mezzo del proprio legale avv. Alessandro Capuano, ha prodotto la revoca del provvedimento giuntale, sostituendola con un una nuova proposta di progetto “Gestione delle richieste di radiografie per il trattamento di traumi minori nei Pronto Soccorso”, con deliberazione n.1758 del 17.11.2025, che sicuramente verrà valutata altrettanto approfonditamente dalla indicata Associazione.
Numerose erano state le opposizioni sollevate da Associazioni di categoria medica e soprattutto afferenti l’area radiologica, a comprova di come quanto deliberato aveva sollevato numerose critiche.
L’Associazione Andiar, aveva infatti proceduto ad opporre numerose eccezioni al progetto oggetto della Deliberazione n.1401/2025, chiedendone la revoca in autotutela.
Numerosi sono stati i riferimenti normativi e giurisprudenziali sollevati da Andiar, tra cui il macroscopico contrasto con le plurime normative di settore, tra cui la Direttiva Euratom (D.Lgs. n.101/2020), ricordando che in materia devono svolgersi valutazioni mediche sul singolo paziente, come previsto dall’art. 157, comma 4 del menzionato Decreto legislativo (“Tutte le esposizioni mediche individuali devono essere giustificate preliminarmente, tenendo conto degli obiettivi specifici dell’esposizione e delle caratteristiche della persona interessata. Se un tipo di pratica che comporta un’esposizione medica non è giustificata in generale, può essere giustificata invece per il singolo individuo in circostanze da valutare caso per caso”).
Valutazioni che sono di esclusiva competenza del medico prescrittore.
La Delibera, inoltre, si poneva in aperto contrasto anche con le pubblicate in G.U. n.261 del 9.11.2015.
La Giunta aveva pertanto – illegittimamente – ampliato le competenze infermieristiche (descritte innanzitutto nel D.M. 739/1994), la cui definizione e delimitazione è materia di esclusiva competenza ministeriale.
Più nel dettaglio, in riferimento all’atto diagnostico quale esecuzione di un esame radiologico la giurisprudenza ha più volte chiarito (se mai ce ne fosse stato bisogno) come lo stesso sia di esclusiva e indiscussa competenza del medico (appunto) prescrittore; è infatti imprescindibile “che ciascuna prescrizione risponda, per il medico che la formula, a valutazioni diagnostiche che il medico stesso abbia obiettivamente ed accuratamente maturato (il codice di deontologia stabilisce all’art. 13 che la prescrizione di una terapia impegna la professionale ed etica del medico e non può che far seguito a una )” (Cass. pen. Sez VI, sentenza del 31.03.2011, n.13315).
A nostro avviso, l’opposizione di Andiar si è distinta anche per aver sollevato un rilevante profilo di interesse pubblico, sostenendo che “la ha anche la funzione (come nel caso oggetto della presente Deliberazione) di autorizzare l’esecuzione dell’esame medico (diagnostico, nel caso in oggetto) con la contestuale assunzione di un onere finanziario a carico dell’amministrazione sanitaria. Ebbene la prescrizione medica è un atto avente natura complessa e, tra i vari profili, ha anche carattere economico in quanto evidenzia e autorizza una spesa sanitaria a carico delle finanze statali”.
L’inappropriata prescrizione (che si sarebbe configurata in caso di applicazione della Deliberazione) avrebbe comportato un aggravio di spesa pubblica ed un conseguente danno erariale per inappropriatezza prescrittiva, avvisando pertanto – qualora la Provincia Autonoma non avesse provveduto al ritiro della Deliberazione – di essere pronta a segnalare quanto deliberato dalla Provincia alle competenti Procure, della Repubblica e della Corte dei Conti. Andiar notiziava di tale richiesta di revoca anche il Ministero della Salute, per i doverosi poteri di controllo.
Ebbene, in data 17.11.2025, la Provincia Autonoma di Trento ha provveduto alla sostituzione della Deliberazione, con altro Progetto denominato “Gestione delle richieste di radiografie per il trattamento di traumi minori nei Pronto Soccorso” e incastonato nella Deliberazione n.1758 del 17.11.2025, avendo cura di precisare che “Tale progetto sarà inviato e presentato ai competenti tavoli nazionali e interregionali interessati, al fine di trovare condivisione rispetto alla finalità dell’intervento e alle possibili soluzioni di attuazione.
Con il provvedimento allegato viene meno pertanto anche il mandato per l’avvio di una sperimentazione presso l’Azienda sanitaria”.
Con la nuova Deliberazione la Provincia di Autonoma di Trento ha pertanto deliberato di “di differire l’operatività della deliberazione della Giunta Provinciale n. 1401 del 19 settembre 2025, integrata dalla in sostituzione della precedente , all’esito della risposta che sarà data dai tavoli nazionali e/o interregionali coinvolti in materia, per l’individuazione delle possibili soluzioni di attuazione”.
Vedremo ora il responso di questa nuova fase di interlocuzione sul nuovo progetto.
Ebbene, l’importante e condivisibile lavoro di Andiar, è la riprova che la tutela dell’ambito medico e delle attività di esclusiva competenza medica necessitano da parte delle Associazioni di categoria (sia rappresentative del personale medico sia delle strutture sanitarie) di un controllo costante e capillare su tutto il territorio nazionale, a sentinella non solo della categoria medica ma anche dei cittadini.
Come ho avuto modo più volte di ribadire, non è una battaglia di categoria, anzi!
L’applicazione del progetto incastonato nella Deliberazione di settembre 2025 avrebbe messo a serio rischio anche gli infermieri stessi, perché si sarebbero esposti ad un non trascurabile rischio di incorrere in un possibile esercizio abusivo della professione medica.
La collaborazione e il coordinamento tra personale medico e professionisti sanitari è sicuramente un arricchimento conoscitivo reciproco e consente al paziente di ottenere un servizio quanto più completo, sempre che, gli enti competenti e i diretti protagonisti non facciano confusione sui ruoli che spettano alle singole categorie professionali.
Dott. Mauro Piria
Vice Segretario Nazionale – Associazione Nazionale Fisiatri (ANF)