Gentile Direttore,
che cosa ha indotto lo scrittore Tiziano Scarpa a definire il libro “La giusta distanza dal male”di Giorgia Protti, giovane medica al suo primo incarico in Pronto Soccorso all’inizio della pandemia, un grido di dolore sulla sanità pubblica, e il romanzo da far leggere ai politici? La risposta è nella rara capacità della Autrice di elevare a letteratura le condizioni in cui versa oggi la “prima linea” del sistema sanitario, il Pronto Soccorso, unica porta lasciata libera per l’accesso alle cure pubbliche. Il PS è da tempo simbolo del disagio medico e fotografia delle disfunzioni del SSN e della stessa società italiana, causa di scontento dei cittadini e quotidiana condanna di chi ci lavora, un moderno Sisifo destinato a confrontarsi eternamente con una pesante fatica sempre uguale e senza speranza.
E che cosa rende oggi lo specifico lavoro nei PS in medicina d’urgenza o in Rianimazione una fonte di sofferenza, come un destino che porta a un alto tasso di suicidi tra i medici (Christophe Dejours, “Soffrire sul lavoro non è un destino”, Moretti&Vitali)? Che cosa, infine, lo fa descrivere come una patologia tossica ed incombente, un male da cui tenersi, appunto, alla “giusta distanza”?
Non sappiamo se i politici e le direzioni aziendali lo leggeranno, ma sappiamo che questo caso letterario, come in un gioco di specchi, apre un varco inedito di sensibilità e di attenzione, con un richiamo al “restare umani “nell’esercizio dignitoso del lavoro di cura.
L’Area Formazione Femminile e la Commissione Emergenza-Urgenza dell’Anaao Assomed sono partiti da queste considerazioni per promuovere l’evento “A me non succederà”, che si terrà a Roma il 2 dicembre presso la sede OMCeO. Un focus sul Pronto Soccorso, visto dalla prospettiva dei suoi protagonisti, un’orchestra fatta di donne e uomini che, pur ridotti a fattore produttivo di un sistema aziendalistico, continuano a curare, a fronteggiare la malattia e la morte navigando a vista per mantenere il rispetto del diritto alla cura e del diritto a curare.
A me non succederà è un evento speciale pensato per comunicare tutte le parole, il suono, le emozioni e le proposte che i medici sono capaci di esprimere per affermare la complessità della loro professione insieme, e non contro, con la dignità e la pienezza delle loro esistenze. Perché il patrimonio di risorse inscindibili dalla persona insite nella nostra dimensione umana rischia di essere progressivamente sepolto, anzi sradicato, danneggiando anche la relazione col paziente. Siamo arrivati a non parlare, quasi vergognandoci, di quello che siamo oltre che medici: cultori sensibili di letteratura, musica, arte. Che non vogliono più essere imprigionati e ridotti a ostaggio di dinamiche in cui essere solo un costo o un guadagno, in termini di “prestazioni”, aspettando risibili elargizioni da un sistema in cui non siamo più contemplati, e quindi nemmeno da salvare, o piccole concessioni che non diventano mai strutturali.
Molti giovani, soprattutto donne, continuano ad affollare le Scuole di Medicina, per arrivare in luoghi deliberatamente depauperati e sempre più sacrificati ai costi e al profitto. Ma sempre in meno scelgono il Pronto Soccorso dopo l’Università, a dimostrazione che il disagio è noto e temuto, portando chi può ad allontanarsene. Molto si è parlato, dal Covid in poi, di una progressiva disumanizzazione di un lavoro in ospedali sempre più simili a prigioni, la cui soluzione più “a portata di mano” è scappare da recinzioni economico-organizzative.
A me non succederà è l’auspicio di chi vuole guardare al futuro del Ssn attraverso testimonianze dirette, per offrire una opportunità di riflessione. Scrittori, Medici scrittori, musicisti, esperti di economia, decisori politici, porteranno insieme esperienze, note e proposte operative.
Uno sguardo a tutto tondo sul disastrato scenario della cura, e sul suo incerto destino, partendo dall’obbiettivo di preservare uno storico patrimonio a partire dalle abilità professionali ed umane dei suoi protagonisti, oggi ridotti a comparse se non commedianti di poco valore. Il cui lavoro, quotidianamente tiranneggiato e svilito, è decisivo nel salvare vite e nel fare la differenza tra salute e malattia. Un patrimonio etico che, lungi dall’essere il problema, ne è viceversa la soluzione, in grado di orchestrare, di unire, e non dividere, chi soffre e chi cura, nel nome di Ippocrate e nel segno del lungo cammino della Medicina a sostegno della civiltà.
Sandra Morano
Responsabile Area Formazione Femminile Anaao Assomed