Il commento del relatore Raffaele Calabrò (Pdl)

Il commento del relatore Raffaele Calabrò (Pdl)

Il commento del relatore Raffaele Calabrò (Pdl)
Senatore Calabrò, avete messo nero su bianco proposte importanti su questioni scottanti, quasi sempre monopolizzate da Governo e Regioni che vedono il parlamento come spettatore più che come primo attore. Possiamo pensare alle vostre proposte come sole indicazioni  oppure a una vera e propria terza via da seguire?
Il nostro sistema è composto da ben quattro realtà: Stato, Regioni, Conferenza Stato Regioni e Parlamento. Non so se in futuro, ci sarà un parlamento federale o una Camera delle Regioni. In questo scenario dobbiamo capire quale ruolo riveste il Parlamento. Se è solo quello di dare indirizzi legislativi, per altro di ordine generale, che le Regioni troveranno poi la maniera di applicare, o se invece deve avere un’altra funzione, ossia quello di rappresentare il Paese e quindi di rappresentare a queste tre realtà, qual è la volontà dei cittadini di cui siamo i portavoce. Ecco, credo che il nostro ruolo sia proprio questo. Quindi è essenziale ricomporre le fila di tutte queste realtà, soprattutto in un momento in cui nasce il federalismo, partendo prorprio dal sistema sanitario: la prima realtà federale completa che nasce in questo Paese.

Certo il quadro politico non è dei più favorevoli per presentare delle proposte …
Questo è un momento critico per il Governo, non per gli altri interlocutori che hanno il dovere di portare avanti il proprio lavoro. Le Regioni continuano ad operare, la Conferenza Stato Regioni anche; soprattutto quest’ultima che ha un peso enorme in sanità. Pensiamo al fronte del riparto delle risorse, all’organizzazione del controllo della spesa. Allora sempre nella riorganizzazione dei ruoli che ciascuno deve avere, credo che la risoluzione approvata possa avere un valore per il Governo, ma anche per la singola regione e per la Conferenza. Certo possono anche strapparlo come di qualsiasi atto che non sia un atto legislativo espressione del Parlamento, ma è comunque espressione della volontà di un Paese.

16 Novembre 2010

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