Test medicina. Calabrò: “Parlamento abbia voce in capitolo nella riforma”

Test medicina. Calabrò: “Parlamento abbia voce in capitolo nella riforma”

Test medicina. Calabrò: “Parlamento abbia voce in capitolo nella riforma”
Mantenere il numero programmato ma prevedere prove d'ingresso che abbiano ad oggetto solo materie attinenti ai corsi di laurea prescelti. E ancora, pubblicazione da parte del Miur di testi di preparazione sugli argomenti oggetto dei quesiti e attività di orientamento nelle scuole secondarie superiori. Questi i principali contenuti di una mozione a firma Roccella e Calabrò.

“Rivedere, mamantenere il numero programmato nell’accesso alle facoltà di medicina, prevedendo prove d'ingresso selettive che abbiano ad oggetto esclusivamente materie attinenti ai corsi di laurea prescelti; pubblicazione da parte del Ministero dell'istruzione di testi di preparazione sugli argomenti oggetto dei quesiti al test nazionale e ancora attività di orientamento nella scelta della facoltà, attraverso test e colloqui attitudinali durante il terzo e quarto anno della scuola secondaria superiore. Sono i principali e decisivi impegni, previsti nella mozione, a firma Roccella e Calabrò, depositata alla vigilia dell’audizione del Ministro Giannini nella XII Commissione, affinché il Parlamento abbia voce in capitolo nella revisione del sistema di accesso alla facoltà di medicina, opera di manutenzione necessaria per voltare pagina rispetto al 2014, che sarà probabilmente ricordato come l’anno del caos, per sovrannumero di studenti, con conseguenti e legittime proteste dei rettori per le difficoltà di garantire docenti e lezioni, il tutto a danno della qualità della formazione dei giovani medici, quelli che domani dovranno curare la nostra salute”. Ad affermarlo è Raffaele Calabrò, Capogruppo NCD-AP in Commissione Affari Sociali.
 
“L’audizione del Ministro sia un momento di confronto costruttivo per restituire un futuro di normalità alle facoltà di medicina, evitando di cadere nella tentazione di sedurre quanti, non senza demagogia, vedono nell’accesso libero l’unico sistema democratico che, nella realtà, non tiene conto dei limitati sbocchi professionali per i futuri medici. Un’occasione per abbandonare del tutto l’idea di adottare il modello francese, che rappresenta un pasticciato compromesso tra accesso libero e numero programmato, spostando la selezione alla fine del primo anno – aggiunge Calabrò -.
Un modello che nel suopaese natio sta mostrando tutti i suoi limiti, su 55 mila studenti che si iscrivono al primo anno di medicina soltanto il 20 per cento degli iscritti al primo anno riesce ad accedere al secondo. Tra l’altro, sarebbe a dir poco bizzarro abolire il super quizzone da cruciverba per prendere in prestito un sistema che ha avuto la sonora bocciatura della commissione cultura del parlamento francese. Si può fare senz’altro meglio”.

12 Gennaio 2015

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