Lazio. L’Anticorruzione sospende Zingaretti? Il presidente smentisce 

Lazio. L’Anticorruzione sospende Zingaretti? Il presidente smentisce 

Lazio. L’Anticorruzione sospende Zingaretti? Il presidente smentisce 
"L'Anac non ha bloccato nessuno, ma ha rimesso al responsabile regionale anticorruzione la valutazione in merito all'esistenza di eventuali responsabilità da parte di chi ha adottato il provvedimento dopo aver effettuato verifiche e anche un contraddittorio". Così il presidente della Regione smentisce la notizia sullo stop per 3 mesi alle nomine amministrative della Regione.

Nessun blocco delle nomine nel Lazio. Lo afferma il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, smentendo la notizia pubblicata sabato scorso da Repubblica, secondo la quale Zingaretti non potrà fare nomine amministrative per tre mesi così come deciso dall'Anac, l'Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, in applicazione della legge Severino, "dopo la nomina di Giovanni Agresti a commissario straordinario dell'Ipab Ss. Annunziata di Gaeta – afferma il quotidiano – fatta da Zingaretti senza verificare eventuali incompatibilità". L'incompatibilità deriverebbe dal fatto che Agresti è anche amministratore di una società che gestisce due cliniche private in rapporto con la Regione Lazio.

Immediata la replica del presidente Zingaretti, che in una lunga spiegazione, riportata dall'Ansa, precisa: "L'iter amministrativo relativo a questa vicenda non è concluso. La notizia, come riportata nei titoli stamani da un quotidiano, in realtà non è corretta. L'Anac non ha bloccato nessuno, ma ha rimesso al responsabile regionale anticorruzione la valutazione in merito all'esistenza di eventuali responsabilità da parte di chi ha adottato il provvedimento dopo aver effettuato verifiche e anche un contraddittorio".

"La vicenda infatti è molto controversa – ha spiegato Zingaretti – Nel merito stiamo parlando della nomina di un Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficienza, ndr) di Gaeta. Gli uffici preposti hanno valutato la candidatura sulla base di un autocertificazione che escludeva la sussistenza di elementi di inconferibilità. Infatti la stessa responsabile anticorruzione regionale interloquendo con Anac ha scritto che non potevano essere ravvisati elementi di rischio da tali autocertificazioni. Quando sono emersi a seguito di esposti è stata la stessa Regione, e non l'Anac, a revocare immediatamente la nomina".

"Mi sembra evidente – ha sottolineato Zingaretti – che se venisse sospeso il mio potere di nomina per aver revocato una nomina fatta sulla base di un'autocertificazione falsa ci troveremmo di fronte a una profonda illogicità. Gli uffici, come previsto dalla legge italiana, verificano le autocertificazioni a campione come tutte le pubbliche amministrazioni italiane. E in modo totale solo in casi di primaria importanza. Per esempio, nomine di manager della sanità o grandi società e a campione nei casi di piccoli enti come in questo caso. Altrimenti verrebbe meno il principio stesso di semplificazione introdotto con l'autocertificazione. Se si affermasse il principio che nella Pa italiana il principio dell'autocertificazione non è più valido, sarebbe un'immensa novità".

Il presidente della Regione Lazio attende dunque "le conclusioni dell'iter amministrativo e poi faremo tutte le valutazioni opportune. Lo stesso documento dell'Anac segnala rigidità e anomalie della legislazione e sottolinea come il parlamento aveva più volte già segnalato la necessità di modifiche legislative. Rilievi che faccio miei e mi permetto di segnalare al parlamento e al governo italiano perché al di là di questo caso si paventa un rischio concreto di confusione in tutta la pubblica amministrazione. E soprattutto di scaricare su persone che fanno il loro dovere le contraddizioni di una legislazione che come vediamo e' controversa. Quindi attendiamo la conclusione dell'iter amministrativo che come ripeto non e' affatto concluso e poi vedremo le valutazioni del caso".

28 Settembre 2015

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