Riforma sanità toscana. Le macrofusioni fanno aumentare i costi e riducono efficienza e qualità

Riforma sanità toscana. Le macrofusioni fanno aumentare i costi e riducono efficienza e qualità

Riforma sanità toscana. Le macrofusioni fanno aumentare i costi e riducono efficienza e qualità
L'idea del presidente Rossi e dell'assessore Saccardi che riducendo il numero delle ASL e concentrando in poche mani i livelli di programmazione, direzione e gestione si ottengano risparmi economici, miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi non trova riscontro alcuno sia nella teoria che nella pratica. Per questo anche Panti sbaglia

In merito a quanto scritto dal Dr. Antonio Panti sui commenti al movimento referendario abrogativo la LR 28 e ad alcuni suoi sostenitori, tra cui il Dr. Ivan Cavicchi riteniamo utile intervenire.
 
Dopo la lettura dell'intervento del Dr. Panti, presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze, su Quotidiano Sanità non si può non rimanere stupìti. Il Dr. Panti, persona brillante e intelligente, oltre che degna di stima, è abile anche nell'intervento politico riuscendo a manovrare le sue argomentazioni omettendo il fulcro del dibattere (in questo caso i motivi del referendum abrogativo) e indicando invece in piccole difese corporative il nodo della faccenda.
 
Tralasciando tali difese, fatto su cui la classe medica dovrebbe avere la decenza di sorvolare, mi chiedo perché intervenire contro una singola persona, Ivan Cavicchi (Docente all'Università Tor Vergata di Roma, esperto di politiche sanitarie), ridicolizzandola, quando fino ad oggi è stato utile collaboratore della Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri), e testimone delle varie riforme sanitarie a partire dalla ben nota 833 che rivoluzionò il Sistema Sanitario Nazionale.
 
Abbiamo la nostra modestissima opinione: si punta l'indice sul granello di polvere per non vedere la trave nell'occhio. I problemi di questa riforma, figlia del Decreto Regionale 1235 del 2012, nonché a sua volta del PSSIR 2010-2015 (Piano Socio Sanitario Integrato Regionale), sono stati più volte messi in evidenza da tutti quegli attori che oggi compongono il comitato referendario. Il Dr. Panti lo sa e fa finta di non saperlo.
 
In questo dibattito è intervenuto anche il Dr. Gavino Maciocco (Dipartimento di Sanità Pubblica, Università di Firenze, autore del sito saluteinternazionale.info) dalle pagine del suo sito, indicando punto per punto quelle che sono le critiche a questa riforma riportando, come è giusto, i necessari riferimenti bibliografici.
 
A partire proprio dal fatto che, a riprova che la voglia di dibattito non c'è da parte di chi l'ha scritta, la legge regionale 28 è stata approvata un attimo prima di sciogliere il consiglio regionale, obbligando i nuovi consiglieri a trovare la frittata già fatta, castrando de facto la discussione.
 
Il Dr. Panti lo sa: è sufficiente riportare la letteratura, già citata non solo dal Dr. Maciocco, ma anche dal Dr. Marco Geddes (Direttore sanitario. Presidio ospedaliero Firenze centro. Azienda Sanitaria di Firenze) che in una lettera accorata si rivolgeva proprio al Dr. Panti per pregare un dibattito sulla riforma della Sanità Toscana. Dibattito, purtroppo, mai avvenuto.
 
L'idea che riducendo il numero delle ASL e concentrando in poche mani i livelli di programmazione, direzione e gestione si ottengano risparmi economici, miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi non trova riscontro alcuno sia nella teoria che nella pratica.
 
Questa idea non trova evidenze nella realtà perché le esperienze nazionali e internazionali dimostrano che – nove volte su dieci – le macrofusioni organizzative in sanità producono l’effetto contrario: fanno aumentare i costi e riducono l’efficienza e la qualità dei servizi.
 
A noi non piace neanche che aumentino le distanze tra il livello decisionale  e la partecipazione democratica, e si riducano quasi a zero le possibilità di influenza dei sindaci e delle comunità locali.
 
E ci scusi se abbiamo paura che i lunghi tempi di attesa associati a ticket particolarmente costosi siano il vulnus in grado di portare a migrazioni verso il cosiddetto “privato sociale”, così ben pubblicizzato prima dal Presidente Enrico Rossi, e poi dall'assessore Saccardi, soprattutto se questo, al momento, per aumentare il proprio mercato interno, mette sul mercato prestazioni low cost.
 
Il Dr. Panti ha letto il rapporto del Censis che indica la drammatica situazione del popolo italiano che nel 41% dei casi ha smesso di curarsi per le lunghe liste di attesa e per il costo oneroso dei ticket? Non lo sa che questi due fattori spingono verso il privato e che in un caso su tre (sempre Censis) viene pagato evadendo le casse dello Stato?
 
E tralasciamo pure che nella legge regionale 28 in ben tre commi si parla di possibilità di licenziamento là dove vi siano esuberi: commi liberisti in una regione sulla carta socialdemocratica.
 
No caro Dr. Panti questi sono i punti che a noi del comitato referendario piace dibattere e non ci sembra il caso di buttarla in una faida personalistica, francamente fuori luogo.
 
Parli con noi tutti attori del comitato referendario e scoprirà che non è necessario essere autoreferenziali e far sembrare sovrani illuminati “regalando” al popolo una legge elaborata nelle segrete stanze. No. I favoritismi localistici non ci interessano. Ma una sanità di qualità e vicina al cittadino si.
 
Comitato Referendario di Sinistra Ecologia Libertà

Comitato Referendario di Sinistra Ecologia Liberta'

01 Novembre 2015

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