Violenze ai danni di operatori sanitari. Anche le Asl possono fare la loro parte per prevenirle 

Violenze ai danni di operatori sanitari. Anche le Asl possono fare la loro parte per prevenirle 

Violenze ai danni di operatori sanitari. Anche le Asl possono fare la loro parte per prevenirle 
Fondamentale è infatti il rispetto dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi delle strutture. A partire dalla presenza dei sistemi di allarme o di altri dispositivi di sicurezza, come pulsanti antipanico, allarmi portatili, telefoni cellulari, ponti radio che dovrebbero sempre essere disponibili nei luoghi e nelle situazioni più a rischio. Occorre poi una formazione mirata per gli operatori appartenenti ai servizi più esposti a possibili aggressioni

In una mozione approvata all'inizio di Aprile, bene ha fatto il Consiglio nazionale della Fnomceo a richiamare l’attenzione al rispetto dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi proprio delle strutture sanitarie, ritenendo tale condizione indispensabile per prevenire violenze o aggressioni degli operatori sanitari.
 
In una struttura sanitaria occorre infatti, attenersi ai requisiti previsti da specifiche normative (prime fra tutte DPR 14.1.1997 e s.m.i. e D.Lgs 81/2008 e s.m.i.). Innanzitutto occorre accertarsi della dotazione e il mantenimento di sistemi di allarme o altri dispositivi di sicurezza (pulsanti antipanico, allarmi portatili, telefoni cellulari, ponti radio) nei luoghi e nelle situazioni identificati come potenzialmente a rischio.
 
E’ necessario altresì:
 
– Assicurare la disponibilità di un sistema di pronto intervento nel caso in cui l’allarme venga innescato;
 
– Assicurare che luoghi di attesa siano confortevoli e che il sistema favorisca l’accoglienza utenti;
 
– Gestire l’accesso ai locali di lavoro mediante regole e sistemi;
 
– Valutare la necessità di installare impianti video a circuito chiuso, con registrazione sulle 24 ore, nelle aree ad elevato rischio;
 
– Assicurare l’installazione di sistemi di illuminazione idonei e sufficienti sia all’interno della struttura che all’aperto;
 
– Assicurare, nelle aree a rischio, la presenza di arredi idonei a ridurre gli elementi potenzialmente pericolosi;
 
– Mantenere in buono stato le strutture e le attrezzature (finestre, serrature, vetture…);
 
– Valutare i nuovi progetti o di modifica delle strutture esistenti in funzione della riduzione dei fattori di rischio connessi ad atti e comportamenti violenti.
 
Tra le misure organizzative non vanno trascurati interventi finalizzati a:
 
– Promuovere un clima organizzativo orientato alla riduzione di episodi di violenza;
 
– Assicurare la diffusione e l’utilizzo di strumenti di segnalazione degli episodi di violenza;
 
– Definire un’interfaccia operativa con la Vigilanza interna ed eventualmente con le Forze dell’Ordine ai fini delle attività previste nelle procedure operative del servizio.
 
La predisposizione di procedure operative per gli operatori sanitari appartenenti ai Servizi più a “rischio aggressioni e violenze”, attraverso una formazione mirata, completa il percorso sicurezza.
 
Vale la pena perciò:
– Prevedere e applicare precise procedure per garantire la sicurezza nel caso di pazienti con comportamenti violenti o sottoposti a misure di sicurezza in ambito di procedimenti giudiziari;
 
– Fornire ai pazienti informazioni chiare sulle modalità e i tempi di erogazione delle prestazioni (es.: tempi di attesa);
 
– Assicurare, ove possibile e considerato opportuno, la presenza di due figure professionali all’atto dell’erogazione di una prestazione sanitaria (sia ospedaliera che territoriale);
 
– Assicurare la corretta applicazione delle procedure di sostegno per gli operatori che subiscono episodi di violenza attraverso riunioni mensili.
 
Si tratta di prescrizioni, raccomandazioni ed indicazioni che dovranno essere richiamati e sviluppati obbligatoriamente nel Documento della Valutazione dei Rischi (DVR), senza tralasciare quanto viene suggerito dalla Determinazione 5 marzo 2008 della ex Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. In questo documento si sottolinea che la valutazione dei rischi da interferenza, in particolare negli edifici quali ospedali e scuole, deve avvenire con riferimento non solo al personale interno ed ai lavoratori delle imprese appaltatrici, ma anche agli utenti che a vario titolo possono essere presenti presso la struttura stessa quali degenti, alunni ed anche il pubblico esterno.

Domenico Della Porta
Referente Nazionale Medicina e Sicurezza del Lavoro Federsanità ANCI
Presidente Osservatorio Malattie Occupazionali ed Ambientali Università di Salerno

Domenico Della Porta

30 Aprile 2017

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