Coletto: “Se non è un miracolo poco ci manca, con i 2 miliardi di fondi nazionali tagliati in 7 anni”
“Non è per trionfalismo che parlo di miracolo – aggiunge Coletto – ma perché ho ben chiaro qual è stato l’andamento degli ultimi anni nell’assegnazione dei fondi nazionali alla sanità. La Corte dei Conti ha accertato che, dal 2010, lo Stato ha tagliato alle cure ben 25 miliardi di euro, il che, per il Veneto, significa più di due miliardi in meno in sette anni”.
“L’utile contabile ha di per sé una grande rilevanza – aggiunge Coletto – ma assume un significato del tutto particolare se solo teniamo conto che è stato ottenuto senza tagli reali ai servizi, senza imporre l’Irpef regionale, investendo sul rilancio di ospedali come Chioggia e Castelfranco, tenendo aperti i punti nascita anche dove il Governo li avrebbe voluti chiudere; investendo circa 70 milioni l’anno in nuove tecnologie, potenziando le reti cliniche, realizzando un vasto programma di informatizzazione, facendo crescere l’emergenza-urgenza e il Suem 118 che tutta Europa ci invidia e studia, spingendo al massimo la lotta contro il tumore con la creazione della Rete Oncologica Veneta, delle Breast Unit per le donne malate di cancro al seno, il potenziamento del Registro Tumori del Veneto che oggi è il più grande d’Italia, raggiungendo nuovi record sui trapianti e sulle donazioni di organi e tessuti, erogando in toto i farmaci ad alto costo”.
“Tutti obiettivi – conclude Coletto – perseguiti e raggiunti, in tutto o in parte, senza mai perdere di vista la necessità di far quadrare i conti, come si fa in ogni famiglia con la testa sulle spalle, e la sanità veneta per certi versi è come una famiglia, composta prima di tutto da uomini e donne in camice e da amministratori che, me lo si lasci dire, cercano ogni giorno di sbagliare il meno possibile, perché la perfezione non è di questo mondo”.
03 Gennaio 2018
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