Torino. Alle Molinette primo intervento di asportazione di tumore polmonare in chirurgia robotica

Torino. Alle Molinette primo intervento di asportazione di tumore polmonare in chirurgia robotica

Torino. Alle Molinette primo intervento di asportazione di tumore polmonare in chirurgia robotica
L’intervento è stato effettuato su una paziente torinese di 49 anni affetta da cancro al polmone sinistro e in lista d’attesa per un trapianto renale in dialisi quotidiana. Proprio questa comorbidità ha reso l’intervento in chirurgia particolarmente complicato dal punto di vista gestionale e logistico.

Presso la Chirurgia Toracica universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino  è stato effettuato il primo intervento chirurgico mininvasivo di asportazione di un tumore polmonare con l'utilizzo del sistema robotico DaVinci Xi.

L’intervento, effettuato su una paziente di 49 anni di Torino, affetta da cancro al polmone sinistro, è stato eseguito dall'équipe di Chirurgia Toracica universitaria dell'ospedale Molinette, composta Alberto Oliaro, Enrico Ruffini, Paris Lyberis e Francesco Guerrera.

“La paziente – illustra Lyberis, che ha eseguito l’intervento – oltre ad essere affetta da un adenocarcinoma del polmone, è in lista d’attesa per un trapianto renale in dialisi quotidiana e tale comorbidità ha reso l’intervento più complicato dal punto di vista gestionale e logistico. Con quattro piccole incisioni sul torace di circa un centimetro – precisa Lyberis – abbiamo portato a termine l’intervento di lobectomia polmonare, che è tra gli interventi più complessi, e che con le tecniche tradizionali avrebbe richiesto un taglio di circa dodici centimetri sul torace, e con un decorso post operatorio più lungo e doloroso”.

L'intervento mini-invasivo rispetto a quello tradizionale riduce i rischi di emorragie e altre complicanze chirurgiche (per esempio il dolore postoperatorio), garantisce una più rapida dimissione e ha un impatto estetico minimo. Questi interventi in passato erano effettuati con accessi chirurgici tradizionali, e quindi gravati da maggior rischio di complicanze, come la sezione parziale o totale dello sterno, con degenze post-operatorie più lunghe e più dolorose.

“Usando la chirurgia robotica – conclude Lyberis – si riescono ad eseguire procedure delicate e complesse che, invece, potrebbero essere difficili, o addirittura impossibili, con l’applicazione di altri metodi”.

La paziente ora sta bene e verrà dimessa nei prossimi giorni.

26 Febbraio 2018

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