“Non vogliamo rimandare la discussione fino alla prossima emergenza”. Per questo, chiuso lo scontro che ha caratterizzato la manovra del Governo Monti sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, Federfarma chiede "con forza" al Governo di avviare il confronto per “una vera riforma del settore che rispetti il ruolo sanitario della farmacia".
In particolare, il sindacato dei titolari di farmacia chiede di poter parlare con il Governo “del nostro ruolo” e “delle nostre proposte, perché questo ci pare il modo più razionale per avviare riforme che non spostino semplicemente un fatturato da un settore all’altro, ma facciano veramente partire il motore delle innovazioni e dello sviluppo, senza privare il cittadino del diritto di ricevere il livello di assistenza fino ad ora garantito, ovunque si trovi e non solo nei grandi centri commerciali. In questi giorni – prosegue la nota di Federfarma-, l’argomento è stato affrontato senza l’attenzione e l’approfondimento che meriterebbe l’attività della farmacia; la farmacia intesa come presidio sanitario è indispensabile”.
Secondo Federfarma, “per riformarla, nell’interesse dei cittadini, è necessario difendere l’indipendenza professionale del farmacista e mantenere il livello di tutti i servizi connessi alla dispensazione del farmaco: il servizio di turno diurno, notturno e festivo, la presenza in zone rurali e montane d’Italia, la preparazione di medicinali orfani e personalizzati, ma anche il supporto all’intero sistema sanitario nazionale, come avviene quotidianamente attraverso il sostegno immediato al cittadino nell’assitenza sanitaria”.
Federfama, concludendo la nota, si dice “sicura” della disponibilità del Governo ad “un confronto costruttivo, per realizzare gli obiettivi di sviluppo, evitando superficiali e dannosi approcci meramente commerciali che antepongono il mercato alla tutela della salute”.