Obesità in Sicilia. Al via convegno sull’importanza dell’approccio multidisciplinare per migliorare i percorsi di cura

Obesità in Sicilia. Al via convegno sull’importanza dell’approccio multidisciplinare per migliorare i percorsi di cura

Obesità in Sicilia. Al via convegno sull’importanza dell’approccio multidisciplinare per migliorare i percorsi di cura
La multisciplinarità al centro del convegno “Approccio multidisciplinare all’Obesità patologica” organizzato da Giuseppe Navarra, direttore dell’UOC Chirurgia Generale Policlinico Universitario di Messina. 

È allarme obesità in Sicilia. La regione conta una percentuale del 47,9% di persone obese (9,2%) o in sovrappeso (38,7) dati questi che fanno sì che questa patologia sia un vero e proprio problema sociale e di salute pubblica. Del resto i numeri sono in linea con le stime fatte sul nostro Paese: 6 milioni di obesi e 500 mila grandi obesi. Un bambino su tre in sovrappeso e uno su quattro addirittura obeso. L’obesità è una vera e propria malattia e può anche risultare fatale considerando che 57 mila persone muoiono per le complicanze ad essa correlate, alla media di una ogni dieci minuti. Senza contare, inoltre, il costo significativo che tutto ciò comporta per il nostro sistema sanitario. Sovrappeso e eccesso ponderale sono responsabili infatti di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di cardiopatia ischemica e di tumore.
 
Nasce da qui l’esigenza e l’importanza dell’Approccio multidisciplinare a questa patologia. Tematica affrontata nel corso del Convegno organizzato a Milazzo da Giuseppe Navarra, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Generale del Policlinico Universitario di Messina, dal titolo “Approccio multidisciplinare all’Obesità patologica” che ha visto i Medici di Medicina Generale del territorio confrontarsi sull’importanza del percorso paziente e dell’approccio multidisciplinare volto a garantire una migliore gestione della patologia e una migliore cura, sottolineando la rilevanza dell’integrazione tra ospedale e territorio.
 
“Il paziente obeso – spiega Navarra – ha problematiche che devono essere gestite con un percorso che coinvolga tutte le figure professionali necessarie, chirurgo, nutrizionista, psicologo, diabetologo. Nei casi più gravi, la soluzione, dopo un’attenta valutazione interdisciplinare, è la chirurgia bariatrica che, tramite il ricorso alle tecniche d’avanguardia oggi a disposizione, può rivelarsi più efficace della dieta e dell’attività fisica, consentendo un calo di peso significativo”.
 
“La chirurgia mininvasiva, laparoscopica o robotica – prosegue Navarra – rappresenta la soluzione migliore e più incisiva per l’obesità, ma deve essere eseguita in centri accreditati e con estrema cautela da professionisti competenti, in grado di garantire livelli di sicurezza elevati. Questo è sicuramente possibile nei Centri accreditati SICOB – Società Italiana Chirurgia dell’Obesità – dedicati al trattamento chirurgico della patologia”.
 
Secondo dati recenti, in Italia vengono operati ogni anno oltre 25mila pazienti, di cui 17mila e cinquecento nei centri accreditati SICOB. Cifre esigue rispetto al numero totale di obesi che, spesso, non entrano in sala operatoria per disinformazione o timore dell’intervento.
 
“I centri accreditati – dice Navarra – di cui il Policlinico di Messina fa parte, segue le linee guida ufficiali stilate dalla SICOB per un corretto svolgimento della chirurgia bariatrica, dando oggi ai pazienti la certezza di essere in mani sicure”.
 
Dal gennaio del 2017 inoltre – conclude Navarra – il Policlinico Universitario di Messina è il primo ospedale della Regione ad utilizzare il robot “DaVinciX1” per la chirurgia bariatrica, in caso di interventi particolarmente complessi o di reintervento, nei quali è necessaria una maggiore precisione di movimento all’interno dell’addome del paziente”.
 
“Il Prof. Navarra, membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità – afferma il Presidente della SICOB, Luigi Piazza – ha organizzato questo evento mostrando una grande sensibilità sul trattamento di questa frequentissima ed invalidante patologia, che oggi non risparmia neanche l'età peripuberale, aprendo quindi un problema non solo di salute ma anche socio-economico di rilevante portata”. 

18 Giugno 2018

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