Aree interne: farmacie di fatto escluse dalla strategia nazionale
Quale ruolo viene riconosciuto loro con riferimento alla Strategia nazionale per le Aree interne italiane? Ci sono differenze significative in termini di organizzazione e offerta di servizi rispetto alle farmacie operanti nel resto del Paese? E se sì, sono tutte a svantaggio della popolazione residente nelle Aree Interne?
In Italia si contano 72 Strategie per le Aree Interne, tra strategie approvate, strategie preliminari, e strategie in bozza. Ma solo in 11 di queste Strategie (pari al 15% del totale) compare un esplicito riferimento al ruolo delle Farmacie, in modo tra l’altro spesso diverso da caso a caso, e con sfumature lessicali importanti: a volte si parla di farmacia dei servizi, altre volte di farmacie del territorio, di farmacie rurali, etc.
Questa disomogeneità, abbinata a volte alla “timidezza” nel considerare il ruolo delle farmacie in una politica più complessiva di attenzione a specifiche aree del Paese, rappresenta senza dubbio un elemento da superare nonché un fronte comune di lavoro, soprattutto lì dove tali Strategie sono ancora in via di definizione ed approvazione.
In particolare, non è stato rintracciato alcun riferimento al ruolo delle Farmacie nelle Strategie delle Aree interne di Abruzzo e Sicilia (ciascuna Regione conta 5 Aree interne), Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Puglia (4 Aree interne ciascuna), Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche (3 Aree Interne ciascuna), Valle d’Aosta e Pr. Autonoma di Trento (2 Aree interne ciascuna).
Aree interne “versus” resto del Paese: peculiarità e differenze
La peculiarità del contesto nel quale incidono le farmacie presenti nelle Aree Interne fa sì che esse si focalizzino su particolari target di popolazione o si specializzino per alcune prestazioni.
Come è facilmente immaginabile, nelle Aree Interne i farmacisti sono molto più sollecitati a rispondere ai bisogni della popolazione soprattutto anziana. Non è facile trovare nelle Aree interne farmacie che noleggino strumentazione per la prima infanzia (tiralatte, bilancia neonatale, etc.): -16% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese, anche per evidente distribuzione della popolazione.
Tornando ai diversi target, nell’attenzione dovuta ai migranti all’interno delle farmacie non si notano difformità nel Paese.
Analogamente, elementi di peculiarità si trovano per le prestazioni erogate: il coinvolgimento nell’ADI ne è l’esempio calzante.
Come è stato già ricordato, il dato che vede le farmacie partecipare al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) territoriale è del tutto insoddisfacente, e questo è vero ovunque, senza che vi sia un significativo scostamento tra le diverse aree del Paese: le farmacie coinvolte nell’ADI sono il 9% tra quelle intervistate che lavorano nelle Aree Interne, e il 7% tra quelle intervistate che sono ubicate nel resto del Paese. Ciò detto, è altrettanto vero che tutta una serie di attività di partecipazione al servizio ADI sono più accentuate se si fa riferimento alle Aree Interne: le farmacie nelle Aree Interne, infatti, sono mediamente molto più sollecitate nella preparazione e/o dispensazione a domicilio di medicinali antidolorifici (+26% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese). Lo stesso dicasi, anche se in misura meno marcata, per la preparazione e/o dispensazione a domicilio di miscele per la nutrizione artificiale (+8% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese) nonché per la dispensazione e consegna a domicilio di farmaci o dispositivi medici: +4% rispetto alle farmacie presenti nel resto del Paese. L’impressione è che – con riferimento a queste prestazioni – la farmacia nelle Aree Interne rappresenti un presidio di prossimità pressoché insostituibile.
Ulteriori peculiarità riscontrate nelle Aree interne:
– Procedure di comunicazione/interazione diretta con i medici in caso di criticità o scostamento dal piano terapeutico definito: sono più facilmente riscontrabili nelle Aree interne: +15% rispetto al resto del Paese.
– La turnazione obbligatoria ha una incidenza maggiore nelle Aree interne rispetto alle altre aree nel condizionare l’apertura nel fine settimana delle farmacie. Questo è vero sia per il sabato mattina (+11% rispetto al resto del Paese) che per il sabato pomeriggio (+16%) e la domenica mattina (+12%).
– Possibilità di ricezione e consegna referti e controllo sull'uso improprio o abuso di medicinali, in particolare per i famaci da banco: una maggiore disponibilità, seppur di poco, si nota nelle Aree interne: +6% rispetto al resto del Paese.
– Analogamente, una maggiore predisposizione, seppur lieve, si nota nelle Aree Interne (+8% rispetto al resto del Paese) verso il supporto alla distribuzione a domicilio di farmaci e parafarmaci per chi è solo e non è in grado di potersi recare in farmacia per inabilità, permanente o temporanea.
– La presenza in farmacia di altre figure professionali è, in assoluto, sporadica. Sembra però differire la loro disponibilità, nelle Aree Interne, dove i fisioterapisti più degli infermieri si recano al domicilio delle persone. E anche gli spazi loro dedicati sono meno frequenti nelle Aree interne: -9% rispetto al resto del Paese.
Principali criticità presenti nelle Aree interne
Servizio CUP pubblico: è meno diffuso presso le Aree interne, -17% rispetto al resto del Paese (e anche dove è presente, è meno in vista mancando più spesso una postazione ad hoc per il CUP). E, in misura ridotta, lo stesso si può dire per l’adesione della farmacia ad una piattaforma CUP privata per la prenotazione di prestazioni a carico dei cittadini: nelle Aree Interne questo dato è inferiore dell’8% rispetto al resto del Paese.
Test ed esami diagnostici: sono poche le farmacie afferenti le Aree Interne (-14% rispetto al resto del Paese) che permettono di eseguirli, anche se lo scarto tra quali test ed esami si possono fare e quali no, non è così significativo tra le aree del Paese, come verrà esplicitato più avanti; e anche laddove vengono effettuati, nelle Aree Interne mancano spesso di spazi dedicati (-12% rispetto al resto del Paese). Analogamente, sono relativamente di meno le farmacie operanti nelle Aree interne che effettuano esami strumentali (-6% rispetto al resto del Paese): questo vale, nello specifico, per il servizio di telecardiologia (-7% rispetto al resto del Paese) come anche la raccolta di prelievi e campioni (-6% rispetto al resto del Paese).
Campagne di prevenzione, screening ed educazione sanitaria: anche se non in modo marcato, si coglie un minor coinvolgimento delle farmacie delle Aree Interne in iniziative di sensibilizzazione e informazione nei confronti di target specifici di popolazione per l'identificazione di fattori di rischio: -6% rispetto al resto del Paese.
Sistema informatizzato/piattaforma web: è meno diffuso presso le Aree interne: -11% rispetto al resto del Paese.
Medicina di Gruppo (AFT e UCCP):è meno presente presso le Aree interne: -13% rispetto al resto del Paese.
Banco Farmaceutico: nelle Aree Interne la farmacia sembrerebbe collaborare meno nella raccolta di medicinali per i meno abbienti (-16% rispetto al resto del Paese).
Nel raffronto tra zone del Paese, come spesso accade in questi casi, la vera notizia sarebbe quella di non trovare differenze. E, per diversi aspetti, non ce ne sono, a riprova dello sforzo da parte delle farmacie di garantire uniformi standard di qualità. Ovviamente ciò va a particolare merito delle farmacie operanti nelle Aree interne.
Nello specifico, non sono rilevante differenze sui temi che seguono, a partire ad esempio dalla distribuzione delle (poche) farmacie aperte H24 per 365 giorni l’anno, che non presenta differenza significativa tra Aree interne e resto del Paese.
È in tema di aderenza terapeutica che le farmacie dimostrano di saper garantire gli stessi standard, indipendentemente da dove operino; infatti:
– non vi è differenza tra Aree interne e resto del Paese nella partecipazione della farmacia a progetti e iniziative che supportano l’aderenza terapeutica per persone affette da patologie croniche;
– questo vale per tutte le patologie croniche prese in considerazione (vale a dire patologie respiratorie, endocrine, cardiovascolari, renali, reumatiche, intestinali, neurodegenerative). Solo per le patologie metaboliche si nota uno scostamento significativo, per di più a beneficio delle Aree interne (+9% rispetto al resto del Paese);
– non vi è differenza tra Aree interne e resto del Paese neanche nei soggetti che partecipano ai progetti e alle iniziative di supporto dell’aderenza terapeutica per persone affette da patologie croniche: Regione, Comuni, ASL, Medici di Medicina generale, Società Scientifiche, Case farmaceutiche compaiono infatti con le stesse occorrenze ovunque.
– del tutto simili sull’intero territorio nazionale sono anche le forme di tutoraggio alla persona per l’assistenza terapeutica (tramite appuntamenti in farmacia/ call-telefoniche/ o altre modalità), sia le modalità di reminder previste per ricordare di assumere la terapia (tramite telefonata/ invio sms/ alert tramite App).
Tra le attività di supporto all’aderenza terapeutica per persone affette da patologie croniche vi è un livello di omogeneità tra le varie aree del Paese, eccezion fatta per il monitoraggio dei parametri e l’informazione/formazione al paziente per aumentare la conoscenza dei medicinali: in entrambi i casi, sono attività maggiormente frequenti nelle Aree interne.
Per quanto riguarda i servizi erogati, si è già detto che nelle Aree interne si sconta una minore possibilità di poterli effettuare nelle farmacie. Ma la tipologia di esame non cambia a seconda dell’area del Paese; questo è stato riscontrato per ben 9 su 11 esami presi in considerazione.
Ulteriori prestazioni come il servizio di telepneumologia e il servizio di telemonitoraggio pressione arteriosa sono in assoluto difficili da potersi effettuare in farmacia, ovunque, mentre il servizio di telecardiologia è meno frequente nelle Aree interne, come già sottolineato in precedenza. Ma anche in questo caso va detto che lì ove viene fornito, il servizio di telecardiologia permette, ovunque, di ottenere una serie di prestazioni.
Tra i servizi presenti in farmacia si è evidenziato come una delle principali differenze tra Aree interne e resto del Paese sia la presenza del CUP pubblico. Tuttavia, ove presente, tale servizio permette in modo omogeno nel Paese una serie di prestazioni.
In tema di presa in carico e sistema informatizzato, si è già detto che le farmacie delle Aree interne registrano una minore dotazione di un sistema informatizzato/piattaforma web. Ma lì ove è presente, tale sistema informatizzato permette di favorire l'approccio della presa in carico del cittadino in modo omogeno tra le varie aree del Paese.
Un ulteriore fronte dove non si registrano scostamenti significativi tra le diverse aree del Paese è quello dell’informazione e comunicazione: ovunque le farmacie mettono a disposizione dei cittadini (esponendo e/o distribuendo) materiale informativo riguardanti vari argomenti.
In tema di campagne di prevenzione, screening ed educazione sanitaria, il contributo delle farmacie è spesso garantito allo stesso modo.
20 Novembre 2018
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