Scaccabarozzi (Farmindustria) boccia la nuova Governance: “Dicendo che i farmaci sono tutti uguali si nega il valore della ricerca. I risparmi? Un’utopia”
“Credo che siano numeri che non esistono, perché la spesa farmaceutica convenzionata è composta per più del 90% da medicinali a brevetto scaduto e, se sono già a brevetto scaduto e lo Stato rimborsa il prezzo più basso, non vedo dove si possano produrre risparmi. Contare su questi soldi è un'utopia". Ha affermato all'AdnKronos il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.
"Piuttosto – indica – spero si abbia il coraggio di riversare sulla spesa diretta le centinaia di milioni di euro che avanzano dalla convenzionata ogni anno, per avere più accesso ai farmaci. Diversamente i risparmi non si avranno, per il motivo che ho spiegato. Il mio consiglio è di non contarci".
Quanto al documento il presidente ha sottolineato come “non che non mi aspettassi alcune posizioni, ma parlare di farmaci a brevetto a scaduto e coperti da brevetto, dicendo che sono tutti uguali, va contro la scienza e contro la ricerca. Questo mi dispiace soprattutto per i malati italiani, perché significa dire che la ricerca non è servita a nulla. Invece, credo sia di importanza vitale che si producano anche piccole differenze" fra le varie terapie "perché anche i malati sono diversi fra loro e hanno bisogno di farmaci che vadano bene per loro".
"Quello presentato oggi è un documento di indirizzo – ricorda Scaccabarozzi – quindi significa che ci sono margini di discussione e mi auguro, anche da cittadino, che ci sia anche il margine per inserire un po' di scientificità, aprendo un tavolo di confronto anche con i medici che devono poi fare diagnosi e prescrivere le terapie. Ma temo quando si arriva a dire che i farmaci sono tutti uguali. L'industria non è mai stata contro il concetto di equivalenza terapeutica, anzi, ma solo quando è dimostrato scientificamente. Altrimenti è la negazione della scienza e della ricerca. Non si può dire che due medicinali sono uguali solo perché appartengono a una stessa categoria".
Scaccabarozzi ha però ringraziato il ministro per aver dichiarato di voler arrivare a un accordo sul pregresso legato al payback. "Noi siamo pronti – ha detto – perché i ricorsi al Tar non sono stati fatti per partito preso, ma perché i conti erano sbagliati e accolgo con piacere la dichiarazione del ministro: se è anche la sua volontà, questa fa match con la nostra. Se ci saranno dati i numeri sorretti, dobbiamo pagare perché lo dice la legge, ma non a fronte di numeri sbagliati. Se ci sediamo a un tavolo possiamo trovare una soluzione insieme per chiudere questo periodo spiacevole e ripartire con un sistema nuovo e più semplice. Noi lo chiediamo dal 2014”.
10 Dicembre 2018
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