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Ospedale Avezzano. Epatite C: guariti 57 pazienti su 58 grazie ai superfarmaci

Fino all’aprile scorso i casi trattati erano 25 mentre ad oggi il numero, come detto, è salito a 58. Ogni anno sono oltre 1.000 le persone che si rivolgono agli ambulatori di malattie infettive dell’ospedale di Avezzano, tra i quali vi sono anche giovani attorno ai 30 anni. La lotta alla patologie viene condotta con efficacia anche grazie al Fibroscan, un apparecchio che consente di verificare la salute del fegato senza esami invasivi.

17 NOV - Sono 57 i pazienti, su 58 trattati nel complesso, guariti dall’epatite C in fase avanzata, grazie ai nuovi super farmaci e a innovativi strumenti diagnostici del reparto di malattie infettive di Avezzano. Le nuove terapie, avviate nel febbraio scorso, stanno dando risultati eccezionali: solo un paziente, tra quelli trattati, ha avuto una ricaduta. Gli altri 57 malati, seguiti da Malattie infettive dell’ospedale di Avezzano, nell’arco degli ultimi 11 mesi, hanno potuto ‘salvare’ il proprio fegato ed evitare conseguenze drammatiche per la salute. Un notevole obiettivo centrato dal reparto che ha gestito al meglio i nuovi farmaci salva-vita attraverso un lavoro di minuziosa analisi, di esami continui nonché controlli con tecniche non invasive.
L’utilizzo dei farmaci salvavita è stato possibile grazie alla Direzione Asl, guidata dal Manager Giancarlo Silveri che si è adoperato per mettere a disposizione questi prodotti, assai costosi ma di eccezionale efficacia. Una decisione che ha consentito così di ampliare le frontiere della terapia che, fino a poco tempo fa, non sembravano dare molte speranze ai malati gravi di epatite C. Fino all’aprile scorso i casi trattati erano 25 mentre ad oggi il numero è salito a 58.

“Le terapie”, dichiara Maurizio Paoloni, direttore di Malattie infettive, “vengono effettuate in ambulatorio e gli effetti delle cure vengono monitorati a distanza di 3 e 6 mesi. Tuttavia, se la risposta del paziente è positiva già dopo tre mesi, egli si può considerare sulla buona strada. La somministrazione del farmaco, invece, varia dalle 12 alle 24 settimane. L’assunzione del prodotto va fatta dopo accurate indagini e va ‘calibrata’ caso per caso, in relazione alla gravità della patologie e al tipo di paziente. Purtroppo l’epatite C non dà sintomi”, aggiunge Paoloni, “e quindi l’unico strumento efficace è la prevenzione”.

L’invito è quindi quello di fare in reparto l’esame per favorire la diagnosi precoce. Tra l’altro, da 2 anni il portale regionale www.failtestanchetu.it consente di fare in ospedale uno screening completo (con tutela della privacy e prenotazione on line) comprendente 4 test: oltre all’epatite C, Aids, epatite B e sifilide. I trattamenti con i nuovi farmaci vengono garantiti da tutta l’équipe del reparto composta, oltreché dallo stesso Paoloni che la dirige, da Armando Ranelli, Rinalda Mariani, Margherita D’Alessandro e Carlo Sanrocco. I casi di epatite C, nella Marsica, sono in crescita ma il dato presenta una ‘lettura’positiva: si scoprono più malati proprio perché oggi la gente, anche in assenza di sintomi, si sottopone al test e, con la diagnosi precoce, dà modo ai medici di combattere per tempo la malattia. 

Per l’epatite C attualmente ogni anno sono oltre 1.000 le persone che si rivolgono agli ambulatori di malattie infettive dell’ospedale di Avezzano, tra i quali vi sono anche giovani attorno ai 30 anni. La lotta alla patologie, oltreché grazie a nuovi portentosi farmaci, viene condotta con efficacia anche grazie al Fibroscan, un apparecchio che consente di verificare la salute del fegato senza esami invasivi (leggi biopsie) e senza ricoveri ospedalieri, quindi con risparmio sui costi sanitari. Gli esami fibroscan vengono effettuati dal servizio epatologia che ogni anno esegue circa 900 controlli con questa tecnologia diagnostica, in uso ad Avezzano dal 2013. Il fibroscan, (in sostanza, una particolare ecografia che analizza a fondo il fegato) permette di verificare il grado di ‘durezza’ dell’organo e di valutarne la salute.
 

17 novembre 2015
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