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“Istituire ambulatori infermieristici e infermiere di famiglia”. Ecco le proposte di Ipasvi Chieti e sindacati

I rappresentanti dei professionisti e le organizzazioni sindacali a confronto per “attivare nuovi modelli organizzativi in grado di ridurre i costi per la sanità regionale e soddisfare i bisogni assistenziali degli utenti”.

22 DIC - Istituire ambulatori infermieristici sul territorio provinciale, introdurre la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per prendere in carico globale gli anziani, malati cronici e pazienti fragili in generale: sono alcune delle proposte formulate in un incontro che, per la prima volta, ha visto insieme i rappresentanti dei sindacati e dell’Ipasvi Chieti, la federazione che rappresenta i 3.400 infermieri attivi in provincia. Tutti concordi sulla necessità di attivare nuovi modelli organizzativi in grado di ridurre i costi per la sanità regionale e soddisfare i bisogni assistenziali degli utenti. Queste iniziative, compreso l’ulteriore sviluppo della figura dell’infermiere case manager, saranno declinate in un progetto che indicherà finalità, modalità, tempi e oneri per la sua realizzazione.

«Tali interventi - sottolinea il presidente dell’Ipasvi Chieti, Giancarlo Cicolini - garantiranno il soddisfacimento dei bisogni assistenziali degli utenti direttamente sul territorio, evitando che debbano ricorrere, come oggi spesso accade, alle strutture sia del Sistema sanitario nazionale sia al di fuori di esso. In questo modo si ridurrebbero notevolmente gli accessi alle strutture adibite al trattamento dell’acuzie».
All’incontro, insieme a una delegazione dell’Ipasvi guidata dallo stesso Cicolini, hanno partecipato i segretari Gabriele Martelli (CISL), Ferdinando Costanzo (CGIL), Vincenzo Pace (Nursind), Pietro Supino e Michele Spera (FIALS), Patrizia Bianchi (NursingUp), Antonio Monteodorisio (FSI), Mario Frittelli (USB) e Antonio Di Michele (Rapp. RSU). La UIL, rappresentata da Raffaele Di Nardo, impossibilitato a partecipare all’incontro, ha manifestato il suo supporto all’Ipasvi all’iniziativa.

Altra tematica che ha trovato tutti d’accordo è quella relativa alla necessità di garantire ai professionisti, che operano quotidianamente in condizioni di carenza di personale, l’immediato adeguamento alle norme Ue. Attraverso l’applicazione della legge si pongono di fatto con le spalle al muro le aziende sanitarie, obbligandole ad assumere nuovo personale. Ciò eviterebbe di lasciare nelle stesse condizioni di lavoro vissute finora migliaia di infermieri dipendenti garantendo, inoltre, una possibilità per un futuro lavorativo alle centinaia di disoccupati presenti sul nostro territorio.
Un esempio sono i recenti problemi, ancora irrisolti, posti dal nuovo Polo cardiologico della Asl Lanciano Vasto Chieti che, a fronte di importanti investimenti in strutture e apparecchiature, non ha visto un adeguato investimento sul personale sanitario, in particolare infermieri e personale di supporto.

“E’ inoltre improrogabile - spiega il presidente Cicolini - la necessità di istituire un tavolo tecnico a livello regionale con una componente infermieristica che collabori fattivamente, a pieno titolo, con i referenti regionali per la riorganizzazione del Sistema sanitario regionale, per la determinazione delle dotazioni organiche, alla valutazione degli outcome di salute. Non è possibile continuare a escludere una delle componenti più rilevanti del sistema sanitario dai tavoli regionali in Abruzzo. A fronte del vivo interesse mostrato dalle organizzazioni sindacali intervenute, il Direttivo Ipasvi intende monitorare e mantenere un confronto costruttivo con i sindacati a tutela sia del cittadino che usufruisce dei servizi delle strutture sanitarie sia dei professionisti sanitari. L’Ipasvi è sempre convinta che, per raggiungere gli obiettivi è necessario essere più forti, compatti nella volontà di migliorare la qualità del servizio assistenziale per il bene del cittadino”.

22 dicembre 2015
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