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Basilicata. Il report 2014 del Dipartimento di reumatologia: quando la sanità diventa eccellenza

Illustrato alla presenza del Sottosegretario alla Salute De Filippo, del Presidente della Regione Pittella, e dell’Assessore alle Politiche per la persona Franconi il report 2014. Un esempio di trasparenza e buona sanità che si candida a diventare il secondo IRCCS della Regione Basilicata

07 APR - Da quattro anni a questa parte il Dipartimento di Reumatologia della Basilicata presenta il suo report annuale, in un’ottica di orgogliosa trasparenza e con risultati di eccellenza. Nato dal nulla sul finire dello scorso secolo con l’intento di contrastare la migrazione sanitaria verso altre regioni, la reumatologia lucana è ormai diventata polo d’attrazione per le regioni confinanti, ma anche per quelle più lontane. Analizzando infatti il data base dei pazienti, mancano all’appello solo quelli del Trentino, mentre tutte le altre regioni italiane sono rappresentate.
 
 “Da alcuni anni a questa parte -  ricorda il Direttore Generale del ‘San Carlo’ di Potenza, Rocco Maglietta - il Dipartimento di Reumatologia redige e comunica il report annuale delle proprie attività.  E’ un atto che denota una forte volontà di trasparenza nell’informare i cittadini in merito alle modalità con le quali vengono investiti e utilizzati i soldi pubblici, ma anche il riflesso della nostra determinazione a migliorare continuamente i servizi al cittadino, definendo obiettivi e proponendo soluzioni. Lavoriamo con impegno per diventare il polo interregionale della sanità del Sud Italia; lo facciamo affiancando alla qualità professionale dei nostri specialisti, un’assistenza vicino al paziente e ai suoi bisogni. Un ulteriore motivo di prestigio e dimostrazione della nostra serietà è la conferma nell’anno 2014 della certificazione del Sistema di Gestione per la Qualità secondo le direttive UNI EN ISO 9001:2008 per l’UOC di Reumatologia”.
 
Il dipartimento di reumatologia si articola tra l’Ospedale ‘San Carlo’ di Potenza, l’Ospedale ‘Madonna delle Grazie’ di Matera e, fino alla fine dello scorso anno, l’ambulatorio territoriale di Pescopagano. Un’organizzazione plasmata sulle esigenze di un territorio ‘difficile’ e personale di alta specializzazione, fanno di questo Dipartimento un punto di riferimento della reumatologia per tutto il centro-sud e un esempio di buona sanità.
 
Nel 2014 i ricoveri ordinari sono stati poco più di 300, il 61% dei quali da fuori regione. Tra le patologie più rappresentate in quest’ambito, le connettiviti (in particolare la sclerosi sistemica), le vasculiti e le artropatie infiammatorie croniche complicate. Notevole il numero delle visite erogate in regime ambulatoriale (18.208 prestazioni), una su tre da fuori regione.
E anche l’impegno sul fronte della ricerca ha dato i suoi buoni frutti; tra le pubblicazioni dello scorso anno fa bella mostra di sé anche un’invited review sul trattamento dell’artrite psoriasica, pubblicato su Nature Reviews Rheumatology. La fama internazionale di cui gode questo gruppo nell’ambito della malattia di Behçet, ha inoltre portato ad assegnare a Matera la prossima edizione dell’International Conference on Behçet disease (15-17 settembre 2016).
 
Cuore e motore di questo sistema è il dottor Ignazio Olivieri, un professionista innamorato del suo lavoro, sia sul versante clinico, che della ricerca e dall’entusiasmo contagioso. Una vita dedicata al lavoro e risultati d’eccellenza lo hanno portato ai vertici della Società italiana di Reumatologia, della quale ricopre la carica di presidente dallo scorso anno.  Ma non ci si culla sugli allori e si punta verso altri traguardi, soprattutto sul fronte della ricerca e della formazione. E il prossimo sogno nel cassetto, pronto a decollare, è il riconoscimento del dipartimento di reumatologica della Basilicata come IRCCS.
 
“Oltre a contribuire alla formazione di altri medici e alla partecipazione come relatori a numerosi convegni formativi di interesse locale, nazionale e internazionale -– spiega il dottor Olivieri, direttore del Dipartimento di reumatologia - i medici del Dipartimento continuano a svolgere un’intensa attività di ricerca, sempre senza sottrarre tempo ai pazienti, vale a dire al di fuori dell’orario lavorativo, e senza alcun incentivo economico o professionale. A spingerci, è la convinzione non solo che il mantenimento di un elevato profilo scientifico migliori la nostra preparazione, ma anche che si rifletta sul miglioramento dell’assistenza e della qualità della vita dei pazienti, aspetti meritevoli di sacrifici personali. L’istituzionalizzazione, attraverso il riconoscimento di IRCCS, dell’ampia attività di ricerca svolta dai nostri medici rappresenterebbeun ulteriore motivo di visibilità e prestigio per il Dipartimento, ma soprattuttoci consentirebbe di usufruire di fondi ai quali al momento non abbiamo accesso per attrezzature e personale così da competere con colossi della Reumatologia europei, del Nord America e dei Paesi dell'Estremo Oriente”.
 
La presentazione del report è stata supportata da un contributo incondizionato di Roche.
 
M.R.M.

07 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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