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Basilicata. Fisiokinesiterapia, specialistica ambulatoriale e Livelli essenziali: il primo forum dell'Aspat il 22 maggio a Potenza

Oggetto del dibattito e delle analisi i nodi dell'attuale sistema prescrittivo-erogativo per le patologie minimali o di riabilitazione semplici e il modo in cui essi impattano con la programmazione distributiva delle risorse finanziarie disponibili. 

21 MAG - Fisiokinesiterapia, specialistica ambulatoriale e Livelli essenziali di assistenza: a porre la questione del riequilibrio territoriale del fabbisogno assistenziale e della riqualificazione dell’offerta di cure relative alla Riabilitazione cosiddetta minimale in Basilicata è l’Aspat (Associazione sanità privata accreditata territoriale federata, a livello nazionale, con Fenaspat) che propone una serie di forum tematici di cui il primo in programma venerdì 22 maggio al centro congressi Park Hotel a Potenza. Partecipano Pietro Lacorazza, presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Luigi Bradascio, presidente della IV commissione consiliare Sanità e Politiche sociali, Vincenzo Orofino, vescovo di Tricarico, delegato della Pastorale per Salute, e Guido D’Amico presidente nazionale Confimprese Italia. Alla tavola rotonda che ne seguirà sono invitati operatori ed esperti del settore, oltre che i vertici nazionali e regionali di Fenaspat tra cui Antonia Losacco, presidente Aspat Basilicata, Giovanni Santangelo, medico fisiatria Consigliere Fenaspat,, Giovanni Sellitto, responsabile ufficio legale Simmfir (Sindacato italiano medici di Medicina fisica e riabilitativa). Conclude i lavori Pierpaolo Polizzi segretario generale Fenaspat.

I nodi sul tappeto
Sul tappeto, dunque, i nodi dell'attuale sistema prescrittivo-erogativo per le patologie minimali o di riabilitazione semplici in Basilicata e il modo in cui essi impattano con la programmazione distributiva delle risorse finanziarie disponibili. “Per programmare la spesa in modo corretto – argomenta Polizzi - bisogna riqualificare il sistema erogativo. L’obiettivo è generare un'offerta seria ed una domanda congrua, da cui far scaturire l'appropriatezza del fabbisogno e assicurare di conseguenza i Lea. La Specialistica ambulatoriale e la Riabilitazione-socio-sanitaria vanno insomma riorganizzate subito per un uso corretto delle risorse”.

Appropriatezza e qualità delle cure
“In tale contesto l'Aspat Basilicata e la Fenaspat – aggiunge Antonia Losacco - articoleranno una serie di osservazioni relative alle criticità presenti nel sistema proponendo soluzioni migliorative atte a garantire da un lato la compatibilità dei Lea con i tetti di spesa in fase di programmazione e dall'altro a conseguire il massimo livello di equilibrio e di efficienza relativa all' appropriatezza della domanda e dell'offerta con la qualità dei servizi percepita dai cittadini-assistiti”. Ad entrare nel dettaglio all’indice dell’Aspat ci sono una serie di scogli da superare. A cominciare dall’accordo del 22 dicembre del 2006 (recepito con la delibera 2105 del 2006).

No ai tetti di spesa per struttura
“Delibera – aggiunge Losacco – che ha assegnato tetti di spesa per ogni singola struttura ingessando la configurazione della rete assistenziale, condannando i piccoli centri accreditati a erogare quanto richiesto senza poter crescere - in termini di dotazioni strutturali, strumentali e di personale all’aumentare della domanda – e costringendo i grandi centri a dare la caccia alle prestazioni per centrare il budget assegnato, spesso ridondante rispetto alla domanda di prestazioni. Tetti di struttura, assegnati comunque in maniera non conforme a quanto stabilito dallo stesso provvedimento regionale che fissa un tetto massimo a 730 mila euro. Tant’è dal 2007, data di inizio dello start-up normativo, il principio di provvisorietà dell’assegnazione economica del tetto e di transitorietà rispetto alla definizione ultima del calcolo dei fabbisogni assistenziali territoriali, ha determinato una crescita incontrollata della spesa segnatamente sul versante domiciliare”.

Il colpo di spugna sulle domiciliari
"Ma ad assestare il colpo finale ai centri di fisiokinesiterapia – aggiunge Giovanni Santangelo – è stata la Legge regionale n. 17 del 2011 che ha escluso dai Lea le prestazioni laser, Tens, diadinamiche e a ultrasuoni che pure sono tra le più richieste soprattutto tra anziani e pazienti cronici per problemi ortopedici di varia natura. Da qui si è stabilito di abbassare il tetto di struttura già assegnato e calcolato sul fatturato relativo al 2009, penalizzando in maniera particolare le strutture dedicate soprattutto all’attività ambulatoriale”.
Tutte criticità che, secondo Fenaspat, hanno determinato la cristallizzazione dei tetti di struttura con la stabilizzazione di rendite di posizione acquisite da alcuni centri rispetto ad altri producendo un sostanziale disequilibrio nel sistema dell’assegnazione della spesa.

Le soluzioni proposte
Nel corso dell’incontro di venerdì l’Aspat Basilicata è pronto a sottoporre alla controparte regionale una serie di proposte di riqualificazione per il miglioramento del sistema erogativo delle cure di Fkt in grado di riequilibrare la qualità e quantità dei volumi di prestazioni assicurati all’utenza.
“Il nostro obiettivo – ribadisce Polizzi - è elevare i Lea del settore, garantire il fabbisogno dell’utenza territoriale attribuendo ai medici di medicina generale, tanto per fare un esempio, il controllo sulla appropriatezza della prescrizione di cure domiciliare da riservare a particolari condizioni di disabilità transitorie ed eccezionali tali da garantire un riequilibrio quantitativo tra prestazioni ambulatoriali e domiciliari senza dimenticare l’obiettivo irrinunciabile dell’appropriatezza delle prestazioni con strategie mutuate dai più efficienti sistemi sanitari regionali d’Italia”.

Agenas, Basilicata in affanno sui Lea
E che la Basilicata abbia perso terreno, su questo fronte, lo testimoniano- ad avviso dell’Aspat- i dati relativi ai Lea diffusi dall’Agenas (agenzia nazionale della sanità), sulla base della cosiddetta griglia di 31 livelli essenziali di assistenza. Qui la Basilicata, nel giro di un anno, avrebbe perso 23 punti scendendo di quattro posizioni (dall’ottava alla dodicesima). Una classifica basata, come noto, su una serie di valutazione ancora non definitive peraltro e relative a parametri che vanno dai servizi agli anziani, ai ricoveri ospedalieri appropriati e non, esami come la risonanza magnetica, controlli sulla sicurezza del lavoro. Chi va bene nella singola voce ottiene un punteggio, pesato a seconda dell'importanza del settore. Via via che la qualità della prestazione peggiora, il voto assegnato si abbassa. “La Basilicata – conclude Polizzi - fino a qualche anno era inserita tra quelle di fascia virtuosa tanto da essere l’unica regionale del Sud presa in considerazione per identificare i costi standard a livello nazionale. Ma tra il 2012 al 2013 è passata da 169 punti del 2012 a 146 punti attuali. Si tratta di risalire la china e siamo lieti che altre associazioni di categoria come l’Anisap abbia di recente sposato le nostre ragioni e posto sul tappeto delle scelte politiche le nostre stesse analisi e argomenti. In questi casi l’unione fa la forza ”.
 
Ettore Mautone     

21 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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