Ambulatori privati. Tar respinge ricorso Federlab-Anisap

Ambulatori privati. Tar respinge ricorso Federlab-Anisap

Ambulatori privati. Tar respinge ricorso Federlab-Anisap
All’inizio della settimana il Tribunale amministrativo di Catanzaro aveva respinto perché infondato il ricorso delle rappresentanze delle strutture private contro il decreto del commissario ad acta che riduceva i tetti di spesa di 12 milioni rispetto all’anno precedente. La Regione si schiera con gli ambulatori e annuncia contromisure. LA SENTENZA

Lo scorso 23 aprile la seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria ha respinto il ricorso presentato dagli ambulatori e laboratori di analisi privati riuniti sotto le sigle Anisap e Federlab contro il decreto del commissario ad acta della sanità calabrese Massimo Scura che ha ridotto i tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni da operatori privati nel 2017 di circa 12 milioni rispetto all’anno precedente (55,472 milioni).

Per il Tar il ricorso è infondato. “In particolare, con il ricorso in esame la parte ricorrente finisce per opinare su scelte ampiamente discrezionali dell’Amministrazione, le quali possono essere sindacate in sede giurisdizionale solo se risultano illogiche o arbitrarie (come nel caso di mancata motivazione in ordine alle scelte operate), ma non quando, come nel caso, mirano a commisurare la spesa alle effettive disponibilità finanziarie ed ai diversi interessi coinvolti, specie alla luce della situazione emergenziale in cui la Regione Calabria versa”, spiegano i giudici del tribunale amministrativo.

“Tutte le deduzioni di parte ricorrente (comprese quelle relative all’effettiva modalità di utilizzazione delle risorse in questione, alla tardività del decreto, alla contraddizione del decreto con i precedenti atti programmatori nazionali e regionali adottati), pertanto, devono essere innestate all’interno di questo particolarissimo quadro, ove il fabbisogno effettivo può essere soddisfatto con l’osservanza delle necessarie priorità compatibilmente con le esigenze connesse al rientro dal disavanzo (T.A.R. Calabria, Catanzaro, sez. I, 23 maggio 2016, n. 1075); del resto, tutte le censure, lette alla luce del detto quadro regolatorio, non spiegano come conciliare le attese dei ricorrenti con l’obiettiva e non contestata riduzione del FSR del 2017 rispetto al 2016 pari a € 23.696.984,00”.

La reazione delle associazioni di categoria non si è fatta attendere. Innanzitutto hanno annunciato il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar.


 


Secondo quanto riporta il Corriere della Calabria, poi, hanno espresso l’intenzione di rivolgersi al giudice civile “per il riconoscimento di quanto prodotto del 2017” e di avviare “la procedura di pre-licenziamento del personale in esubero rispetto ai requisiti minimi previsti per l’accreditamento”.


 


Intanto è scesa in campo anche la Regione. Nella seduta di Giunta di ieri, presieduta dallo stesso presidente della Regione Mario Oliverio, la Regione si è sganciata dalla struttura commissariale.


 


“Le attuali condizioni istituzionali, che incardinano la competenza ad assumere provvedimenti in materia sanitaria in capo al Commissario, non consentono un intervento diretto e risolutivo dell’organo di Governo regionale”, ha fatto sapere in una nota la Regione. “Ciononostante la Regione è determinata nello scongiurare la sciagurata ipotesi narrata [il licenziamento dei dipendenti come conseguenza della riduzione di budget, n.d.r.] ed è dunque necessario – ad avviso della Giunta – adottare ogni iniziativa politica utile affinché il governo della sanità sia condiviso e concertato con le realtà insistenti sul territorio e non frutto di decisioni unilaterali sulle quali lo stesso Commissario è peraltro costretto poi a ritornare, come nel caso del DCA 87/18”.

27 Aprile 2018

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