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Cosenza. Il 26 febbraio sciopero dei medici all'Annunziata: “Promesse Lorenzin disattese”

L'intersindacale dell'ospedale calabrese denuncia che nonostante le promesse di sblocco del turnover "nulla è stato fatto e la situazione si è ulteriormente aggrata". In un incontro con il presidente Oliverio è inoltre trapelato che "senza la nomina di un nuovo commissario alla sanità da parte del Governo la Regione non potrà intervenire". 

26 GEN - L’intersindacale dei medici dell’azienda ospedaliera di Cosenza che da oltre un anno sta denunciando le gravissime criticità di tipo strutturale e organizzativo in cui versa il nosocomio cittadino e le gravi carenze di personale medico e paramedico che rendono sempre più difficile la garanzia di cure adeguate per gli utenti, continua nella sua protesta. Lo stato di agitazione che si era protratto per diversi mesi era stato temporaneamente sospeso lo scorso Novembre quando, a ridosso dell’elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, il ministro Lorenzin - nel suo tour per gli ospedali calabresi - aveva promesso, a una delegazione di Medici dell’intersindacale che il turnover sarebbe stato sbloccato e che sarebbe arrivato nuovo personale medico e paramedico a dare un po’ di fiato almeno al settore dell’emergenza.

Da allora, denunciano i medici dell'intersindacale dell'Ao, "dopo 2 mesi non solo non si sono visti i medici ma la situazione si è ulteriormente aggravata per la mancata nomina del nuovo Commissario alla Sanità, visto che il patto di stabilità impedisce al Presidente neo eletto di svolgere anche il ruolo di Commissario per il piano di rientro". E l’incontro informale che i medici hanno avuto qualche giorno fa con il nuovo Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, non è servito a rasserenare gli animi. Oliverio ha, infatti, dichiarato di non poter fare nulla di concreto, né in termini di assunzioni né in termini di riorganizzazione finchè il Governo non nominerà il nuovo Commissario alla sanità calabrese. 

Pertanto i medici dell’intersindacale, preoccupati per la mancanza di interlocutori a tutti i livelli - direttore generale già dimissionario, struttura regionale del piano di rientro decapitata - e rammaricati per l’ennesima prova di insensibilità istituzionale del Governo che "continua a ignorare le impellenti e improcrastinabili necessità della sanità calabrese"  annunciano che dal 26 gennaio ripartirà lo stato di agitazione simbolica che culminerà in uno sciopero generale di tutto il personale medico e paramedico il 26 febbraio, qualora la situazione dovesse rimanere immutata.

26 gennaio 2015
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