Cosenza. M5S contro l’atto aziendale: “Tagli a ogni costo sulla pelle dei cittadini”
Per Dalila Nesci e Francesco Sapia l’atto aziendale “realizza un tipico accentramento burocratico, che priva il territorio di servizi e strutture al fine di creare disagi, caricare i cittadini di ulteriori costi e consolidare quegli apparati amministrativi funzionali allo smantellamento del sistema pubblico, a vantaggio del privato”.
16 NOV - “L'area dello Ionio cosentino necessita di servizi sanitari pubblici attrezzati ed efficienti. Il nuovo atto aziendale dell'Asp di Cosenza è terribile, piuttosto che deprimente, perché traduce la volontà del potere centrale di tagliare a ogni costo sulla pelle dei cittadini, al di là dei bisogni”. Lo affermano in una nota stampa la deputata
Dalila Nesci e il consigliere comunale M5s di Corigliano (Cs),
Francesco Sapia. Per i rappresentanti M5s “l'accentramento in atto è evidente. Si arriverà, in ultima analisi, ad un unico polo sanitario pubblico per l'intera Calabria, anche alla luce dei tagli miliardari al servizio sanitario nazionale previsti per i prossimi anni”.
“L'atto aziendale in questione – spiegano i 5 stelle – realizza un tipico accentramento burocratico, che priva il territorio di servizi e strutture al fine di creare disagi, caricare i cittadini di ulteriori costi e consolidare quegli apparati amministrativi funzionali allo smantellamento del sistema pubblico, a vantaggio del privato”.
“La politica – incalzano i 5 stelle – è complice, perché non ha il coraggio di opporsi, non riesce più a scandalizzarsi e aspetta soltanto il contentino familistico. La retorica sul nuovo ospedale della Sibaritide non risolve in alcun modo i problemi quotidiani. La verità è che Oliverio, Scura, Fatarella e Mauro stanno distruggendo la sanità nella provincia di Cosenza e mortificando le professionalità che vi operano, obbligando i pazienti a sacrifici non più sopportabili”. “Può invertire la rotta la proposta di legge popolare – concludono Nesci e Sapia – promossa dal Movimento 5 stelle, la quale modifica l'assetto istituzionale della sanità e separa la medicina ospedaliera da quella del territorio. In seguito serviranno amministratori liberi e direttori generali autonomi e volenterosi”.
16 novembre 2016
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