Cotticelli convoca Cgil, Cisl e Uil, insorge l’Intersindacale: “Gli interlocutori dovremmo essere noi”
Tra le sigle che contestano la convocazione con una lettera aperta ci sono anche la Cisl Medici e la Uil Medici, e poi Aaroi Emac, Anaao Assomed, Anpo, Cimo, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fesmed e Fvm (la Cgil non ha firmato la lettera). Il messaggio è chiaro: “Gli interlocutori principali, quelli il cui bagaglio di conoscenze avrebbe potuto e dovuto guidarla nelle Sue decisioni, avrebbero dovuto essere i medici”. LA LETTERA APERTA
10 SET - Non è piaciuta all’intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari della Regione Calabria la convocazione di una riunione con Cgil, Cisl e Uil da parte del commissario ad acta
Saverio Cotticelli. La ragione è chiara: “Gli interlocutori principali, quelli il cui bagaglio di conoscenze avrebbe potuto e dovuto guidarla nelle Sue decisioni, avrebbero dovuto essere i medici”, tant’è che tra le sigle che sottoscrivono la lettera aperta di contestazione a Cotticelli compaiono anche Cisl Medici e Uil Medici (mentre la Cgil Medici non ha sottoscritto il documento). Le altre sigle firmatarie della lettera sono Aaroi Emac, Anaao Assomed, Anpo, Cimo, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fesmed e Fvm.
La questione, spiega l’Intersindacale, non concerne solo “l’ennesimo sgarbo istituzionale, per il quale stanno vagliando l’opportunità di un ricorso al giudice del lavoro per comportamento antisindacale”, ma riguarda “la Sua scarsa confidenza nella gestione della sanità e la Sua scarsa competenza in materia di normativa contrattuale”.
L’Intersindacale contesta a Cotticelli di avere anche rifiutato ogni tentativo di dialogo da parte dei sindacati medici. “Dalla Sua Struttura, ai nostri appelli, nessuna risposta”. “Peccato - osserva l’Intersindacale -. Con un pizzico di presunzione temiamo che, probabilmente, dal mancato confronto con noi, Ella abbia perso un’opportunità. Con maggior presunzione invece siamo convinti che l’opportunità più grande l’abbia persa il cittadino calabrese per il quale, la gestione ragionieristica della Sanità da parte della Sua Struttura si è tradotta in peggioramento dei conti, della qualità e della quantità dei servizi erogati. E ha costretto tutti gli operatori della Sanità a lavorare in condizioni incresciose”.
10 settembre 2020
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