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Covid. La Calabria in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lazio. Lo Smi, indignato, chiede intervento dell’Ordine dei medici

La Regione Calabria ha deciso di intervenire ad adiuvantum nel ricorso presentato al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lazio che annullava l’obbligo per i medici di famiglia di visitare i pazienti covid, considerando questo ambito di pertinenza delle Usca appositamente istituite. “Siamo indignati dal provvedimento adiuvantum della Regione Calabria. Chiediamo all’Omceo Cosenza una presa di posizione pubblica in appoggio alla categoria dei medici di famiglia”, è l'appello di Sinibaldo Iemboli, responsabile 118 per lo Smi Calabria e consigliere dell’Omceo.

10 DIC - “In qualità di membro del Consiglio dell’Ordine dei Medici della Provincia di Cosenza rivolgo un appello al Presidente dell’Ordine e a tutti gli altri membri dell’organismo in merito all’Atto di Intervento ad adiuvantum della Regione Calabria al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR Lazio (Sezione Terza – quater n. 11991/2020 del 16/11/2020) che di fatto annullava l’obbligo, da parte dei medici di famiglia, delle cure domiciliari per pazienti COVID positivi sintomatici”. La richiesta di intervento arriva da Sinibaldo Iemboli, Responsabile Regionale Calabria 118 del Sindacato Medici Italiani (Smi).

“La richiesta dello Smi intende entrare nel merito della istituzione delle Usca, che nascono specificamente in appoggio ai medici di famiglia per la gestione dei pazienti Covid e per l’effettuazione dei tamponi”, spiega Iemboli. “A fronte delle decine di medici morti a causa dei contagi in occasione della loro attività domiciliare diventa ancora più evidente che l’attività delle Usca è a supporto dei medici di medicina generale”.
 
Per il responsabile Calabria 118 dello Smi “sorprende che proprio la Regione Calabria, atavicamente affetta da carenze sanitarie, si sia posta in contrasto con i medici di medicina generale che, dall’inizio della pandemia, sono stati abbandonati a sé stessi senza avere un minimo di supporto logistico, anche in termini di fornitura di DPI, indispensabili per l’attività ambulatoriale ma soprattutto domiciliare”.

“Forse  - prosegue Iemboli - chi siede sugli scranni non riesce neanche a percepire le attuali difficoltà degli operatori sanitari, prendendo decisioni a dir poco vergognose da parte di istituzioni totalmente ed irresponsabilmente assenti nella gestione della sanità pubblica. Mai come ora la nostra Regione è stata messa alla berlina nazionale offrendo quotidianamente testimonianze d’inefficienza ed incapacità gestionale a tutti i livelli; per questo siamo indignati dal provvedimento adiuvantum della Regione Calabria al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR Lazio”.

Iemboli chiede quindi “la solidarietà e la condivisione del Consiglio dell’Omceo Cosenza con una presa di posizione pubblica in appoggio alla categoria dei medici di famiglia e nei confronti delle istituzioni regionali, in primis rivolto al nuovo Commissario Dr. Longo”.

10 dicembre 2020
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