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Neuropsichiatria. Governo impugna legge Campania. Sinpia: “Ma non si blocchi riordino”

I neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza denunciano le difficoltà dei pazienti e degli operatori in attesa di una riorganizzazione. ‘‘Non entriamo nel merito del provvedimento di impugnazione, ma ci auguriamo che non si blocchi il processo di organizzazione faticosamente avviato non venga ulteriormente rallentata la definizione di percorsi di cura più organici ed efficaci per i disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva”

27 NOV - Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare, nella seduta del 22 novembre scorso, la legge della Regione Campania n. 26 del 28/09/2017, recante “Organizzazione dei servizi a favore delle persone in età evolutiva con disturbi del neurosviluppo e patologie neuropsichiatriche e delle persone con disturbi dello spettro autistico”, in quanto, spiega la nota di fine seduta di Palazzo Chigi, “recante disposizioni, in materia di rete dei servizi assistenziali e ospedalieri per la cura delle patologie neuropsichiatriche, che interferiscono con le funzioni del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Campania, in violazione dell’art. 120 Cost., e si pongono altresì in contrasto con le previsioni di detto Piano, e dei programmi operativi che ne costituiscono la continuazione, in violazione dei principi di coordinamento della finanza pubblica di cui all’art. 117, terzo comma, Cost. Ulteriori censure concernono, tra l’altro, la copertura finanziaria della legge che risulta in contrasto con l’art. 81, terzo comma, Cost.”.

Una notizia che ha sollevato le preoccupazione neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza della Sinpia, che parlano i “servizi di assistenza neuropsichiatrico al collasso per mancanza di risorse e di riorganizzazione, nonostante la forte crescita della domanda di assistenza in Campania” e denunciano le difficoltà dei pazienti e degli operatori in attesa di una riorganizzazione”. Per questo l’auspicio del Sinpia è che “con questo atto del governo non si blocchi il processo di organizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri, che faticosamente è stato avviato già con i recenti atti aziendali, e non venga ulteriormente rallentata la definizione di percorsi di cura più organici ed efficaci per i disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva”.

“Non entriamo nel merito del provvedimento di impugnazione del Consiglio dei Ministri delle motivazioni che lo hanno determinato - afferma Goffredo Scuccimarra, segretario regionale della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Campania - con la Legge n.26 sono state evidenziate le gravi disfunzioni del sistema di cure del territorio regionale. Assenza di un reparto di neuropsichiatria infantile per ricoveri ordinari, servizi di neuropsichiatria privi di personale, presa in carico diagnostico-terapeutico-assistenziale carente ad ogni livello, sono solo alcune delle criticità a cui la norma ha voluto fornire risposta”.

Nel 2015, secondo i dati nazionali, otto minori su cento hanno avuto almeno un contatto con le strutture territoriali con un aumento annuo di accessi pari a circa 7-8%: un trend costante, che negli ultimi 5 anni ha portato ad un aumento dell’utenza del 40-45%. In particolare si è registrato un incremento massiccio dei disturbi psichiatrici in adolescenza (+ 21 % degli accessi in pronto soccorso, + 28% dei ricoveri in un anno) ed un generale importante crescita del disagio sociale. Ciononostante, solo 1 utente su 3 riesce ad avere le risposte diagnostiche e terapeutiche di cui ha necessità.

“Dopo tanti anni di attesa - continua Scuccimarra - la Legge sull’0’Organizzazione dei servizi a favore delle persone in età evolutiva con disturbi del neurosviluppo e patologie neuropsichiatriche e delle persone con disturbi dello spettro autistico’ dà almeno dignità ai neuropsichiatri infantili ed alle funzioni che essi svolgono sul territorio, definisce la rete dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, riconosce alle famiglie il diritto di ricevere le migliori cure possibili in ogni area regionale, senza diseguaglianze e con un’attenzione alla continuità terapeutica e alla transizione dall’età adolescenziale all’età adulta”.

Un percorso che il Sinpia chiede che non venga fermato.

27 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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