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Liste d’attesa in Campania.  Ciarambino (M5S): “Sospendere intramoenia e si lavori solo in regime ordinario”

La consigliera regionale: “Ospedali funzionano come cliniche private, mentre è sospesa l’attività pubblica. In queste condizioni, non c’è altra via d’uscita che liberare le risorse, specie gli anestesisti, dal regime intramoenia e dedicare tutte le eventuali prestazioni aggiuntive all'attività chirurgica in regime ordinario".

19 GIU - “In una situazione emergenziale gravissima, con liste di attesa che in Campania arrivano fino 87 giorni per una colonscopia, con picchi di 101 giorni per una visita oculistica e di 78 giorni per una gastroscopia, senza considerare i tempi di attesa per interventi chirurgici di somma urgenza come quelli in campo oncologico, ad oggi l’unica via d’uscita per i pazienti della nostra regione sono le prestazioni in regime di intramoenia. E’ paradossale che in regime ordinario si debba attendere fino a sei mesi per una prestazione di qualunque tipo, anche di somma urgenza, mentre i tempi si riducono ad appena qualche giorno se l’intervento viene effettuato dallo stesso medico e nella stessa struttura, ma a pagamento. Così come è assurdo che ci siano ospedali pubblici che funzionano come vere e proprie cliniche private, senza pronto soccorso, mentre è quasi del tutto sospesa l’attività pubblica. In queste condizioni, aggravate dall’arrivo dell’estate e dai turni di ferie, l’unica soluzione possibile passa per la sospensione di tutte le prestazioni in attività libero professionale”.
 
E’ quanto propone la consigliera del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, che sulla questione invierà una nota al ministro per la Salute Giulia Grillo.
 
“La Regione deve fornire un riscontro immediato sul monitoraggio dei tempi d’attesa delle prestazioni intramoenia e di quelle erogate in regime ordinario nel pubblico, affinché sia garantita adeguata proporzionalità come previsto dalla legge. Ove mai non fosse rispettata, non solo ci troveremmo di fronte a una violazione delle normative, ma si starebbe mettendo a repentaglio la vita delle persone. Il recente appello di una malata di tumore, che ha lamentato una lunga attesa per sottoporsi a un intervento chirurgico a causa della carenza atavica di anestesisti, è solo l’ultimo squarcio sul lungo elenco di bugie snocciolato da De Luca in occasione della conferenza autocelebrativa che ha avuto il coraggio di battezzare 'Sanità, la svolta'. Un governatore costretto ad ammettere l’ennesimo slittamento della data di apertura dell’Ospedale del Mare, su cui il ministro ha aperto un'inchiesta, mentre gli attuali storici Pronto soccorso cittadini sono oltre il limite della saturazione. Il dimezzamento dei tempi di attesa di cui questo commissario ad acta si è fatto vanto, non trova conferma nei dati reali", ha aggiunto.
 
"Ad oggi soltanto il privato è in grado di garantire tempi rapidi nelle prestazioni. Nello stesso tempo, si fa fatica a pensare che un sanitario che operi privatamente e con parcelle stratosferiche, abbia interesse a contribuire allo snellimento delle liste di attesa nel pubblico. In queste condizioni, non c’è altra via d’uscita che liberare le risorse, specie gli anestesisti, dal regime intramoenia e dedicare tutte le eventuali prestazioni aggiuntive all'attività chirurgica in regime ordinario, almeno per le priorità e per le patologie per le quali è indispensabile intervenire in tempi ristretti”, conclude Ciarambino.

19 giugno 2018
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