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Asl Na 1. Associazione cattolica nei consultori, le donne insorgono e la Asl ritira la delibera

Il manager della Asl Mario Forlenza dopo un incontro con le associazioni femminili ha disposto l'immediata revoca della delibera e la contestuale revoca della convenzione a suo tempo stipulata con l'associazione 'Parrocchia per la vita' per le attività consultoriali preliminari alla scelta di abortire. LA DELIBERA DI REVOCA

11 SET - Le donne napoletane hanno vinto la battaglia contro la delibera della Asl Napoli 1 (del 14 agosto, la numero 1713) che prevedeva il coinvolgimento dell’associazione 'Parrocchia per la vita' (dichiaratamente antiabortista) nelle attività consultoriali preliminari alla scelta di abortire. Il direttore generale della Asl, Mario Forlenza, ha infatti diramato nel pomeriggio di oggi, dopo un incontro con varie organizzazioni femminili che avevano espresso perplessità sulla delibera, una nota in cui annuncia la revoca del provvedimento e la contestuale revoca della convenzione a suo tempo stipulata con l'associazione 'Parrocchia per la vita'.
 
A schierarsi contro l'iniziativa della Asl erano scese in campo le donne dell’Udi, l’associazione Salute Donna, il Comitato 194, Arcidonna Napoli, La Casa delle Donne di Napoli.
 
Affianco a queste associazioni anche i medici, quelli dell’Anaao (regionale e provinciale) e i camici bianchi che lavorano nei centri per l’interruzione volontaria di gravidanza agli ospedali San Paolo e Loreto mare.

La delibera prevedeva che negli ospedali San Paolo e Loreto Mare i volontari dell’associazione potessero distribuire materiali 'dissuasivi' alle donne. Dopo lettere di protesta, esposti e minaccia di denunce alla Procura della Repubblica (che sono poi partite) e un appello al Governatore Vincenzo De Luca nei giorni scorsi c’era stato l'incontro tra il manager della Asl Mario Forlenza e il mondo dell’associazionismo femminile con all’ordine del giorno la richiesta di ritiro della delibera.

“Ho convocato le varie associazioni femminile – spiegava in quei giorni Forlenza – che avevano espresso dubbi e perplessità sulla legittimità di una delibera della Asl inerente la stipula di una convenzione con una associazione in tema di interruzione volontaria di gravidanza”. Alla riunione hanno partecipato Stefania Cantatore e Pina Tommasielli dell’Udi (Unione donne in Italia), Clara Pappalardo dell’Arci Donna, Simona Ricciardelli del Comitato legge 194 e Chiara Guida per la Casa delle donne.

Nel confronto, approfondito riguardo al rispetto della legge 194 del 1978 “ho evidenziato – chiariva Forlenza – la norma in base alla quale ho recepito la convenzione. Ossia l’articolo 2, comma 1, lettera Ddella legge 194 del 1978 laddove precisa che i consultori familiari delle Asl devono contribuire a far superare le cause che inducono o potrebbero indurre la donna all’interruzione volontaria di gravidanza e che possono avvalersi per tale obiettivo della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato”.

“Tuttavia – aggiungeva il manager della Asl Napoli 1 - sulla base delle osservazioni delle associazioni di volontariato, riguardo a una asserita violazione della privacy relativa alla modalità concrete della convenzione, alla invocata presenta violazione della legge 194 che non consentirebbe a nessun tipo di associazione (pro o contro l’aborto), di intervenire o accedere direttamente ai locali ospedalieri sede di strutture di interruzione di gravidanza ho disposto un approfondimento con la dirigente responsabile della privacy chiedendo che tutte le posizioni espresse possano avere il conforto di ogni utile documentazione a sostegno delle nostre posizioni. Le rappresentanti delle associazioni chiedono tuttavia uno stop alla delibera non negoziabile”.
 
Oggi l'annuncio della revoca del provvedimento.

A chiedere un passo indietro alla Asl, come accennato, erano stati anche i medici dell’Anaao: “La delibera — avevano scritto Carlo Melchionna e Vincenzo Bencivenga segretario provinciale e aziendale del sindacato — attacca alle radici la legge 194. La convenzione con un’Associazione di volontariato, notoriamente antiabortistica, denominata 'Parrocchia per la vita' che di fatto viene inserita nei consultori e negli ospedali aziendali. E’ un palese ed ingiustificabile attacco ai diritti delle donne che hanno già dovuto dolorosamente scegliere tra interrompere o meno una gravidanza. Come mai questa scelta di campo per una Associazione chiaramente cattolica? E’ sicuramente una scelta dissennata e scellerata di cui chiediamo con forza il ritiro immediato”.

“Invitiamo fermamente il Direttore generale a dedicarsi, invece, alle gravi carenze assistenziali in materia,  specie per  la mancanza di medici e personale non obiettore che limita alle donne l’accesso al diritto sancito dalla legge. Questo non è il citato rispetto del pluralismo riportato nella delibera, ma un attacco alle leggi vigenti ed ai diritti delle donne a cui l’Anaao Assomed assicura,  invece, garanzie e vigilanza anche sulla 'legittimità' dell’atto. Un vespaio – concludevano - da spegnere subito prima che divampi”.

Ettore Mautone

11 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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