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Tre anni di Amigay

di Carlo Alfaro

AMIGAY ha come mission studiare e promuovere la Medicina di Genere LGBTI (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Intersexual) e difendere i diritti sanitari, la salute e il benessere delle persone LGBTI in Italia attraverso le conoscenze scientifiche e pragmatiche attuali 

25 GEN - Si è tenuta sabato 23 gennaio 2021 - in modalità on line per la pandemia - l’attesa Assemblea Nazionale AMIGAY (Associazione Medica Italiana Good As You) aps, che ha concluso il primo triennio dell’associazione fondata esattamente il 23 gennaio 2018 su ispirazione della omonima americana GLMA (Gay and Lesbian Medical Association).
 
AMIGAY ha come mission studiare e promuovere la Medicina di Genere LGBTI (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Intersexual) e difendere i diritti sanitari, la salute e il benessere delle persone LGBTI in Italia attraverso le conoscenze scientifiche e pragmatiche attuali. Ospiti i soci vecchi e nuovi di tutta Italia, associazioni storiche nel campo dei diritti delle minoranze come I Ken Napoli, AGEDO, AFAN, altri sanitari ancora non iscritti ma comunque interessati alle attività AMIGAY. Confermato lo stesso Direttivo attuale per il prossimo triennio, sempre con la presidenza dello psichiatra e attivista napoletano Manlio Converti, approvato il bilancio 2020 ed elaborato e licenziato il programma 2021 dell’associazione.
 
I punti del composito programma partoriti durante il vivace dibattito dell’assemblea sono, schematicamente:
1. Ottenere dal Ministero della Salute l’obbligatorietà della formazione sui temi della Medicina di Genere LGBTI nelle Facoltà sanitarie, ASL, Aziende ospedaliere, come previsto a titolo di legge (art. 3 legge 3/18), al fine di informare e formare opportunamente gli operatori delle varie aree sanitarie all’accoglienza indiscriminata, al riconoscimento delle criticità e alla capacità di risposta ai bisogni specifici delle persone LGBTI.
 
2. Ottenere la completa depatologizzazione dell’omosessualità e depsichiatrizziazione del transgenderismo, attraverso l’approvazione da parte del Ministero della Salute del nuovo sistema di classificazione delle malattie ICD11, al posto del superato ICD9CM, attualmente usato in Italia, che consente le “terapie riparative” (o “eteronormative” o di “conversione” o di “riorientamento sessuale”) contemplando la diagnosi di “omosessualità egodistonica” (cioè quale disturbo mentale nei confronti del proprio orientamento sessuale).
 
3. Ottenere l’uso di anagrafica inclusiva nei moduli elettronici del SSN, contemplando la lettera T oltre al binarismo M/F, e l’inserimento delle 4 domande del Sex Orienteering (sesso alla nascita, genere cui si sente di appartenere, orientamento sessuale, Coming Out) al fine di aiutare gli utenti a capire meglio sé stessi, individuare i loro bisogni ed esigenze e per la ricerca epidemiologica sanitaria.
 
4. Inserire nei Corsi di Accompagnamento alla Nascita e nel counseling ai genitori da parte di Ostetriche, Ginecologi, Pediatri la nozione della possibilità di avere figli Intersex (1%) alla nascita o Gender Variant (1%) nell’infanzia o LGB (fino al 10%) nell’infanzia o nell’adolescenza. La mancata informazione corretta è evidentemente causa di trauma nei genitori per negligenza sanitaria e questo trauma si riversa moltiplicato sui minori LGBTI causando il cosiddetto Minority Stress, cambi peggiorativi dello stile di vita, vittimizzazione familiare fino a violenza ed espulsione, danni fisici e psicologici fino al suicidio. Questa catena degli orrori può essere interrotta alla base con la consapevolezza della possibilità e della normalità di avere figli LGBTI
 
5. Ottenere il diritto al Coming Out per i lavoratori LGBTI e conseguente obbligo dei datori e colleghi di lavoro di sostegno al Coming Out, nell’ottica della lotta all’omofobia/transfobia che impatta violentemente sulla salute fisica e mentale attraverso il Minority Stress anche sui sanitari LGBTI. Si tenga presente che non tutte le Regioni si sono dotate di una Legge regionale contro l’omofobia e che nei loro testi non si fa mai riferimento all’omofobia sanitaria. Rientra in questo punto ottenere il libretto di lavoro Alias per i lavoratori transgender per garantirne la sicurezza sul posto di lavoro e in itinere.
 
6. Pieno riconoscimento e supporto della genitorialità nelle famiglie LGBTI, a livello legale, familiare, sociale, sanitario e scolastico, incluso il diritto alla fertilità, alla riproduzione e alla adozione.
 
7. Divieto dei trattamenti e la chirurgia di normalizzazione sessuale dei neonati interesessuali, garantendone l’integrità fisica durante l’infanzia, l’autonomia e la successiva autodeterminazione.
 
8. Attivazione di una rete sanitaria e con associazioni di pazienti per creare Percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA) e realizzare Centri Esperti Multidisciplinari in ogni Capoluogo di Provincia, con accesso gratuito per neonati/minori Intersex, minori Gender Variant e rispettive famiglie.
 
9. Attivazione con il SSN di protocolli scritti a garanzia del personale sanitario LGBTI e dell’utenza LGBTI per un’accoglienza friendly e il sostegno ai loro bisogni, in tutti gli ambiti sanitari, es. Pediatria, Medicina di Base, Oncologia, Cardiologia, Salute Mentale, Pronto Soccorso, Geriatria ecc.
 
10. Attivazione di progetti di collaborazione nazionali e internazionali: partecipazione a Gruppi di Studio di Società scientifiche con cui pubblicare su riviste qualificate studi sulle tematiche LGBTI; creazione di una rete europea sui progetti di Medicina di Genere LGBTI e collaborazione con ILGA; interazione e collaborazione con gli stakeholder in ambito socio-sanitario, scolastico, associativo sul territorio.
 
11. Attivazione di studi e progetti innovativi sul benessere per le persone LGBTI senza far riferimento sempre ai rischi, la vittimizzazione e le patologie, e proporsi anche come punto di riferimento e guida per gli utenti per informazioni su servizi e indirizzi sanitari.
 
12. Realizzazione di Corsi di Formazione sul Sex Orienteering, Medicina di Genere LGBTI e Diritti Sindacali Personale Sanitario LGBTI, anche in modalità webinar o FAD.
 
13. Realizzazione di campagne tematiche sui Diritti Sanitari delle persone LGBTI.
 
14. Aggregare ad AMIGAY Medici e Personale Sanitario LGBTI e friendly, contro cui è un ostacolo l’omofobia sociale e internalizzata che rende ancora un tabù occuparsi di questi temi.
 
15. Attivazione di un gruppo attivo in Toscana oltre quello nazionale e quello in Campania.
 
16. Attivazione di influencer per campagne AMIGAY
 
17. Ottenere fondi dal 5 per mille.
 
“Il risultato dell’assemblea e il consuntivo del primo triennio”, ha detto il dottor Converti, “conferma il continuo percorso di crescita di AMIGAY, che si rafforza ulteriormente nel suo ruolo di guida alla tutela equa ed etica delle persone LGBTI in ambito sanitario, potenziando i processi posti in essere fino a questo momento. Abbiamo solo bisogno della fiducia delle istituzioni per realizzare con il Ministero della Salute e le Omceo i cambiamenti più profondi e rilevanti a garanzia e tutela del 10% della popolazione altrimenti ignorata o maltrattata dallo stesso SSN”.
 
Carlo Alfaro
Pediatra e giornalista
 

25 gennaio 2021
© Riproduzione riservata

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