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Giornata europea diritti malato. Da rete europea di Cittadinanzattiva “dieci” raccomandazioni a Parlamento e Commissione UE


Un Manifesto con 10 raccomandazioni che 32 associazioni di 15 Paesi hanno firmato e indirizzato alle istituzioni, per ricordare le necessità non accolte dei pazienti non-Covid. La prima raccomandazione è di incoraggiare iniziative perché in ogni Paese siano coinvolti i cittadini nell’uso dei fondi del Recovery Plan al fine di migliorare il sistema sanitario.

06 MAG - Riconoscere il ruolo delle organizzazioni civiche e di tutela dei diritti per sistemi sanitari che sappiano rispondere efficacemente alle emergenze e alle mutate esigenze di salute. Questo è il messaggio lanciato dalla conferenza europea della XV Giornata europea dei diritti del malato che si conclude questa mattina, e che ha coinvolto più di 150 rappresentanti delle realtà civiche europee, parlamentari europei e stakeholder. L’evento è stato promosso da Active Citizenship Network, la rete europea di Cittadinanzattiva e realizzato grazie al supporto non condizionato di: F. Hoffmann-La Roche LTD, Teva Europe, Boehringer Ingelheim International GmbH e Viatris.

Quest’anno la Giornata ha avuto come filo conduttore gli effetti della pandemia sui sistemi sanitari nazionali, su come le associazioni dei pazienti li abbiano affrontati continuando a fornire risposte ai cittadini, e quali azioni sarebbero necessarie per avere sistemi sanitari maggiormente resilienti, alla luce anche dei 14 Diritti sanciti nella Carta Europea dei Diritti del malato, Carta protagonista anche di un video realizzato dagli attivisti di Cittadinanzattiva e disponibile sul canale Youtube.

Dalle esperienze realizzate durante la pandemia è emersa la grande forza riformatrice delle organizzazioni civiche e di tutela, capaci di rispondere prontamente alle nuove necessità gestendo servizi, costruendo alleanze, segnalando rapidamente le nuove norme necessarie o le modifiche alle procedure, mobilitando risorse (sia umane che economiche), introducendo e promuovendo pratiche da cui sarà necessario non tornare indietro anche dopo l’attuale emergenza.

“Un attivismo e un coinvolgimento a supporto delle istituzioni e a beneficio delle comunità locali che non è riportato invece all’interno del recente Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e che abroga la decisione n. 1082/2013/UE. La proposta rivela una grave e ingiustificata mancanza, alla luce di ciò che la pandemia avrebbe dovuto insegnarci”, questo il commento di Mariano Votta, direttore di Active Citizenship Network.

A parte le difficoltà, questo è un momento comunque favorevole: i Paesi Membri hanno appena inviato i rispettivi Recovery Plan, e in questi gli aspetti legati alla salute sono elementi chiave; fra pochi giorni comincerà la Conferenza per il futuro dell’Europa, e la speranza è che i problemi legati alla salute siano al centro del dibattito, come succederà in occasione del prossimo Summit sulla Salute Globale, in programma a Roma per il 21 maggio.

“Dall’importanza che verrà data alle tematiche legate alla salute in questo quadro politico Europeo comprenderemo se “la necessità di creare una forte sanità dell’Unione Europea” come sottolineato dal Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, è solo uno slogan oppure l’attuale direzione presa dalle istituzioni europee, nonché il punto chiave per permetterci di valutarne il lavoro svolto”, conclude Votta.

Da qui la necessità di un Manifesto con 10 raccomandazioni che 32 associazioni di 15 Paesi hanno firmato e indirizzato alle istituzioni, per ricordare le necessità non accolte dei pazienti non-Covid.

La prima raccomandazione è di incoraggiare iniziative - come quella italiana promossa dall’Osservatorio Civico sul PNRR “Follow the money” – perché in ogni Paese siano coinvolti i cittadini nell’uso dei fondi del Recovery Plan al fine di migliorare il sistema sanitario. In secondo luogo, come in ogni ricostruzione, è essenziale il coinvolgimento di un grande numero di attori civici e sociali attivi e attenti al fine di migliorare i sistemi sanitari europei. Le altre otto proposte contenute nel Manifesto: monitorare l’impatto sui pazienti non-Covid delle scelte legate alla pandemia; garantire con urgenza le procedure di accesso, diagnosi, immunizzazione, screening e terapia; garantire sistemi di cura ben finanziati per il dopo-Covid; supportare la transizione al digitale; realizzare per l’intero percorso di vita un approccio di prevenzione per le patologie croniche; rafforzare l’approccio ad una “One Health” per prevenire future pandemie; sviluppare un Manifesto per i diritti dei pazienti con comorbidità; inserire al centro della Conferenza per il futuro dell’Europa il tema della “Salute per tutti i cittadini europei”.

06 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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