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Modena. Medici criticano la nuova sede della guardia medica e la Asl avvia 25 provvedimenti disciplinari

I medici accusati di avere gettato discredito sull’azienda in alcune dichiarazioni alla stampa sulla nuova sede situata all’interno dell’Istituto Charitas in via Panni. Lo Snami difende il diritto di espressione e chiede un incontro. Intanto il caso approda in Consiglio regionale con una interrogazione dei 5 Stelle.

06 APR - È scontro tra medici di continuità assistenziale e l'Ausl di Modena sulla nuova sede della ex guardia medica. I medici, parlando con la stampa, denunciano l’inadeguatezza della sede, attiva dal 13 marzo e situata all’interno dell’Istituto Charitas in via Panni. E la Ausl prende provvedimenti, avviando 25 procedimenti disciplinari a carico di altrettanti medici accusati di avere criticato la nuova sede e quindi l’azienda, per mezzo stampa, superando il legittimo esercizio del diritto di critica e gettando discredito sull'azienda.  Nel dettaglio il caso riguarderebbe le dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta di Modena il 14 marzo scorso.

La nuova sede, che ospita i medici di continuità assistenziale che svolgono il servizio di visite domiciliari (l’attività ambulatoriale continua ad essere effettuata presso l’ambulatorio di continuità assistenziale del Pronto Soccorso del Policlinico), copre una superficie di circa 100 metri quadri, “ristrutturati con un investimento di circa 35mila euro della Ausl di Modena. Sei postazioni completamente informatizzate che consentono l'accesso ai dati dei pazienti, la gestione delle chiamate e delle visite domiciliari. A disposizione dei medici anche quattro box per la sosta e il riposo”, spiega la Ausl in una nota diffusa in occasione dell’inaugurazione della nuova sede. Ma per i medici non è tutto oro quello che luccica. Gli aspetti più contestati dai camici bianchi sono: “la mancanza di vigilanza” contro eventuali aggressioni, l'assenza della figura dell'infermieri triagista e “i costi aggiuntivi” a carico dei contribuenti.

“Per lavorare a Modena, in continuità assistenziale, l'azienda chiedeva che i medici risiedessero necessariamente in città, perché in mancanza di una sede, svolgevano i turni dai propri domicili, utilizzando il telefono e il tablet. Ora, invece, sono obbligati a lavorare nella sede di via Panni. Del resto è lo stesso accordo nazionale a prevedere che la Ausl trovi una sede al servizio”, spiega al nostro giornale Paola Trucchia, responsabile Snami Emilia Romagna del settore Continuità assistenziale. Che aggiunge: “La nuova sede comporta, ovviamente, costi maggiori per l’azienda rispetto al lavoro da casa. Costi che vengono coperti con le risorse derivanti dai contribuenti. Su questo aspetto, così come delle altre criticità sollevate dai colleghi di Modena, ci piacerebbe confrontarci con l’azienda, alla quale chiederemo un incontro”.

Ma la questione più urgente, per Trucchia, è quella inerente ai provvedimenti disciplinari avviati nei confronti dei medici, alcunidei quali iscritti allo Snami. Nella contestazione della Ausl, spiega la responsabile Snami Emilia Romagna del settore Continuità assistenziale, la Ausl fa in particolare riferimento all'art. 30 dell'Accordo Colettivo Nazionale sui doveri del professionista convenzionato. Ma secondo Trucchia i medici coinvolti nella vicenda “non sono in alcun modo venuti meno ai loro doveri professionali nei confronti della Azienda. Hanno espresso il loro diritto di parola, pensiero e critica. Negli articoli di stampa incriminati non abbiamo rilevato alcuna offesa verso l’Azienda né verso i componenti dell’Azienda. Per questo i provvedimenti avviati ci sembrano impropri”.

Lo Snami chiede quindi all’azienda di “ritirare i provvedimenti” e ad “avviare un tavolo di discussione sulle questioni emerse”.
 
Sul caso interviene anche il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), a cui appartengono alcuni dei medici coinvolti nel caso. Lo Smi, oltre a ribadire il diritto di espressione e di critica, evidenzia anche un altro aspetto della vicenda: nell'articolo si parla genericamente di medici, a cui vengono attribuite le dichiarazioni, ma nessun medico, in particolare, è citato con nome e cognome o con altri dettagli che ne permettano l'identificazione. “La Ausl, dunque, non potendo identificare con precisione chi ha rilasciato le dichiarazioni, ha notificato la contestazione ai 'medici di continuità assistenziale'. E se alcuni medici non fossero stati d'accordo con quelle dichiarazioni? O se altri, pur d'accordo, si fossero rifiutati di parlare con la stampa? Non si può punire una categoria intera perché non si è in grado di identificare chi ha compiuto l'atto”, fa notare il Sindacato dei Medici Italiani (Smi).

La Ausl ha deciso di non intervenire al momento sulla questione. Ma ribadisce l’importanza della nuova sede. “Rappresenta un rilevante miglioramento della qualità dei servizi sanitari per i cittadini di Modena. I medici potranno infatti lavorare in équipe, ed utilizzare nuove postazioni che consentiranno la ricezione delle richieste telefoniche degli utenti e la gestione diretta dei casi per una migliore organizzazione delle visite domiciliari”, si evidenzia nel comunicato diffuso in occasione dell’inaugurazione della nuova sede.
 
“La sede operativa di Modena – si legge ancora nella nota - è in linea con la normativa vigente, che prevede che sia l'Ausl ad individuare la sede per la sosta e il riposo dei medici della continuità assistenziale, come avvenuto in accordo già dall'ottobre del 2015 con il Comitato Aziendale per la medicina generale”. “L'avvio della nuova sede di Continuità Assistenziale è un ulteriore passo nel percorso di collaborazione con il Charitas, che auspichiamo possa insieme condurci verso la realizzazione della Casa della Salute Sud di Modena” dichiarava in quella circostanza il Direttore Generale dell'Azienda USL di Modena Massimo Annicchiarico, evidenziando come “nella nuova sede i medici della continuità assistenziale potranno accedere alla cartella informatizzata unica, un elemento di garanzia e qualità per il Cittadino e per il medico, che permette una maggiore integrazione con l'attività dei Medici di Medicina Generale, che hanno accolto con grande favore questo cambiamento”.

La vicenda, intanto, è approdata ieri in Consiglio Regionale, con la presentazione, da parte di Giulia Gibertoni (M5s), di un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere se non consideri “inopportuno l’avvio di ben 25 provvedimenti disciplinari in una sola Ausl nei confronti di medici di continuità assistenziale”.

L’Azienda di Modena, spiega la consigliera, contesta ai medici di aver tenuto “comportamenti in contrasto con i propri doveri di professionisti convenzionati” a causa di un’intervista rilasciata a un quotidiano locale dove “i medici evidenziavano la mancanza di vigilanza” contro atti di violenza, minacce e aggressioni, sottolineavano che non emergerebbe “alcun miglioramento della qualità tanto sbandierata dall’Ausl” e, infine, che ci sarebbero “costi aggiuntivi”, ma non risulterebbe “chiaro chi se ne faccia carico”.

Gibertoni cita anche un’ulteriore segnalazione dei medici relativa alla “soppressione del ‘triagista’” che potrebbe essere “causa di disservizi nell’eventualità che i medici siano tutti impegnati in visite domiciliari” e che quindi “la guardia medica risulti scoperta”.

Queste valutazioni – rileva la consigliera – sono state considerate “offensive”, perché getterebbero “grave discredito sul legale rappresentante”, perché supererebbero “il legittimo esercizio del diritto di critica” e perché violerebbero “il dovere di fedeltà”, ma queste “contestazioni” sembrano “eccessive” rispetto ai contenuti dell’articolo, tanto da risultare dirette a “reprimere ogni critica legittima e trasparente”.

Gibertoni, al contrario, contesta il fatto che l’Ausl taccia sul “taglio del triage”, sui “costi aggiuntivi e sulla loro copertura” e sullo “svolgimento delle attività dei medici con ben 13 scoperture”, il territorio modenese, infatti, in base alla popolazione, dovrebbe disporre di 38 medici per il servizio di guardia medica, mentre ne ha solo 25.

La consigliera invita quindi l’esecutivo regionale a chiedere l’annullamento dei procedimenti e ad avviare il potenziamento del servizio di guardia medica integrando le posizioni mancanti.

06 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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