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Emilia Romagna. 118, “Formazione a Distanza”, lo Snami scrive alla Regione: “Se non cambia pronti all'agitazione”

Lo Snami critica la Formazione a Distanza del 118 e chiede l’urgente convocazione dei tavoli sindacali specifici per le aree contrattuali di riferimento dei medici operanti nell’ emergenza sanitaria territoriale. Altrimenti, lo Snami "si vedrà costretta alla proclamazione dello stato di agitazione e ai conseguenti adempimenti di legittima tutela"

21 APR - Lo Snami ha inviato una lettera a Sergio Venturi, Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, a  Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale Cura della Persona, Salute e Welfare della stessa Regione; alle Direzioni Generali e Sanitarie delle Aziende Usl della Regione Emilia Romagna e agli Ordini Provinciali dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Regione. La lettera riguarda le procedure infermieristiche 118 e i contenuti della “Formazione a Distanza”.

Allo Snami sono giunte "diverse segnalazioni - si legge nella lettera - relative alla ricezione da parte dei Medici dell’Emergenza, di credenziali per eseguire una “Formazione a Distanza” preparata dal 118 regionale in ordine alle procedure infermieristiche elaborate a partire dalle linee guida regionali. Come è noto, la tematica è stata fatta oggetto di molteplici perplessità su aspetti sia formali che sostanziali sollevate da parte anche di Ordini dei Medici della Regione, con espressione anche di pareri contrari su specifiche indicazioni".

"In primo luogo - spiegano dallo Snami - appare quanto meno “strano” come non siano identificabili (nemmeno dopo ricerca specifica) i riferimenti e nominativi dei componenti del “Sottogruppo di Lavoro Regionale, Algoritmi Infermieristici Avanzati.” cui è genericamente imputata la mail di invio delle credenziali, così come rimane ignota l’identità del generico “tutor” con cui è prevista la possibilità di interagire tramite messaggistica non istantanea all’interno della piattaforma. Dopo questo primo passaggio, riteniamo che esistano serissimi problemi in merito alla sostanza delle procedure presentate che confermano i timori interpretativi delle linee guida regionali".

"Come già ampiamente argomentato dalla Federazione Regionale degli Ordini dei Medici - proseguono dalo Snami nella lettera -, corre per noi l’obbligo di rimarcare come si ritenga imprescindibile l’intervento diretto ed in loco di un mezzo di soccorso avanzato con presenza contemporanea di medico e infermiere su ogni paziente critico con alterazione delle funzioni vitali. L’ equità di accesso alle cure deve essere garantita a tutti i cittadini, a maggior ragione in situazioni estreme come quelle che ogni giorno affronta il sistema 118".

"La “standardizzazione” e banalizzazione” dell’atto medico - scrivono ancora dallo Snami -, non possono trovare alcun margine deontologicamente accettabile da parte dei professionisti e tanto meno sono utili all’ evoluzione di nessuna professione sanitaria. Il tanto citato articolo 10 del DPR 27 marzo 1992 non ha mai previsto che l’azione di salvaguardia delle funzioni vitali fosse una funzione sostitutiva dell’intervento medico, ma era un logico e condivisibile disposto normativo finalizzato a tutelare i cittadini in situazioni limite, senza previsione di negargli il necessario intervento medico.

"In questo contesto - si conclude la lettera - si diffidano le Aziende USL della Regione dal proseguire tale metodologia ne concertata né tantomeno condivisa con i professionisti e le loro rappresentanze sindacali. Si chiede l’urgente convocazione dei tavoli sindacali specifici per le aree contrattuali di riferimento dei medici operanti nell’ emergenza sanitaria territoriale. In difetto, la scrivente organizzazione sindacale si vedrà costretta alla proclamazione dello stato di agitazione e ai conseguenti adempimenti di legittima tutela".
 
Lorenzo Proia

21 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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